{"title":"Lettrici italiane tra arte e letteratura. Dall’Ottocento al modernismo","authors":"G. Romani","doi":"10.1080/01614622.2022.2113610","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"“Galeotto fu il libro e chi lo scrisse.” Con questo verso, tra i pi u famosi della Divina Commedia, Dante ci consegna l’immagine poetica di Francesca da Rimini come donna adultera, condannata ad essere travolta da una eterna bufera infernale, ma anche come lettrice caduta in disgrazia a causa di una lettura moralmente corruttrice. Il tema della donna lettrice—e dei pericoli in cui incorre la donna che legge—appartiene alla tradizione letteraria italiana sin dal Medioevo, ma e nell’Ottocento che fiorisce come un vero e proprio topos, imponendosi nelle arti dell’epoca, dalla letteratura alla pittura, musica e teatro. Non e un caso, pertanto, che questo volume, dedicato alla figura della lettrice e curato da Giovanna Capitelli e Olivia Santovetti, si concentri soprattutto sull’Ottocento. Gi a nel 1992, Anna Finocchi con il suo Lettrici: immagini della donna che legge nella pittura dell’Ottocento aveva avviato una riflessione sulla rappresentazione della figura femminile nella pittura ottocentesca italiana, ma il volume di Capitelli e Santovetti, che include saggi in italiano e in inglese, si presenta come una vera novit a per il suo approccio interdisciplinare, e per la sua lettura in chiave metanarrativa della figura della lettrice. La tesi avallata dalle curatrici e che s ı gli scrittori e artisti dell’Ottocento hanno voluto con le loro opere rappresentare la donna come simbolo della modernit a e progresso sociale (spesso pi u immaginato che realizzato), ma anche esprimere metanarrativamente la crisi dell’artista che tra fin de si ecle e modernismo comincia a mettere in dubbio il realismo e positivismo in voga in quello scorcio di secolo. Questa innovativa interpretazione della “lettrice” mette in evidenza la “natura polisemica” (7) di questa figura e propone di rivedere i modelli interpretativi del realismo ottocentesco tradizionalmente radicati nell’idea che l’arte rifletteva in maniera naturalistica o impressionistica la realt a circostante. Come le curatrici suggeriscono nell’introduzione: “La lettrice diventa il grimaldello per ragionare quella dimensione autoriflessiva, metanarrativa, dell’arte tra fin de si ecle e modernismo” (9). Il volume include sedici saggi, presentati all’interno di una cornice teorica offerta dall’introduzione e postfazione, scritti da specialisti di letteratura, storia dell’arte e storia del cinema e organizzati in due principali gruppi tematici, il primo intitolato “Lettrici” e il secondo “Letture.” La distinzione tra “Lettrici” e “Letture” non e sempre cos ı chiara, e alcuni saggi potrebbero rientrare tranquillamente sia nell’uno che nell’altro gruppo. Sebbene, come spiegano le curatrici, la seconda parte del volume si distingua dalla prima perch e “composta da commenti, schede critiche e letture approfondite di singoli autori o singole opere” (11), l’impressione generale per o e che manchi una vera distinzione (tematica o strutturale) tra le due parti del volume e che forse il materiale si sarebbe potuto organizzare in modo semplicemente cronologico, con quell’approccio “flessibile ma preciso con la cronologia” (9) che le curatrici annunciano nella loro introduzione. Santovetti, nel suo ottimo saggio intitolato “Libri, scaffali e biblioteche nei romanzi della lettrice: spazi di autoriflessione nel romanzo italiano di fine Ottocento,” presenta la lettrice dei romanzi come “l’emblema della rivoluzione della lettura” (49), del passaggio epocale dalla lettura intensiva (per studio e pratiche religiose) a quella estensiva (passatempo secolarizzato, evasione). Questo passaggio non segna solo un cambiamento di qualit a (dal serio all’ameno) ma anche di quantit a. La donna che eccede nella lettura","PeriodicalId":41506,"journal":{"name":"Italian Culture","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.2000,"publicationDate":"2022-07-03","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Italian Culture","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.1080/01614622.2022.2113610","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"0","JCRName":"HUMANITIES, MULTIDISCIPLINARY","Score":null,"Total":0}
