{"title":"Il paesaggio è anfibio. Per un nuovo immaginario idrologico","authors":"Annalisa Metta","doi":"10.36253/rv-14187","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"ABSTRCT | ITA Confrontarsi con l’acqua come ambito del progetto richiede un esercizio di sguardo e di concettualizzazione – intellettuale, grafica e spaziale – in grado di verificare e rinnovare molte delle tassonomie con cui comunemente si dispongono le forme, gli stati e i comportamenti di questa materia. Il testo che segue riflette sull’opportunità di interrogare le separazioni tra terra e acqua e volgersi piuttosto a considerare il paesaggio come un’inevitabile condizione anfibia, trovando indizi nelle ricerche di Anuradha Mathur e Dilip da Cuhna e nei progetti di alcuni luoghi iconici del patrimonio monumentale di Roma. Sebbene lontanissimi, per collocazione geografica e temporale, i due riferimenti convergono nel destabilizzare alcune convinzioni accreditate – ad esempio, l’esistenza dei fiumi, la separazione tra fiumi e città o tra edifici e spazi aperti – dimostrando che il paesaggio è il dominio dell’umidità con concentrazioni differenziate e che occorre aggiornare l’immaginario idrologico corrente per renderlo capace di generare nuovi strumenti ideativi e operativi, utili al progetto di paesaggio. \n \nABSTRCT | ENG Dealing with water as a field of design asks for making practices of gaze and conceptualization – of ideas, graphics, and spaces – to verify and renovate many taxonomies we usually consider for setting the shapes, states, and behaviours of this substance. The following paper ponders the chance to question the parting between water and land, and to consider landscape as an unescapable amphibious condition, looking for clues both in the research of Anuradha Mathur and Dilip da Cuhna and in the projects of some iconic sites of the monumental heritage in Rome. Even though they are so far, for geographical and temporal belonging, the two references converge toward destabilizing some granted ideas – such as, the existence of rivers, the separation between rives and cities, or between buildings and open spaces – giving evidence that landscape is the domain of wetness with different concentration and that we need to update our current hydrological imaginary to make it able to generate new conceiving and operating tools, useful to landscape design.","PeriodicalId":21272,"journal":{"name":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","volume":"14 12","pages":""},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-12-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Ri-Vista. Research for landscape architecture","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.36253/rv-14187","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
ABSTRCT | ITA Confrontarsi con l’acqua come ambito del progetto richiede un esercizio di sguardo e di concettualizzazione – intellettuale, grafica e spaziale – in grado di verificare e rinnovare molte delle tassonomie con cui comunemente si dispongono le forme, gli stati e i comportamenti di questa materia. Il testo che segue riflette sull’opportunità di interrogare le separazioni tra terra e acqua e volgersi piuttosto a considerare il paesaggio come un’inevitabile condizione anfibia, trovando indizi nelle ricerche di Anuradha Mathur e Dilip da Cuhna e nei progetti di alcuni luoghi iconici del patrimonio monumentale di Roma. Sebbene lontanissimi, per collocazione geografica e temporale, i due riferimenti convergono nel destabilizzare alcune convinzioni accreditate – ad esempio, l’esistenza dei fiumi, la separazione tra fiumi e città o tra edifici e spazi aperti – dimostrando che il paesaggio è il dominio dell’umidità con concentrazioni differenziate e che occorre aggiornare l’immaginario idrologico corrente per renderlo capace di generare nuovi strumenti ideativi e operativi, utili al progetto di paesaggio.
ABSTRCT | ENG Dealing with water as a field of design asks for making practices of gaze and conceptualization – of ideas, graphics, and spaces – to verify and renovate many taxonomies we usually consider for setting the shapes, states, and behaviours of this substance. The following paper ponders the chance to question the parting between water and land, and to consider landscape as an unescapable amphibious condition, looking for clues both in the research of Anuradha Mathur and Dilip da Cuhna and in the projects of some iconic sites of the monumental heritage in Rome. Even though they are so far, for geographical and temporal belonging, the two references converge toward destabilizing some granted ideas – such as, the existence of rivers, the separation between rives and cities, or between buildings and open spaces – giving evidence that landscape is the domain of wetness with different concentration and that we need to update our current hydrological imaginary to make it able to generate new conceiving and operating tools, useful to landscape design.
ABSTRCT | ITA 将水作为一个设计领域来处理,需要一种凝视和概念化的练习--智力的、图形的和空间的--能够验证和更新我们通常用来安排这种材料的形式、状态和行为的许多分类法。下文将反思质疑陆地和水域之间的分离是否恰当,并转而将景观视为一种不可避免的两栖状态,从阿努拉达-马图尔(Anuradha Mathur)和迪利普-达-库赫纳(Dilip da Cuhna)的研究以及罗马一些标志性古迹遗产的项目中寻找线索。尽管在地理和时间位置上相距甚远,但这两个参考文献在颠覆某些公认的信念(例如,河流的存在、河流与城市之间或建筑与开放空间之间的分离)方面是一致的,这表明景观是具有不同浓度的湿度的领域,有必要更新当前的水文想象,使其能够产生新的思想和操作工具,对景观设计有用。 ABSTRCT | ENG 把水作为一个设计领域来处理,要求我们对思想、图形和空间进行凝视和概念化实践,以验证和更新我们通常认为用于确定这种物质的形状、状态和行为的许多分类法。下面的论文将探讨如何质疑水与陆地之间的分离,并将景观视为一种不可避免的两栖条件,同时从阿努拉达-马图尔(Anuradha Mathur)和迪利普-达-库赫纳(Dilip da Cuhna)的研究以及罗马一些标志性古迹遗址的项目中寻找线索。尽管在地理和时间归属上相距甚远,但这两个参考文献趋向于颠覆一些固有的观念--如河流的存在、河流与城市之间或建筑与开放空间之间的分隔--从而证明景观是不同浓度的湿润领域,我们需要更新我们当前的水文想象,使其能够产生新的构思和操作工具,并对景观设计有用。