{"title":"\"... the natural curiosity, which is the daughter of ignorance and mother of science\": the anthropological foundation of Vico's aesthetics","authors":"Gaetano Antonio Gualtieri","doi":"10.6092/ISSN.2421-4124/6000","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Questo saggio ha lo scopo di mettere in risalto i termini all’interno dei quali sia possibile distinguere una “dimensione estetica” nel pensiero di G.B. Vico. Per raggiungere questo obiettivo, e in primo luogo importante assumere una prospettiva che, andando oltre l’orizzonte della pura contemplazione del bello, comprenda l’idea che il corpo, come sede delle sensazioni, puo essere, a tutti gli effetti, il cuore di una visione estetica. In secondo luogo, e necessario sottolineare il fatto che il corpo e pure legato alle proprieta sensoriali, come la percezione, l’immaginazione, l’ingegno e la memoria. Inoltre, queste proprieta, in cui ci sono anche la curiosita e la meraviglia, due qualita tipiche della natura umana, capaci di portare gli uomini ad investigare fenomeni e a costruire adeguate spiegazioni, trovano la loro massima realizzazione nei cosiddetti “universali fantastici”. D’altra parte, e quasi impossibile identificare una “dimensione estetica” in Vico, se non si considerano gli elementi emozionali che caratterizzano le azioni umane e che innescano il fenomeno chiamato “Sublime”. Oltre a questo, il saggio tratta anche il ruolo che le proprieta summenzionate, in particolare l’immaginazione, ebbero nella formulazione della narrazione storica di Vico. In questo modo, e chiaro come la filosofia di Vico possa essere, in un certo senso, compresa in una “dimensione estetica” completa.","PeriodicalId":36096,"journal":{"name":"Montesquieu.it","volume":"136 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2016-02-11","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Montesquieu.it","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.6092/ISSN.2421-4124/6000","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"Q4","JCRName":"Arts and Humanities","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Questo saggio ha lo scopo di mettere in risalto i termini all’interno dei quali sia possibile distinguere una “dimensione estetica” nel pensiero di G.B. Vico. Per raggiungere questo obiettivo, e in primo luogo importante assumere una prospettiva che, andando oltre l’orizzonte della pura contemplazione del bello, comprenda l’idea che il corpo, come sede delle sensazioni, puo essere, a tutti gli effetti, il cuore di una visione estetica. In secondo luogo, e necessario sottolineare il fatto che il corpo e pure legato alle proprieta sensoriali, come la percezione, l’immaginazione, l’ingegno e la memoria. Inoltre, queste proprieta, in cui ci sono anche la curiosita e la meraviglia, due qualita tipiche della natura umana, capaci di portare gli uomini ad investigare fenomeni e a costruire adeguate spiegazioni, trovano la loro massima realizzazione nei cosiddetti “universali fantastici”. D’altra parte, e quasi impossibile identificare una “dimensione estetica” in Vico, se non si considerano gli elementi emozionali che caratterizzano le azioni umane e che innescano il fenomeno chiamato “Sublime”. Oltre a questo, il saggio tratta anche il ruolo che le proprieta summenzionate, in particolare l’immaginazione, ebbero nella formulazione della narrazione storica di Vico. In questo modo, e chiaro come la filosofia di Vico possa essere, in un certo senso, compresa in una “dimensione estetica” completa.