{"title":"身体的语言:在说话者和行动者之间","authors":"G. Manzoni","doi":"10.13130/2282-0035/9359","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Fedelta alla tradizione ciceroniana, ma, insieme, inserimento di qualche parziale, occasionale differenza: questa la posizione di Quintiliano sulle caratteristiche dell’ actio , termine che egli usa senza differenze da pronuntiatio , seguendo Cicerone ma distinguendosi dagli autori precedenti al modello di Arpino. Ma in entrambi gli autori emerge la volonta di distinguere l’ actio dell’attore da quella dell’oratore: con netta preferenza per la figura professionale di quest’ultimo. L’attore, che soggiace a una condanna morale perche della verita e solo imitatore, mira a un’alterazione pesante della realta, mentre l’oratore tende a un’imitazione leggera: e imitatore della vita vera. L’oratore infatti non deve imitare gli attori e la loro effeminatezza, ma deve tendere a un’actio virile, appresa dalla palestra o dalla piazza d’armi dei soldati. Sono presi in esame per questo confronto, oltre al trattato di Quintiliano, soprattutto i passi del De oratore ciceroniano, e occasionalmente delle altre opere di retorica, dove l’actio viene definita, sul modello di Demostene, come la prima, ma contemporaneamente anche come la seconda e la terza dote dell’oratore.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":"70 1","pages":"99-112"},"PeriodicalIF":0.1000,"publicationDate":"2017-12-20","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"1","resultStr":"{\"title\":\"Il linguaggio del corpo: tra oratore e attore\",\"authors\":\"G. Manzoni\",\"doi\":\"10.13130/2282-0035/9359\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"Fedelta alla tradizione ciceroniana, ma, insieme, inserimento di qualche parziale, occasionale differenza: questa la posizione di Quintiliano sulle caratteristiche dell’ actio , termine che egli usa senza differenze da pronuntiatio , seguendo Cicerone ma distinguendosi dagli autori precedenti al modello di Arpino. Ma in entrambi gli autori emerge la volonta di distinguere l’ actio dell’attore da quella dell’oratore: con netta preferenza per la figura professionale di quest’ultimo. L’attore, che soggiace a una condanna morale perche della verita e solo imitatore, mira a un’alterazione pesante della realta, mentre l’oratore tende a un’imitazione leggera: e imitatore della vita vera. L’oratore infatti non deve imitare gli attori e la loro effeminatezza, ma deve tendere a un’actio virile, appresa dalla palestra o dalla piazza d’armi dei soldati. Sono presi in esame per questo confronto, oltre al trattato di Quintiliano, soprattutto i passi del De oratore ciceroniano, e occasionalmente delle altre opere di retorica, dove l’actio viene definita, sul modello di Demostene, come la prima, ma contemporaneamente anche come la seconda e la terza dote dell’oratore.\",\"PeriodicalId\":40153,\"journal\":{\"name\":\"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano\",\"volume\":\"70 1\",\"pages\":\"99-112\"},\"PeriodicalIF\":0.1000,\"publicationDate\":\"2017-12-20\",\"publicationTypes\":\"Journal Article\",\"fieldsOfStudy\":null,\"isOpenAccess\":false,\"openAccessPdf\":\"\",\"citationCount\":\"1\",\"resultStr\":null,\"platform\":\"Semanticscholar\",\"paperid\":null,\"PeriodicalName\":\"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano\",\"FirstCategoryId\":\"1085\",\"ListUrlMain\":\"https://doi.org/10.13130/2282-0035/9359\",\"RegionNum\":0,\"RegionCategory\":null,\"ArticlePicture\":[],\"TitleCN\":null,\"AbstractTextCN\":null,\"PMCID\":null,\"EPubDate\":\"\",\"PubModel\":\"\",\"JCR\":\"0\",\"JCRName\":\"HUMANITIES, MULTIDISCIPLINARY\",\"Score\":null,\"Total\":0}","platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/9359","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"0","JCRName":"HUMANITIES, MULTIDISCIPLINARY","Score":null,"Total":0}
Fedelta alla tradizione ciceroniana, ma, insieme, inserimento di qualche parziale, occasionale differenza: questa la posizione di Quintiliano sulle caratteristiche dell’ actio , termine che egli usa senza differenze da pronuntiatio , seguendo Cicerone ma distinguendosi dagli autori precedenti al modello di Arpino. Ma in entrambi gli autori emerge la volonta di distinguere l’ actio dell’attore da quella dell’oratore: con netta preferenza per la figura professionale di quest’ultimo. L’attore, che soggiace a una condanna morale perche della verita e solo imitatore, mira a un’alterazione pesante della realta, mentre l’oratore tende a un’imitazione leggera: e imitatore della vita vera. L’oratore infatti non deve imitare gli attori e la loro effeminatezza, ma deve tendere a un’actio virile, appresa dalla palestra o dalla piazza d’armi dei soldati. Sono presi in esame per questo confronto, oltre al trattato di Quintiliano, soprattutto i passi del De oratore ciceroniano, e occasionalmente delle altre opere di retorica, dove l’actio viene definita, sul modello di Demostene, come la prima, ma contemporaneamente anche come la seconda e la terza dote dell’oratore.