{"title":"我保护理性主义解释、悖论和大众轻信之间的关系。关于卢克。«DMar。»4","authors":"L. Floridi","doi":"10.13130/2282-0035/9361","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"L’articolo intende illustrare le modalita con cui si realizza, in Luc. DMar. 4, Proteo e Menelao, il confronto con il modello epico, Od. 4.351-569. Si cerchera di dimostrare come l’ironia della riscrittura di Luciano si sostanzi non solo della discrasia rispetto al modello, ma anche di un gioco deliberato con gli interessi di certa critica, che “sezionava” i testi poetici per ricavarne significati allegorici e interpretazioni razionalistiche. L’insistenza di Menelao, nel dialogo di Luciano, sul carattere “incredibile” della metamorfosi di Proteo e la sua ostinazione a non ritenerla possibile a dispetto dell’evidenza autoptica saranno interpretate come il possibile riflesso parodico delle esegesi razionalistiche di cui il passo odissiaco era stato fatto oggetto. Si notera poi come il ricorso al vocabolario del “meraviglioso” accosti il dialogo al genere dei mirabilia, apparentandolo ad altri scritti di Luciano in cui il lessico e le immagini della paradossografia sono utilizzati con una notevole varieta di scopi – non ultima la presa di distanza dalla ciarlataneria e dalle false credenze. In tale contesto si suggerira che Proteo – esplicitamente accusato di γοητeία da Menelao – possa essere accostato alle tante figure di ciarlatani che in eta imperiale irretivano le folle per interesse personale e per lucro, e in particolare al filosofo Peregrino, che proprio del soprannome di Proteo amava fregiarsi.","PeriodicalId":40153,"journal":{"name":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","volume":"70 1","pages":"131-144"},"PeriodicalIF":0.1000,"publicationDate":"2017-12-20","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Proteo tra esegesi razionalistiche, paradossografia e credulità popolare. A proposito di Luc. «DMar.» 4\",\"authors\":\"L. Floridi\",\"doi\":\"10.13130/2282-0035/9361\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"L’articolo intende illustrare le modalita con cui si realizza, in Luc. DMar. 4, Proteo e Menelao, il confronto con il modello epico, Od. 4.351-569. Si cerchera di dimostrare come l’ironia della riscrittura di Luciano si sostanzi non solo della discrasia rispetto al modello, ma anche di un gioco deliberato con gli interessi di certa critica, che “sezionava” i testi poetici per ricavarne significati allegorici e interpretazioni razionalistiche. L’insistenza di Menelao, nel dialogo di Luciano, sul carattere “incredibile” della metamorfosi di Proteo e la sua ostinazione a non ritenerla possibile a dispetto dell’evidenza autoptica saranno interpretate come il possibile riflesso parodico delle esegesi razionalistiche di cui il passo odissiaco era stato fatto oggetto. Si notera poi come il ricorso al vocabolario del “meraviglioso” accosti il dialogo al genere dei mirabilia, apparentandolo ad altri scritti di Luciano in cui il lessico e le immagini della paradossografia sono utilizzati con una notevole varieta di scopi – non ultima la presa di distanza dalla ciarlataneria e dalle false credenze. In tale contesto si suggerira che Proteo – esplicitamente accusato di γοητeία da Menelao – possa essere accostato alle tante figure di ciarlatani che in eta imperiale irretivano le folle per interesse personale e per lucro, e in particolare al filosofo Peregrino, che proprio del soprannome di Proteo amava fregiarsi.\",\"PeriodicalId\":40153,\"journal\":{\"name\":\"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano\",\"volume\":\"70 1\",\"pages\":\"131-144\"},\"PeriodicalIF\":0.1000,\"publicationDate\":\"2017-12-20\",\"publicationTypes\":\"Journal Article\",\"fieldsOfStudy\":null,\"isOpenAccess\":false,\"openAccessPdf\":\"\",\"citationCount\":\"0\",\"resultStr\":null,\"platform\":\"Semanticscholar\",\"paperid\":null,\"PeriodicalName\":\"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano\",\"FirstCategoryId\":\"1085\",\"ListUrlMain\":\"https://doi.org/10.13130/2282-0035/9361\",\"RegionNum\":0,\"RegionCategory\":null,\"ArticlePicture\":[],\"TitleCN\":null,\"AbstractTextCN\":null,\"PMCID\":null,\"EPubDate\":\"\",\"PubModel\":\"\",\"JCR\":\"0\",\"JCRName\":\"HUMANITIES, MULTIDISCIPLINARY\",\"Score\":null,\"Total\":0}","platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"ACME-Annali della Facolta di Studi Umanistici dell Universita degli Studi di Milano","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.13130/2282-0035/9361","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"0","JCRName":"HUMANITIES, MULTIDISCIPLINARY","Score":null,"Total":0}
Proteo tra esegesi razionalistiche, paradossografia e credulità popolare. A proposito di Luc. «DMar.» 4
L’articolo intende illustrare le modalita con cui si realizza, in Luc. DMar. 4, Proteo e Menelao, il confronto con il modello epico, Od. 4.351-569. Si cerchera di dimostrare come l’ironia della riscrittura di Luciano si sostanzi non solo della discrasia rispetto al modello, ma anche di un gioco deliberato con gli interessi di certa critica, che “sezionava” i testi poetici per ricavarne significati allegorici e interpretazioni razionalistiche. L’insistenza di Menelao, nel dialogo di Luciano, sul carattere “incredibile” della metamorfosi di Proteo e la sua ostinazione a non ritenerla possibile a dispetto dell’evidenza autoptica saranno interpretate come il possibile riflesso parodico delle esegesi razionalistiche di cui il passo odissiaco era stato fatto oggetto. Si notera poi come il ricorso al vocabolario del “meraviglioso” accosti il dialogo al genere dei mirabilia, apparentandolo ad altri scritti di Luciano in cui il lessico e le immagini della paradossografia sono utilizzati con una notevole varieta di scopi – non ultima la presa di distanza dalla ciarlataneria e dalle false credenze. In tale contesto si suggerira che Proteo – esplicitamente accusato di γοητeία da Menelao – possa essere accostato alle tante figure di ciarlatani che in eta imperiale irretivano le folle per interesse personale e per lucro, e in particolare al filosofo Peregrino, che proprio del soprannome di Proteo amava fregiarsi.