J.-M. Thomassin (Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service), A. Branchereau (Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service), P.-É. Magnan (Professeur des Universités, praticien hospitalier), S. Malikof (Praticien hospitalier), P. Dessi (Professeur des Universités, praticien hospitalier), A. Bailhache (Assistant des Hôpitaux, chef de clinique), J.-B. Danvin (Assistant des Hôpitaux, chef de clinique)
{"title":"Accesso chirurgico all’arteria carotide interna intrapetrosa","authors":"J.-M. Thomassin (Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service), A. Branchereau (Professeur des Universités, praticien hospitalier, chef de service), P.-É. Magnan (Professeur des Universités, praticien hospitalier), S. Malikof (Praticien hospitalier), P. Dessi (Professeur des Universités, praticien hospitalier), A. Bailhache (Assistant des Hôpitaux, chef de clinique), J.-B. Danvin (Assistant des Hôpitaux, chef de clinique)","doi":"10.1016/S1292-3036(09)70116-6","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>L’arteria carotide interna cervicale alta, profondamente nascosta sotto la base cranica, ha un accesso chirurgico difficile. Le lesioni displasiche, aneurismatiche o traumatiche, giustificano il controllo di questo asse vascolare. Gli autori espongono una tecnica chirurgica con accesso infratemporale anteriore senza deviazione del nervo facciale né sacrificio della funzione uditiva. I tempi operatori chiave sono la lussazione in avanti del condilo mandibolare dopo una dissezione sottoperiostea, che consente un accesso diretto allo spazio intergiugulocarotideo, e la fresatura dell’apofisi vaginale dell’osso timpanico, che apre l’accesso alla faccia posteroesterna della porzione verticale del canale carotideo. Questo intervento richiede una stretta collaborazione tra otorinolaringoiatra e chirurgo vascolare. Il controllo dell’arteria carotide interna così ottenuto permette di trattare con la chirurgia vascolare ricostruttiva alcune lesioni giudicate inoperabili fino a qualche anno or sono. Questa tecnica, che permette di eludere il sacrificio della funzione uditiva evitando sequele estetiche facciali, si rivela particolarmente interessante da quando è stato riscontrato che le lesioni displasiche della carotide interna sono bilaterali nel 60–70% dei casi.</p></div>","PeriodicalId":100453,"journal":{"name":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale","volume":"13 1","pages":"Pages 1-8"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2009-01-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"https://sci-hub-pdf.com/10.1016/S1292-3036(09)70116-6","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Tecniche Chirurgiche - Chirurgia ORL e Cervico-Facciale","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1292303609701166","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
L’arteria carotide interna cervicale alta, profondamente nascosta sotto la base cranica, ha un accesso chirurgico difficile. Le lesioni displasiche, aneurismatiche o traumatiche, giustificano il controllo di questo asse vascolare. Gli autori espongono una tecnica chirurgica con accesso infratemporale anteriore senza deviazione del nervo facciale né sacrificio della funzione uditiva. I tempi operatori chiave sono la lussazione in avanti del condilo mandibolare dopo una dissezione sottoperiostea, che consente un accesso diretto allo spazio intergiugulocarotideo, e la fresatura dell’apofisi vaginale dell’osso timpanico, che apre l’accesso alla faccia posteroesterna della porzione verticale del canale carotideo. Questo intervento richiede una stretta collaborazione tra otorinolaringoiatra e chirurgo vascolare. Il controllo dell’arteria carotide interna così ottenuto permette di trattare con la chirurgia vascolare ricostruttiva alcune lesioni giudicate inoperabili fino a qualche anno or sono. Questa tecnica, che permette di eludere il sacrificio della funzione uditiva evitando sequele estetiche facciali, si rivela particolarmente interessante da quando è stato riscontrato che le lesioni displasiche della carotide interna sono bilaterali nel 60–70% dei casi.