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Abstract
Il presente articolo offre un attraversamento del tema, ma sarebbe meglio dire del “sentimento” della notte, nella poesia di Volponi, nella quale è presente sin dalle prime raccolte, e non cessa di prodursi in immagini intense nei versi della maturità e della vecchiaia. In particolare, si intende dimostrare la problematica evoluzione della notte dalla originaria dimensione lirica, legata alle stagioni naturali della terra, in cerca di una simbiosi con la vita interiore del poeta (sulla quale la bufera bellica ha lasciato ferito e cicatrici), a una nuova lucida e a volte angosciata percezione della notte, ormai tradita dall’uomo che la proietta su uno sfondo insonne e inerte di struggenti fantasmi lirici (come per esempio la luna).