{"title":"“Ora accetti d’essere poeta.” Sulla poetica di Antonia Pozzi e la scuola di Milano","authors":"Anna Maria Torriglia","doi":"10.1080/01614622.2020.1752005","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"L’opera di Antonia Pozzi (1912-1938) – morta suicida a 26 anni– ha ricevuto, soprattutto nell’ultimo decennio, grande attenzione critica. La mia analisi evidenzia come Pozzi abbia difeso strenuamente la propria vocazione poetica, approfonditasi in un ambiente intellettualmente stimolante come quello dell’Università Statale di Milano, ma al contempo maschilista e incline a privilegiare la prosa e il romanzo rispetto alla lirica. Fedele alla propria vocazione e guidata da un’intensità del sentire che la porta verso un’oltranza da cui si difende con accanita e pervicace attenzione alla forma, Pozzi trova in Montale un critico d’eccezione. Il poeta segnalerà positivamente i suoi versi, avendone colto le potenzialità. Un’ultima disillusione amorosa, l’approvazione delle leggi razziali, l’incupirsi della situazione politica, nonché la percezione di un’oppressione sociale e culturale a cui è ormai impossibile sottrarsi, confluiranno nella sua drammatica scelta.","PeriodicalId":41506,"journal":{"name":"Italian Culture","volume":"38 1","pages":"36 - 46"},"PeriodicalIF":0.2000,"publicationDate":"2020-01-02","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1080/01614622.2020.1752005","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Italian Culture","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.1080/01614622.2020.1752005","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"0","JCRName":"HUMANITIES, MULTIDISCIPLINARY","Score":null,"Total":0}
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Abstract
L’opera di Antonia Pozzi (1912-1938) – morta suicida a 26 anni– ha ricevuto, soprattutto nell’ultimo decennio, grande attenzione critica. La mia analisi evidenzia come Pozzi abbia difeso strenuamente la propria vocazione poetica, approfonditasi in un ambiente intellettualmente stimolante come quello dell’Università Statale di Milano, ma al contempo maschilista e incline a privilegiare la prosa e il romanzo rispetto alla lirica. Fedele alla propria vocazione e guidata da un’intensità del sentire che la porta verso un’oltranza da cui si difende con accanita e pervicace attenzione alla forma, Pozzi trova in Montale un critico d’eccezione. Il poeta segnalerà positivamente i suoi versi, avendone colto le potenzialità. Un’ultima disillusione amorosa, l’approvazione delle leggi razziali, l’incupirsi della situazione politica, nonché la percezione di un’oppressione sociale e culturale a cui è ormai impossibile sottrarsi, confluiranno nella sua drammatica scelta.