{"title":"Il mito fondativo di Europa e le sfide pedagogiche attuali","authors":"Massimiliano Tarozzi","doi":"10.6092/ISSN.1825-8670/9408","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Alla vigilia di un’importante elezione europea che qualcuno vuole ridurre a un derby fra sovranisti e globalisti, è sorprendente e sconcertante riflettere sul mito fondativo di Europa. Secondo la mitologia classica Europa era la figlia di Agenore, re di Tiro, città fenicia, tuttora esistente a una novantina di chilometri a sud di Beirut, nel Libano meridionale. Esiodo e successivamente Ovidio raccontano che la ragazza fosse bellissima, tanto che lo spregiudicato Zeus se ne invaghì e volle a tutti i costi possederla.Ma viste le sue virtuose resistenze, ricorse come spesso faceva a uno stratagemma: si trasformò in un bellissimo toro bianco e si presentò a lei mentre giocava sulla spiaggia insieme ad alcune amiche. Attratta da quell’insolito toro mansueto Europa vi salì in groppa. A quel punto, Zeus-toro si tuffò in acqua e si allontanò dalla riva rapendo la fanciulla. Poi il racconto si fa confuso: probabilmente Zeus le usò violenza tanto che quando dopo lungo peregrinare attraverso il Mediterraneo la scaricò sulle spiagge dell’isola di Creta, la fanciulla era incinta. Di certo, dall’unione con Zeus nacquero tre figli, fra i quali Minosse che sarebbe divenuto re di Creta. Fu proprio il figlio semidio che per onorare la madre volle intitolare tutte le terre a nord di Creta con il suo nome, che ancora oggi portano. Benché sia sempre rischioso leggere con le categorie del contemporaneo i miti classici, cosa ci dice il mito del ratto d’Europa che ha variamente ispirato l’immaginazione di artisti post-rinascimentali come Tiepolo, Tiziano, Veronese o Rembrandt? Prima di tutto che il nostro continente prende il nome da una libanese rifugiata in un paese dell’attuale Unione Europea. Europa, strappata contro la sua volontà e in modo violento dalla sua patria, probabilmente stuprata dal suo rapitore ottiene però asilo in una nuova terra dove anzi riesce a ricostruire un futuro. Inoltre, il mito celebra una fondazione basata su un incontro interculturale fra la lingua e la civiltà fenicia e quella greca che fino ad allora rappresentavano mondi distanti e incomunicabili. Inevitabilmente, infine, questo mito ci ricorda come quella stessa terra che accoglieva rifugiati e richiedenti asilo e anzi ne porta il nome, oggi chiude le sue frontiere a coloro che fuggono dalla povertà, dalla guerra, dalle persecuzioni. Questo mito, insieme ad altri come quello del troiano (e quindi turco) Enea, che fugge dalla guerra e dalla sua città natale in fiamme e sbarca come profugo sulle coste laziali e diviene il capostipite della romanità, comunque li si voglia interpretare, ci interpellano rispetto al valore etico della solidarietà e alle sue origini antiche.","PeriodicalId":38147,"journal":{"name":"Encyclopaideia","volume":" ","pages":"1-4"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2019-05-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"1","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"Encyclopaideia","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.6092/ISSN.1825-8670/9408","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"Q4","JCRName":"Social Sciences","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Alla vigilia di un’importante elezione europea che qualcuno vuole ridurre a un derby fra sovranisti e globalisti, è sorprendente e sconcertante riflettere sul mito fondativo di Europa. Secondo la mitologia classica Europa era la figlia di Agenore, re di Tiro, città fenicia, tuttora esistente a una novantina di chilometri a sud di Beirut, nel Libano meridionale. Esiodo e successivamente Ovidio raccontano che la ragazza fosse bellissima, tanto che lo spregiudicato Zeus se ne invaghì e volle a tutti i costi possederla.Ma viste le sue virtuose resistenze, ricorse come spesso faceva a uno stratagemma: si trasformò in un bellissimo toro bianco e si presentò a lei mentre giocava sulla spiaggia insieme ad alcune amiche. Attratta da quell’insolito toro mansueto Europa vi salì in groppa. A quel punto, Zeus-toro si tuffò in acqua e si allontanò dalla riva rapendo la fanciulla. Poi il racconto si fa confuso: probabilmente Zeus le usò violenza tanto che quando dopo lungo peregrinare attraverso il Mediterraneo la scaricò sulle spiagge dell’isola di Creta, la fanciulla era incinta. Di certo, dall’unione con Zeus nacquero tre figli, fra i quali Minosse che sarebbe divenuto re di Creta. Fu proprio il figlio semidio che per onorare la madre volle intitolare tutte le terre a nord di Creta con il suo nome, che ancora oggi portano. Benché sia sempre rischioso leggere con le categorie del contemporaneo i miti classici, cosa ci dice il mito del ratto d’Europa che ha variamente ispirato l’immaginazione di artisti post-rinascimentali come Tiepolo, Tiziano, Veronese o Rembrandt? Prima di tutto che il nostro continente prende il nome da una libanese rifugiata in un paese dell’attuale Unione Europea. Europa, strappata contro la sua volontà e in modo violento dalla sua patria, probabilmente stuprata dal suo rapitore ottiene però asilo in una nuova terra dove anzi riesce a ricostruire un futuro. Inoltre, il mito celebra una fondazione basata su un incontro interculturale fra la lingua e la civiltà fenicia e quella greca che fino ad allora rappresentavano mondi distanti e incomunicabili. Inevitabilmente, infine, questo mito ci ricorda come quella stessa terra che accoglieva rifugiati e richiedenti asilo e anzi ne porta il nome, oggi chiude le sue frontiere a coloro che fuggono dalla povertà, dalla guerra, dalle persecuzioni. Questo mito, insieme ad altri come quello del troiano (e quindi turco) Enea, che fugge dalla guerra e dalla sua città natale in fiamme e sbarca come profugo sulle coste laziali e diviene il capostipite della romanità, comunque li si voglia interpretare, ci interpellano rispetto al valore etico della solidarietà e alle sue origini antiche.