{"title":"在真实与虚构之间:光文本性与哲学意蕴","authors":"M. Piazza","doi":"10.13130/2240-9599/12076","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"1. Fotoletteratura e fototestualità Da alcuni anni è andata aumentando l’attenzione degli studiosi verso tutte quelle forme di espressione in cui sono ibridati testo e immagine, in particolar modo quella fotografica allorché assume un ruolo di primo piano nell’economia del testo letterario. Ciò corrisponde a un uso sempre più consapevole e massiccio delle fotografie e di altri documenti iconici soprattutto nella composizione di racconti e romanzi. Per indicare questo fenomeno, che affonda le sue radici fin nei movimenti avanguardistici del primo Novecento, in ambito francese fin dalla fine degli anni Ottanta circola il termine «photolittérature», che si è definitivamente imposto negli ultimi quindici anni presso gli specialisti d’oltralpe (Montier 2015, 20). Nell’organizzare un convegno svoltosi a Parigi in tempi recenti, abbiamo però preferito servirci dell’espressione, di nostro conio, «phototextualité», che riprendiamo in questa sede nella sua forma italiana1. Mentre in Francia era sconosciuta quando l’abbiamo presentata al pubblico, in Italia era già stata impiegata nel quadro di un convegno svoltosi a Roma nel 2010, all’interno di un importante contributo di Michele Cometa sulla classificazione dei fototesti secondo tipologie (Cometa 2011). Se si risale indietro, si può constatare che negli USA fin dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso circola il termine ‘phototextualities’ (Hugues, Noble 2003; Bryant 1996). Ma tornando al nostro termine, perché ci pare più convincente del suo analogo e più diffuso ‘photolittérature’/‘fotoletteratura’? 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Fotoletteratura e fototestualità Da alcuni anni è andata aumentando l’attenzione degli studiosi verso tutte quelle forme di espressione in cui sono ibridati testo e immagine, in particolar modo quella fotografica allorché assume un ruolo di primo piano nell’economia del testo letterario. Ciò corrisponde a un uso sempre più consapevole e massiccio delle fotografie e di altri documenti iconici soprattutto nella composizione di racconti e romanzi. Per indicare questo fenomeno, che affonda le sue radici fin nei movimenti avanguardistici del primo Novecento, in ambito francese fin dalla fine degli anni Ottanta circola il termine «photolittérature», che si è definitivamente imposto negli ultimi quindici anni presso gli specialisti d’oltralpe (Montier 2015, 20). Nell’organizzare un convegno svoltosi a Parigi in tempi recenti, abbiamo però preferito servirci dell’espressione, di nostro conio, «phototextualité», che riprendiamo in questa sede nella sua forma italiana1. 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Tra verità e finzione: fototestualità e implicazioni filosofiche
1. Fotoletteratura e fototestualità Da alcuni anni è andata aumentando l’attenzione degli studiosi verso tutte quelle forme di espressione in cui sono ibridati testo e immagine, in particolar modo quella fotografica allorché assume un ruolo di primo piano nell’economia del testo letterario. Ciò corrisponde a un uso sempre più consapevole e massiccio delle fotografie e di altri documenti iconici soprattutto nella composizione di racconti e romanzi. Per indicare questo fenomeno, che affonda le sue radici fin nei movimenti avanguardistici del primo Novecento, in ambito francese fin dalla fine degli anni Ottanta circola il termine «photolittérature», che si è definitivamente imposto negli ultimi quindici anni presso gli specialisti d’oltralpe (Montier 2015, 20). Nell’organizzare un convegno svoltosi a Parigi in tempi recenti, abbiamo però preferito servirci dell’espressione, di nostro conio, «phototextualité», che riprendiamo in questa sede nella sua forma italiana1. Mentre in Francia era sconosciuta quando l’abbiamo presentata al pubblico, in Italia era già stata impiegata nel quadro di un convegno svoltosi a Roma nel 2010, all’interno di un importante contributo di Michele Cometa sulla classificazione dei fototesti secondo tipologie (Cometa 2011). Se si risale indietro, si può constatare che negli USA fin dalla metà degli anni Novanta del secolo scorso circola il termine ‘phototextualities’ (Hugues, Noble 2003; Bryant 1996). Ma tornando al nostro termine, perché ci pare più convincente del suo analogo e più diffuso ‘photolittérature’/‘fotoletteratura’? Perché è maggiormente adatto a indicare le trasformazioni subite dal medium letterario ad opera dell’introduzione della fotografia, così che si può parlare di fototesti in letteratura e di fototestualità letteraria, senza far coincidere fototestuali-