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Abstract
I concorsi di architettura a Brera tra xix e xx secolo costituiscono un interessante terreno di studio per indagare i rapporti tra l'Accademia e Milano, superando in molti casi il mero esercizio didattico per trasformarsi in un laboratorio ideale sul progetto della città. A cominciare dai grandi concorsi di età napoleonica, che dovevano verificare se vi fossero «opere pubbliche da eseguire appartenenti alle Belle Arti», fino ai concorsi di istituzione privata Canonica e Vittadini, che negli anni postunitari erano destinati a progetti edilizi di interesse cittadino, i concorsi braidensi hanno infatti affrontato attrezzature urbane necessarie al processo di modernizzazione della città o hanno ipotizzato interventi su edifici esistenti in relazione alle trasformazioni delle aree centrali, spesso in parallelo alle iniziative concrete promosse dall'amministrazione municipale.