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Abstract
La liberta non ha un significato univoco nell’opera di Locke, nonostante la sua centralita. E intesa come un dovere e un diritto, ma anche come un potere o, come si sostiene in questa sede, come uno stato. Le variazioni dell’idea di liberta tra il Saggio sull’intelletto umano (1690) e il Secondo trattato sul governo (1690), tra le edizioni e in relazione a testi giovanili o posteriori, come Ragionevolezza del cristianesimo (1695), permettono di pensare la liberta come problema (soprattutto politico) prima che come evidenza. Essa si afferma come la caratteristica piu eccelsa della natura umana e allo stesso tempo come sintomo della sua precarieta e corruzione. La liberta segue lo stesso percorso della ragione, in un pensatore che scrive per indagare i loro limiti, non per considerarli aggirabili.