{"title":"Anestesia in chirurgia ortopedica","authors":"L. Rousseau, M. Raucoules-Aimé, R. Rozier","doi":"10.1016/S1283-0771(20)44494-9","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>Le specificità dell’anestesia in chirurgia ortopedica/traumatologica sono: prima dell’intervento, la valutazione dei rischi infettivi, emorragici e trombotici e l’informazione del paziente sulla gestione degli analgesici; durante l’intervento, l’installazione del paziente, la gestione dei rischi specifici associati all’uso del laccio emostatico all’arto e del cemento chirurgico e la gestione dei rischi correlati alle osteotomie e alle fratture (embolia adiposa, rischio emorragico, rischio infettivo); dopo l’intervento, l’analgesia postoperatoria (PO), la riabilitazione migliorata e il rischio di trombosi PO; infine, la considerazione di specifiche condizioni (spondiloartropatie e scoliosi). La chirurgia degli arti inferiori è sempre più frequente (artrosi invalidante) e spesso riguarda pazienti anziani con punteggi ASA più elevati e, quindi, più propensi a presentare complicanze. Nella chirurgia protesica programmata dell’anca o del ginocchio, diversi studi (comprese diverse metanalisi) sono a favore dell’anestesia spinale (AS). Nella chirurgia per protesi totale d’anca (PTA), la scelta della via d’accesso deve essere guidata dall’esperienza del chirurgo e dalle peculiarità anatomiche del paziente. La protesi di ginocchio (PTG) è, insieme alla PTA, la protesi ortopedica più frequente. Dopo PTG, un’analgesia PO inefficace è un ostacolo alla riabilitazione e al recupero funzionale. È anche una fonte di dolori cronici PO (DCPO). I blocchi nervosi periferici hanno dimostrato tutto il loro interesse. La frattura dell’estremità superiore del femore (FESF) è una delle urgenze ortopediche più frequenti ed è associata a un alto rischio di scompenso dei difetti, di sindrome da scivolamento, di disabilità e di mortalità. La gestione multidisciplinare da parte di un’equipe di riferimento (anestesisti, chirurghi, geriatri) permette di ridurre la morbimortalità. La posizione semiseduta, detta della “beach chair”, è indicata per l’installazione in chirurgia della spalla, artroscopia inclusa. Questa posizione espone a complicanze neurologiche secondarie a un basso flusso cerebrale o a uno stiramento del plesso brachiale o, anche, del XII paio di nervi cranici e alla compressione dei nervi sciatici. L’utilizzo di un catetere perinervoso (BIS) è indicato in tutti gli interventi chirurgici con elevata soglia del dolore (artroplastica, chirurgia della cuffia dei rotatori, artrolisi). Negli interventi chirurgici periferici, della mano e del piede, l’anestesia locoregionale (ALR) occupa un posto importante.</p></div>","PeriodicalId":100410,"journal":{"name":"EMC - Anestesia-Rianimazione","volume":"26 1","pages":"Pages 1-14"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2021-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1283-0771(20)44494-9","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Anestesia-Rianimazione","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1283077120444949","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
Le specificità dell’anestesia in chirurgia ortopedica/traumatologica sono: prima dell’intervento, la valutazione dei rischi infettivi, emorragici e trombotici e l’informazione del paziente sulla gestione degli analgesici; durante l’intervento, l’installazione del paziente, la gestione dei rischi specifici associati all’uso del laccio emostatico all’arto e del cemento chirurgico e la gestione dei rischi correlati alle osteotomie e alle fratture (embolia adiposa, rischio emorragico, rischio infettivo); dopo l’intervento, l’analgesia postoperatoria (PO), la riabilitazione migliorata e il rischio di trombosi PO; infine, la considerazione di specifiche condizioni (spondiloartropatie e scoliosi). La chirurgia degli arti inferiori è sempre più frequente (artrosi invalidante) e spesso riguarda pazienti anziani con punteggi ASA più elevati e, quindi, più propensi a presentare complicanze. Nella chirurgia protesica programmata dell’anca o del ginocchio, diversi studi (comprese diverse metanalisi) sono a favore dell’anestesia spinale (AS). Nella chirurgia per protesi totale d’anca (PTA), la scelta della via d’accesso deve essere guidata dall’esperienza del chirurgo e dalle peculiarità anatomiche del paziente. La protesi di ginocchio (PTG) è, insieme alla PTA, la protesi ortopedica più frequente. Dopo PTG, un’analgesia PO inefficace è un ostacolo alla riabilitazione e al recupero funzionale. È anche una fonte di dolori cronici PO (DCPO). I blocchi nervosi periferici hanno dimostrato tutto il loro interesse. La frattura dell’estremità superiore del femore (FESF) è una delle urgenze ortopediche più frequenti ed è associata a un alto rischio di scompenso dei difetti, di sindrome da scivolamento, di disabilità e di mortalità. La gestione multidisciplinare da parte di un’equipe di riferimento (anestesisti, chirurghi, geriatri) permette di ridurre la morbimortalità. La posizione semiseduta, detta della “beach chair”, è indicata per l’installazione in chirurgia della spalla, artroscopia inclusa. Questa posizione espone a complicanze neurologiche secondarie a un basso flusso cerebrale o a uno stiramento del plesso brachiale o, anche, del XII paio di nervi cranici e alla compressione dei nervi sciatici. L’utilizzo di un catetere perinervoso (BIS) è indicato in tutti gli interventi chirurgici con elevata soglia del dolore (artroplastica, chirurgia della cuffia dei rotatori, artrolisi). Negli interventi chirurgici periferici, della mano e del piede, l’anestesia locoregionale (ALR) occupa un posto importante.