{"title":"一切都会好起来的","authors":"D. Bruzzone","doi":"10.6092/ISSN.1825-8670/10844","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"A quanto pare, che il termine “crisi” in cinese significhi al tempo stesso “opportunità” è un luogo comunepiuttosto infondato. Fu forse il presidente americano JohnFitzgeraldKennedy a rendere famosa questa affermazione, e tuttavia – ancorché suggestivo – si trattava di un equivoco. La parola危機 (weiji, crisi) è composta infatti da due ideogrammi: 機 (ji) rappresenta un oggetto ligneo, più precisamente un telaio (quindi una macchina, un ingranaggio). Ma ciò che determina il significato della locuzione è il carattere 危 (wei) che denota un pericolo, qualcosa di rischioso e di difficile gestione. Il significato di 危機non è, dunque, “opportunità”, bensì “meccanismopericoloso”. Potremmodire, nellamigliore delle ipotesi, che “crisi” indica un “momento cruciale”, il cui esito è tuttavia assolutamente incerto. Del resto, anche l’etimologia greca (da krino, separare, giudicare) suggerisce un prudente discernimento, più che un ottimismo ingenuo. In effetti tutti sappiamo (e forse qualche volta lo abbiamo sperimentato in prima persona) che una congiuntura critica, un momento difficile, perfino estremo, possono essere paradossali occasioni di apprendimento e di cambiamento. Lo psichiatra viennese Viktor Frankl, con l’autorevolezza del sopravvissuto a quattro campi di concentramento, osava affermare perfino che la sofferenza può essere fonte di crescita, maturazione e arricchimento personale (Frankl, 2001, p. 143), soprattutto quando si riesce a “metabolizzarla” trasformando quel “materiale grezzo”, che è la situazione in cui ci si trova, in una prestazione spirituale, attraverso l’esercizio dell’atteggiamento: “chi soffre non può più formare il suo destino dall’esterno, ma la sofferenza gli consente di dominare il destino dall’interno, trasportandolo dal piano della fatticità a quello dell’esistenzialità” (Frankl, 1998, p. 82). Sono parole che forse soltanto chi ha attraversato la landa desolata del dolore riemergendone incolume può pronunciare senza leggerezza. Ma a ben vedere in esse è insito un elemento ottativo che non dovremmomai trascurare: una situazione critica può insegnarci qualcosa, ma non necessariamente. 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