{"title":"Ischemia mesenterica","authors":"P.-R. Delmotte , C. Fron , A. Monsel","doi":"10.1016/S1283-0771(23)47674-8","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>L’ischemia mesenterica è definita come un’aggressione intestinale correlata a insufficienza vascolare o più precisamente come un’inadeguata corrispondenza tra le esigenze metaboliche degli organi viscerali e il flusso sanguigno splancnico. Può interessare sia l’intestino tenue che il colon e può essere acuta, costituendo un’emergenza vitale assoluta con elevata mortalità, oppure cronica. In entrambe le forme, si distinguono le cause occlusive, arteriose o venose, da quelle non occlusive per le quali la prognosi è peggiore. I segni clinici dell’ischemia mesenterica non sono molto specifici e spesso portano a una diagnosi tardiva. Nessun esame biologico isolato la consente fino a oggi ed è il più delle volte basata sulla realizzazione di un’angio-TC addominale e/o di un’endoscopia digestiva. Nelle forme acute, il rischio è la rapida evoluzione verso una necrosi intestinale transmurale irreversibile, suggerita dalla comparsa di una o più disfunzioni d’organo, di un’iperlattatemia (> 2 mmol/l) o di segni radiologici indicativi di complicanze. La gestione delle forme precoci (non complicate) è multimodale e si affida senza indugio a un approccio medico che combina delle misure di rianimazione, una terapia antibiotica endovenosa o anche orale e, quando possibile, un trattamento della causa con una rivascolarizzazione dell’intestino vitale. Nelle forme tardive o complicate, un trattamento chirurgico con resezione della necrosi intestinale è indicato in urgenza. Nelle forme croniche sintomatiche, la sfida è prevenire la progressione verso l’ischemia acuta mediante un trattamento endovascolare o chirurgico, seguito da una rinutrizione prudente e da una gestione dei fattori di rischio cardiovascolare. L’ischemia del colon, più frequente dell’ischemia mesenterica del tenue, presenta vari meccanismi fisiopatologici simili; le forme non occlusive sono tuttavia predominanti. Il coinvolgimento del colon destro si unisce alla prognosi di ischemia mesenterica del tenue, mentre il coinvolgimento del colon trasverso e sinistro, corrispondenti al territorio dell’arteria mesenterica inferiore, ha una prognosi meno grave per cui un trattamento medico conservativo è il più delle volte possibile. L’ischemia del colon è quindi trattata separatamente in questo capitolo. La gestione dell’ischemia intestinale è in tutti i casi un’emergenza e deve essere multidisciplinare, meglio se con filiere di gestione dedicate.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"28 2","pages":"Pages 1-13"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2023-05-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Anestesia-Rianimazione","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283077123476748","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
L’ischemia mesenterica è definita come un’aggressione intestinale correlata a insufficienza vascolare o più precisamente come un’inadeguata corrispondenza tra le esigenze metaboliche degli organi viscerali e il flusso sanguigno splancnico. Può interessare sia l’intestino tenue che il colon e può essere acuta, costituendo un’emergenza vitale assoluta con elevata mortalità, oppure cronica. In entrambe le forme, si distinguono le cause occlusive, arteriose o venose, da quelle non occlusive per le quali la prognosi è peggiore. I segni clinici dell’ischemia mesenterica non sono molto specifici e spesso portano a una diagnosi tardiva. Nessun esame biologico isolato la consente fino a oggi ed è il più delle volte basata sulla realizzazione di un’angio-TC addominale e/o di un’endoscopia digestiva. Nelle forme acute, il rischio è la rapida evoluzione verso una necrosi intestinale transmurale irreversibile, suggerita dalla comparsa di una o più disfunzioni d’organo, di un’iperlattatemia (> 2 mmol/l) o di segni radiologici indicativi di complicanze. La gestione delle forme precoci (non complicate) è multimodale e si affida senza indugio a un approccio medico che combina delle misure di rianimazione, una terapia antibiotica endovenosa o anche orale e, quando possibile, un trattamento della causa con una rivascolarizzazione dell’intestino vitale. Nelle forme tardive o complicate, un trattamento chirurgico con resezione della necrosi intestinale è indicato in urgenza. Nelle forme croniche sintomatiche, la sfida è prevenire la progressione verso l’ischemia acuta mediante un trattamento endovascolare o chirurgico, seguito da una rinutrizione prudente e da una gestione dei fattori di rischio cardiovascolare. L’ischemia del colon, più frequente dell’ischemia mesenterica del tenue, presenta vari meccanismi fisiopatologici simili; le forme non occlusive sono tuttavia predominanti. Il coinvolgimento del colon destro si unisce alla prognosi di ischemia mesenterica del tenue, mentre il coinvolgimento del colon trasverso e sinistro, corrispondenti al territorio dell’arteria mesenterica inferiore, ha una prognosi meno grave per cui un trattamento medico conservativo è il più delle volte possibile. L’ischemia del colon è quindi trattata separatamente in questo capitolo. La gestione dell’ischemia intestinale è in tutti i casi un’emergenza e deve essere multidisciplinare, meglio se con filiere di gestione dedicate.