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Abstract
A partire dalla radice mun-, il contributo ne esplora le differenti traiettorie semantiche in latino e in etrusco che potrebbero portare ad approfondirne il risvolto concreto nelle due culture nel campo delle “insegne” concepite per le donne nelle loro rispettive società. Da un lato le “insegne” morali destinate alle donne latine, tra cui la munditia, e dall’altro quelle concrete etrusche, come gli specchi in funzione catoptromantica. Su uno di questi compare infatti munθuχ, una figura femminile i cui compiti ricadono nella dimensione dell’ordine fisico, naturale e soprannaturale, mantenendosi così il significato più completo della radice mun-.