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Abstract
“Galeotto fu il libro e chi lo scrisse.” Con questo verso, tra i pi u famosi della Divina Commedia, Dante ci consegna l’immagine poetica di Francesca da Rimini come donna adultera, condannata ad essere travolta da una eterna bufera infernale, ma anche come lettrice caduta in disgrazia a causa di una lettura moralmente corruttrice. Il tema della donna lettrice—e dei pericoli in cui incorre la donna che legge—appartiene alla tradizione letteraria italiana sin dal Medioevo, ma e nell’Ottocento che fiorisce come un vero e proprio topos, imponendosi nelle arti dell’epoca, dalla letteratura alla pittura, musica e teatro. Non e un caso, pertanto, che questo volume, dedicato alla figura della lettrice e curato da Giovanna Capitelli e Olivia Santovetti, si concentri soprattutto sull’Ottocento. Gi a nel 1992, Anna Finocchi con il suo Lettrici: immagini della donna che legge nella pittura dell’Ottocento aveva avviato una riflessione sulla rappresentazione della figura femminile nella pittura ottocentesca italiana, ma il volume di Capitelli e Santovetti, che include saggi in italiano e in inglese, si presenta come una vera novit a per il suo approccio interdisciplinare, e per la sua lettura in chiave metanarrativa della figura della lettrice. La tesi avallata dalle curatrici e che s ı gli scrittori e artisti dell’Ottocento hanno voluto con le loro opere rappresentare la donna come simbolo della modernit a e progresso sociale (spesso pi u immaginato che realizzato), ma anche esprimere metanarrativamente la crisi dell’artista che tra fin de si ecle e modernismo comincia a mettere in dubbio il realismo e positivismo in voga in quello scorcio di secolo. Questa innovativa interpretazione della “lettrice” mette in evidenza la “natura polisemica” (7) di questa figura e propone di rivedere i modelli interpretativi del realismo ottocentesco tradizionalmente radicati nell’idea che l’arte rifletteva in maniera naturalistica o impressionistica la realt a circostante. Come le curatrici suggeriscono nell’introduzione: “La lettrice diventa il grimaldello per ragionare quella dimensione autoriflessiva, metanarrativa, dell’arte tra fin de si ecle e modernismo” (9). Il volume include sedici saggi, presentati all’interno di una cornice teorica offerta dall’introduzione e postfazione, scritti da specialisti di letteratura, storia dell’arte e storia del cinema e organizzati in due principali gruppi tematici, il primo intitolato “Lettrici” e il secondo “Letture.” La distinzione tra “Lettrici” e “Letture” non e sempre cos ı chiara, e alcuni saggi potrebbero rientrare tranquillamente sia nell’uno che nell’altro gruppo. Sebbene, come spiegano le curatrici, la seconda parte del volume si distingua dalla prima perch e “composta da commenti, schede critiche e letture approfondite di singoli autori o singole opere” (11), l’impressione generale per o e che manchi una vera distinzione (tematica o strutturale) tra le due parti del volume e che forse il materiale si sarebbe potuto organizzare in modo semplicemente cronologico, con quell’approccio “flessibile ma preciso con la cronologia” (9) che le curatrici annunciano nella loro introduzione. Santovetti, nel suo ottimo saggio intitolato “Libri, scaffali e biblioteche nei romanzi della lettrice: spazi di autoriflessione nel romanzo italiano di fine Ottocento,” presenta la lettrice dei romanzi come “l’emblema della rivoluzione della lettura” (49), del passaggio epocale dalla lettura intensiva (per studio e pratiche religiose) a quella estensiva (passatempo secolarizzato, evasione). Questo passaggio non segna solo un cambiamento di qualit a (dal serio all’ameno) ma anche di quantit a. La donna che eccede nella lettura