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Il gamos proibito. Persistenza di un modello culturale in Diogene Laerzio (III 2)
L’esame di un passo della Vita di Platone laerziana (III 2) – e di luoghi paralleli riferibili alla medesima tradizione – permette di mettere a fuoco un motivo mitico cruciale nei racconti sulla concorrenza tra essere umano e divinità nel gamos con una mortale: il divieto, che il nume impone al ‘rivale’ di inferiore natura, di congiungersi con la donna che reca in grembo il suo seme, finché l’eroina non abbia portato a termine la gravidanza. Le storie di personaggi femminili colpevoli di duplice gamos – prima con il dio e poi, a breve distanza di tempo, con il mortale – si focalizzano sulle conseguenze nefaste del secondo contaminante connubio: uno per tutti il caso di Coronide madre di Asclepio (e forse il motivo era associato anche ad altre note madri mitiche, come Arianna, Semele e Alcmena). In questi esempi, tuttavia, in genere non è esplicitato il tema della proibizione divina, come invece accade nel bios di Diogene Laerzio. Qui infatti Apollo, dopo aver concepito Platone con Perictione, appare ad Aristone per vietargli il rapporto sessuale con la parthenos.