M. Brebion , L. Ossé , X. Repéssé , G. Orliaguet , H. Keita
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Abstract
Le emorragie ostetriche comprendono i sanguinamenti ante-partum e post-partum. L’emorragia ante-partum complica il 2-4% delle gravidanze. Le cause più frequenti sono la malposizione e il distacco della placenta, anche se l’origine del sanguinamento rimane indeterminata in quasi il 50% dei casi. La quantificazione delle perdite ematiche, in questo particolare contesto, è spesso sottostimata. La valutazione delle ripercussioni richiede quindi la ricerca di segni clinici di insufficienza emodinamica per aiutare a graduare la gravità dell’emorragia e per orientare verso una gestione anestesiologica e ostetrica precoce. L’emorragia del post-partum, da parte sua, complica il 5-10% dei parti a seconda del metodo di quantificazione del sanguinamento. È definita da una perdita ematica superiore o uguale a 500 ml nelle 24 ore dopo un parto vaginale o cesareo. Si parla di emorragia del post-partum grave quando il sanguinamento supera I 1 000 ml. Le principali cause di emorragia del post-partum sono l’atonia uterina, la ritenzione della placenta e la lesione del canale del parto. L’emorragia del post-partum è stata la causa dell’8,4% delle morti materne in Francia tra il 2013 e il 2015 (1,2 decessi per 100 000 nati vivi). La rapidità della diagnosi e della presa in carico sono fondamentali per ridurre la morbimortalità materna legata all’emorragia del post-partum. La gestione sarà sempre multidisciplinare e svolta contemporaneamente tra l’equipe ostetrica e quella anestesiologica. In caso di insuccesso delle misure iniziali (ossitocina, parto artificiale, revisione uterina, esame del canale del parto), la gestione delle forme gravi prevede una rianimazione attiva (riempimento vascolare, agenti vasoattivi), interventi per il controllo del sanguinamento (sulprostone, tamponamento intrauterino, procedure chirurgiche, embolizzazione arteriosa) e la correzione della coagulopatia (somministrazione di prodotti ematici labili e di agenti emostatici).