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Non si tratta di una riproduzione fedele del dialetto siciliano locale (che sarebbe risultato incomprensibile per quasi tutti i lettori), ma di una sorta di italiano popolare, ben lontano dalla lingua letteraria e dalla lingua della prosa colta, che riecheggia continuamente il linguaggio parlato e dialettale, soprattutto nel lessico (ad esempio attraverso i citati riferimenti e le similitudini di ambito locale, oppure attraverso i nomignoli dei personaggi, i proverbi esplicitamente citati e le espressioni proverbiali) e nella sintassi, che e colloquiale e libera, ‘scorretta’ rispetto alla grammatica dell’italiano scritto, proprio per imitare il piu possibile il parlato. Si tratta insomma di una lingua artificiale, che ottiene tuttavia uno straordinario effetto di realta, e che riesce a rendere alla perfezione il colore locale, pur senza trasformarsi in una trascrizione letterale del dialetto. La ricerca affronta anche le ambiguita semantiche tra il senso originale del siciliano e il corrispondente italiano. Parla, inoltre, di come e la traduzione in arabo; di come ha reagito il traduttore davanti questa lingua originale e di come ha compreso le ambiguita presenti nei Malavoglia.","PeriodicalId":100796,"journal":{"name":"Journal of King Saud University - Languages and Translation","volume":"36 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2021-06-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"L’italianizzazione del siciliano nei Malavoglia tra la chiarezza del testo e la traduzione in arabo\",\"authors\":\"Abdelrahman Abdelhaleem\",\"doi\":\"10.21608/jltmin.2021.183125\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"Lo scopo della presente ricerca e, in primo luogo, quello di presentare lo scrittore ottocentesco Giovanni Verga in una prospettiva diversa e insolita. 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L’italianizzazione del siciliano nei Malavoglia tra la chiarezza del testo e la traduzione in arabo
Lo scopo della presente ricerca e, in primo luogo, quello di presentare lo scrittore ottocentesco Giovanni Verga in una prospettiva diversa e insolita. Verga e generalmente considerato il maggior esponente del verismo italiano. In effetti pronunciando il suo nome, nella maggior parte dei casi sorgono in mente quasi automaticamente i titoli delle sue opere dell’impronta puramente verista, quali per esempio la celebre raccolta di racconti Vita dei campi, oppure i romanzi I Malavoglia e Mastro Don Gesualdo. Una delle manifestazioni piu sperimentali e virtuosistiche di questa tecnica narrativa profondamente originale e quella che Verga definiva il “colore locale” nel linguaggio della narrazione, un linguaggio popolare. Non si tratta di una riproduzione fedele del dialetto siciliano locale (che sarebbe risultato incomprensibile per quasi tutti i lettori), ma di una sorta di italiano popolare, ben lontano dalla lingua letteraria e dalla lingua della prosa colta, che riecheggia continuamente il linguaggio parlato e dialettale, soprattutto nel lessico (ad esempio attraverso i citati riferimenti e le similitudini di ambito locale, oppure attraverso i nomignoli dei personaggi, i proverbi esplicitamente citati e le espressioni proverbiali) e nella sintassi, che e colloquiale e libera, ‘scorretta’ rispetto alla grammatica dell’italiano scritto, proprio per imitare il piu possibile il parlato. Si tratta insomma di una lingua artificiale, che ottiene tuttavia uno straordinario effetto di realta, e che riesce a rendere alla perfezione il colore locale, pur senza trasformarsi in una trascrizione letterale del dialetto. La ricerca affronta anche le ambiguita semantiche tra il senso originale del siciliano e il corrispondente italiano. Parla, inoltre, di come e la traduzione in arabo; di come ha reagito il traduttore davanti questa lingua originale e di come ha compreso le ambiguita presenti nei Malavoglia.