{"title":"1956-1964, incontrare l’America a Roma e Parigi. L’evoluzione del linguaggio figurativo di Giosetta Fioroni dalle tele informali agli Argenti","authors":"Letizia Giardini","doi":"10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp26-47","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Alla fine del 1957 Giosetta Fioroni lasciò l’Italia, con l’esigenza di trovare la propria dimensione identitaria all’interno del panorama artistico contemporaneo. Visse fino al 1963 anni di intenso nomadismo tra le sollecitazioni multiformi di Parigi, legata ancora alla tradizione delle avanguardie europee, e la realtà a lei familiare di Roma, che destava il crescente interesse di artisti, critici e collezionisti americani, nonostante gli equilibri precari della Guerra Fredda. Questo studio intende dimostrare come le modalità non continuative del soggiorno francese, insieme alla distanza geografica e culturale dall’ambiente della sua formazione, permisero all’artista di giungere alla sintesi di un nuovo linguaggio figurativo che scardinava, nel fluire dei grafismi, le precedenti abitudini compositive informali. Esplorando e cristallizzando l’aspetto transeunte del ricordo, i disegni e le carte anticiparono dal 1958 elementi pittorici e tecniche che contraddistinsero, in seguito, gli Argenti. Attraverso la ricostruzione delle mostre e delle relazioni internazionali di Giosetta Fioroni, è stato analiticamente indagato, per la prima volta, il ruolo centrale di alcune figure per il suo percorso di maturazione umano e professionale, dai découvreurs de talents delle galeries pilotes Facchetti e Breteau, al collezionista Henry Fara. L’identificazione della persona di Gerard Michel ha consentito, inoltre, di anticipare la data dei primi contatti con la Francia al 1956.","PeriodicalId":373638,"journal":{"name":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","volume":"70 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-10-19","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"L'uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.54103/2974-6620/uon.n21_2023_pp26-47","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Alla fine del 1957 Giosetta Fioroni lasciò l’Italia, con l’esigenza di trovare la propria dimensione identitaria all’interno del panorama artistico contemporaneo. Visse fino al 1963 anni di intenso nomadismo tra le sollecitazioni multiformi di Parigi, legata ancora alla tradizione delle avanguardie europee, e la realtà a lei familiare di Roma, che destava il crescente interesse di artisti, critici e collezionisti americani, nonostante gli equilibri precari della Guerra Fredda. Questo studio intende dimostrare come le modalità non continuative del soggiorno francese, insieme alla distanza geografica e culturale dall’ambiente della sua formazione, permisero all’artista di giungere alla sintesi di un nuovo linguaggio figurativo che scardinava, nel fluire dei grafismi, le precedenti abitudini compositive informali. Esplorando e cristallizzando l’aspetto transeunte del ricordo, i disegni e le carte anticiparono dal 1958 elementi pittorici e tecniche che contraddistinsero, in seguito, gli Argenti. Attraverso la ricostruzione delle mostre e delle relazioni internazionali di Giosetta Fioroni, è stato analiticamente indagato, per la prima volta, il ruolo centrale di alcune figure per il suo percorso di maturazione umano e professionale, dai découvreurs de talents delle galeries pilotes Facchetti e Breteau, al collezionista Henry Fara. L’identificazione della persona di Gerard Michel ha consentito, inoltre, di anticipare la data dei primi contatti con la Francia al 1956.