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PREOCCUPAZIONI CULTURALI E CONCEZIONE GIURIDICA IN GIANVINCENZO GRAVINA
Il saggio prende in esame il ruolo assunto da Gianvincenzo Gravina nel contesto della cultura del suo tempo. Emerge cosi una figura complessa ed eclettica che cerca di trovare adeguate risposte ai problemi e di proporre soluzioni alle questioni culturali e sociali di un’epoca travagliata come quella attraversata dall’Italia, in particolar modo dall’Italia meridionale, nel periodo a cavallo fra Seicento e Settecento. Gli studi giuridici, di cui Gravina e fortemente imbevuto, vengono utilizzati per approfondire in senso teorico e pratico i contenuti di una nuova concezione della sapienza che, se da un lato affonda le radici nella cultura classica, dall’altro guarda pure alle teorie della scienza moderna. Gravina da grande importanza allo studio del diritto romano e attraverso esso analizza anche la storia e il linguaggio; ma soprattutto il filosofo calabrese propone una lettura del diritto romano che funge da esempio per il mondo sociale e politico contemporaneo. Nel saggio ci si sofferma, inoltre, pure sulle forme di governo esaminate da Gravina, nelle quali egli, anticipando Montesquieu, giunge alla conclusione che la forma migliore deve comunque contemplare la consistente presenza dei giuristi, visti fra l’altro come esponenti dell’emergente ceto medio, che possano esercitare un’azione di controllo sullo stesso sovrano, atta a scongiurare il pericolo di una deriva autoritaria e tirannica.