{"title":"Tecnica di espansione dei tessuti molli","authors":"V. Duquennoy-Martinot, A. Belkhou, P. Guerreschi","doi":"10.1016/S1769-6704(25)50135-3","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><div>L’espansione tissutale consente di aumentare la superficie cutanea distendendo gradualmente la pelle, grazie a un dispositivo gonfiabile per via esterna e impiantato temporaneamente. Ampiamente utilizzata in chirurgia plastica pediatrica per la rimozione di lesioni cutanee di grandi dimensioni come il nevo gigante, questa tecnica è interessante anche per il trattamento delle sequele di ustioni o per la ricostruzione mammaria. Il protocollo dura da 2 a 4 mesi e richiede due interventi separati da un periodo di gonfiaggio settimanale. Durante il primo intervento, la o le protesi vengono posizionate mediante un’incisione corta, poi viene avviato il gonfiaggio con soluzione fisiologica dopo un tempo di 15 giorni per la cicatrizzazione. Durante il secondo intervento, il dispositivo e la lesione vengono rimossi e la ricostruzione viene il più delle volte eseguita mediante un semplice lembo di avanzamento tissutale. Apparentemente semplice, l’espansione richiede tuttavia una pianificazione precisa, in particolare per la scelta delle protesi (forma, volume e numero), per il loro posizionamento e per il tipo di ricostruzione, ma anche per evitare complicanze dominate dal rischio di infezione. Se eseguita correttamente, consente di apportare delle soluzioni ricostruttive, in particolare per la correzione dell’alopecia cicatriziale e delle grandi aree cicatriziali o anche per la ricostruzione mammaria nelle donne che rifiutano i lembi o nelle pazienti affette da sindrome di Poland.</div></div>","PeriodicalId":100455,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","volume":"23 1","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2025-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia Plastica? Ricostruttiva ed Estetica","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1769670425501353","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
L’espansione tissutale consente di aumentare la superficie cutanea distendendo gradualmente la pelle, grazie a un dispositivo gonfiabile per via esterna e impiantato temporaneamente. Ampiamente utilizzata in chirurgia plastica pediatrica per la rimozione di lesioni cutanee di grandi dimensioni come il nevo gigante, questa tecnica è interessante anche per il trattamento delle sequele di ustioni o per la ricostruzione mammaria. Il protocollo dura da 2 a 4 mesi e richiede due interventi separati da un periodo di gonfiaggio settimanale. Durante il primo intervento, la o le protesi vengono posizionate mediante un’incisione corta, poi viene avviato il gonfiaggio con soluzione fisiologica dopo un tempo di 15 giorni per la cicatrizzazione. Durante il secondo intervento, il dispositivo e la lesione vengono rimossi e la ricostruzione viene il più delle volte eseguita mediante un semplice lembo di avanzamento tissutale. Apparentemente semplice, l’espansione richiede tuttavia una pianificazione precisa, in particolare per la scelta delle protesi (forma, volume e numero), per il loro posizionamento e per il tipo di ricostruzione, ma anche per evitare complicanze dominate dal rischio di infezione. Se eseguita correttamente, consente di apportare delle soluzioni ricostruttive, in particolare per la correzione dell’alopecia cicatriziale e delle grandi aree cicatriziali o anche per la ricostruzione mammaria nelle donne che rifiutano i lembi o nelle pazienti affette da sindrome di Poland.