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"Quale mondo scelgo per me?" La scissione psichica come metafora politica.
L'articolo prende spunto da un sogno, nel quale gli abitanti si trovano in un mondo improvvisamente spaccato in due, isolati gli uni dagli altri, per effetto di un cataclisma naturale. Come l'autrice cerca di evidenziare, la crescente tendenza della società occidentale contemporanea verso i processi dissociativi appare collegata alla dinamica di opposizione psichica fra naturale e artificiale, individuo e cosmo, soggetto e comunità.Il taglio, la scissione tra mondi, spazio interno e esterno, sono espressione di un paradigma economico volto al controllo, all'utile, al vantaggio competitivo, che nega il nesso di corrispondenza fra la sfera naturale e spirituale, politica e sociale. La coscienza individuale e collettiva, chiusa nella propria autoreferenzialità, sempre più incapace di integrare i contenuti dell'alterità e molteplicità, è soggetta a processi di scissione psichica, all'attivazione di emozioni, fantasie inconsce: ossessioni identitarie, fanatismi persecutori, infezioni psichiche. Si tratta, invece, di interrogarsi sulle possibilità di azione e collaborazione sociale e politica, di creatività psichica, là dove l'umano, il vivente, l'organico e l'inorganico si imprimono, si fanno natura e storia in una dinamica trasformativa, tra contraddizioni e generazioni.