J. Ellart (Interne des Hôpitaux) , V. Duquennoy-Martinot (Professeur des Universités, Chef de service)
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Abstract
Le orecchie a sventola costituiscono un inestetismo che è un motivo frequente di visita in chirurgia plastica, soprattutto nei bambini. In effetti, sono speso oggetto di derisione e commenti sprezzanti, che generano, in alcuni casi, difficoltà psicologiche o conflitti scolastici. Le orecchie a sventola sono il risultato di una o più anomalie congenite che possono associarsi tra di loro in vari gradi. Il difetto di plicatura dell’antelice, l’apertura dell’angolo cefaloconcale e l’ipertrofia della conca sono le più frequenti. La conoscenza dell’anatomia del padiglione normale e dei criteri antropometrici è indispensabile. Lo spessore della cartilagine condiziona la rigidità e l’elasticità del padiglione, mentre i suoi rilievi definiscono la forma e la posizione. Padroneggiare questi concetti è la base della chirurgia otoplastica. Essa mira a correggere le anomalie, rimodellando la cartilagine in modo da ottenere delle orecchie con delle plicature corrette, posizionate e orientate normalmente, simmetriche e di dimensioni e aspetto naturali. Associa diversi gesti che devono essere semplici e rapidi. L’incisione è retroauricolare; la dissecazione fino al piano mastoideo consente di identificare il muscolo retroauricolare che viene rimosso. Il modellamento dell’antelice mira a restituirgli un rilievo naturale chiudendo l’angolo scafoconcale. La conca è, quindi, infossata ed è ancorata saldamente al periostio premastoideo, il che ha, come conseguenza, la chiusura dell’angolo cefaloconcale. Possono, talvolta, essere realizzate delle resezioni cartilaginee della conca ipertrofica. Il risultato deve essere armonioso e duraturo. Ogni chirurgo adotta una tecnica che gli è propria adattandosi caso per caso per ottenere il risultato migliore, evitando le complicanze dominate dal rischio di infezione, fortunatamente eccezionale.