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Voci non umane e orecchi per sentirle. L'incipit della "Notte sul Monte Calvo"secondo Musorgskij e Rimskij-Korsakov
Gli studi sul fantastico hanno approfondito molto i meccanismi della narrativa, ma si sono occupati poco delle potenzialita del fantastico musicale, spesso lasciando intendere anzi l’impossibilita da parte della musica di esprimere quel senso di smarrimento e di vertigine comunemente riconosciuto come uno dei marcatori fondamentali del fantastico. Il presente intervento si propone di suggerire come focalizzare l’attenzione di un pubblico di ragazzi o studenti su elementi legati alla strumentazione, mettendo a confronto l’attacco di due differenti redazioni della stessa partitura ( La notte sul Monte Calvo di Modest Musorsgkij nella versione dell’autore e in quella di Rimskij-Korsakov). Dalle differenze individuate emerge, inoltre, la capacita del linguaggio musicale di assecondare e manipolare la natura fantastica del brano e anzi, di valutare attraverso un lucidissimo impiego dei mezzi timbrici il limite fino al quale spingersi nel denotarla.