J.-B. Ricco MD, PhD, Professeur des Universités , G. Illuminati MD, Professeur des Universités , A. Hertault MD, PhD, praticien hospitalier
{"title":"Bypass aortobifemorale: tecnica chirurgica e complicanze","authors":"J.-B. Ricco MD, PhD, Professeur des Universités , G. Illuminati MD, Professeur des Universités , A. Hertault MD, PhD, praticien hospitalier","doi":"10.1016/S1283-0801(21)45632-3","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>La rivascolarizzazione aortobifemorale per lesioni occlusive fa ricorso, il più delle volte, a tecniche endovascolari in prima intenzione. Ma, quando le lesioni occlusive sono troppo estese o i trattamenti endovascolari hanno fallito, diviene indispensabile il trattamento chirurgico a cielo aperto. Sono, qui, descritte le diverse tecniche di rivascolarizzazione aortobifemorale a cielo aperto per lesioni occlusive, enfatizzando i dettagli tecnici essenziali per evitare la maggior parte delle complicanze postoperatorie e anche per sperare in un risultato duraturo, poiché la caratteristica delle rivascolarizzazioni aortoiliache è la loro eccellente pervietà a cinque o a dieci anni. Particolare enfasi è stata posta sull’importanza della rivascolarizzazione dell’arteria femorale profonda quando l’arteria femorale comune è patologica. È stato dettagliato il trattamento delle complicanze postoperatorie, così come quello delle complicanze più tardive. Questo articolo, che poteva sembrare banale 20 anni fa, quando tutti i chirurghi vascolari in formazione avevano abitudine ed esperienza nella chirurgia a cielo aperto, è particolarmente utile oggi, a causa della predominanza delle procedure endovascolari. La chirurgia aortica a cielo aperto è più rara, insegnata meno bene, ed è addirittura divenuta una sfida impegnativa per i più giovani. Si tratta comunque di una chirurgia che dà risultati praticamente costanti e duraturi in pazienti a rischio chirurgico medio. Lo scopo di questo articolo, e soprattutto per i giovani colleghi, è conoscere i dettagli della chirurgia aortica nei pazienti con malattia occlusiva, tanto più importante in quanto i pazienti che oggi ne devono beneficiare sono i più complicati dal punto di vista lesionale e in cui spesso l’intervento è proposto dopo ripetuti insuccessi del trattamento endovascolare.</p></div>","PeriodicalId":100458,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","volume":"26 4","pages":"Pages 1-22"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2021-11-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche Vascolare","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283080121456323","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
La rivascolarizzazione aortobifemorale per lesioni occlusive fa ricorso, il più delle volte, a tecniche endovascolari in prima intenzione. Ma, quando le lesioni occlusive sono troppo estese o i trattamenti endovascolari hanno fallito, diviene indispensabile il trattamento chirurgico a cielo aperto. Sono, qui, descritte le diverse tecniche di rivascolarizzazione aortobifemorale a cielo aperto per lesioni occlusive, enfatizzando i dettagli tecnici essenziali per evitare la maggior parte delle complicanze postoperatorie e anche per sperare in un risultato duraturo, poiché la caratteristica delle rivascolarizzazioni aortoiliache è la loro eccellente pervietà a cinque o a dieci anni. Particolare enfasi è stata posta sull’importanza della rivascolarizzazione dell’arteria femorale profonda quando l’arteria femorale comune è patologica. È stato dettagliato il trattamento delle complicanze postoperatorie, così come quello delle complicanze più tardive. Questo articolo, che poteva sembrare banale 20 anni fa, quando tutti i chirurghi vascolari in formazione avevano abitudine ed esperienza nella chirurgia a cielo aperto, è particolarmente utile oggi, a causa della predominanza delle procedure endovascolari. La chirurgia aortica a cielo aperto è più rara, insegnata meno bene, ed è addirittura divenuta una sfida impegnativa per i più giovani. Si tratta comunque di una chirurgia che dà risultati praticamente costanti e duraturi in pazienti a rischio chirurgico medio. Lo scopo di questo articolo, e soprattutto per i giovani colleghi, è conoscere i dettagli della chirurgia aortica nei pazienti con malattia occlusiva, tanto più importante in quanto i pazienti che oggi ne devono beneficiare sono i più complicati dal punto di vista lesionale e in cui spesso l’intervento è proposto dopo ripetuti insuccessi del trattamento endovascolare.