关于戴伊斯兰头巾和在私营企业歧视工人的问题

A. Licastro
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The need to seek appropriate forms of composition between the freedom of the worker and the freedom of the company may make anti-discrimination protection under the ground of “religion” weaker than that under the other grounds covered by EU anti-discrimination law; but this is a consequence of the fact that the ground of discrimination constituted by “religion or belief” has been taken by the Court in close connection with the freedom protected by Article 10 EUCFR. \nSOMMARIO: 1. Premessa introduttiva - 2. Il quadro dei principi di diritto fissati dalla Corte di giustizia in tema di porto del velo islamico nei luoghi di lavoro privato - 3. Il problema dell’individuazione del parametro della “situazione analoga” nel giudizio di comparazione volto ad accertare una discriminazione diretta per motivi religiosi - 4. Alla ricerca delle ragioni in base alle quali si dà per scontata la non praticabilità di una comparazione “esterna” ai dipendenti aziendali di un medesimo datore di lavoro - 5. I termini di una corretta comparazione interna ai dipendenti dell’azienda - 6. L’improponibilità, sul piano sostanziale, di una piena equiparazione del fattore di rischio legato all’esternazione delle convinzioni “religiose” a quello legato all’esternazione di convinzioni “filosofiche” e “politiche” - 7. La presunta migliore adattabilità dello schema della discriminazione indiretta in rapporto a una materia che richiede una peculiare opera di composizione tra distinte libertà fondamentali adeguata alle caratteristiche dell’azienda e alle mansioni svolte dalla lavoratrice - 8. La questione dei limiti di ammissibilità di disposizioni nazionali più favorevoli - 9. 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摘要

关于戴伊斯兰头巾和私人企业中的员工歧视摘要:本文分析了欧盟法院关于在工作中戴伊斯兰头巾权利的判例的发展。在最近的CJEU案件中,重申了雇主的规则不构成直接歧视;然而,已经明确指出,中立政策可以客观地证明间接基于宗教的待遇差异是合理的,或者相信这是否符合企业的“真正需要”。在大多数情况下,这种测试与关于是否存在“真正的职业要求”的测试没有太大区别。需要在工人的自由和公司的自由之间寻求适当的组成形式,这可能会使基于“宗教”的反歧视保护比基于欧盟反歧视法所涵盖的其他理由的保护更弱;但这是因为法院以“宗教或信仰”构成的歧视为由,与《欧洲人权法案》第10条所保护的自由密切相关。总结:1。简介-2。法院关于在私人工作场所佩戴伊斯兰面纱的法律原则框架-3。在对基于宗教原因的直接歧视进行比较评估时,确定“类似情况”参数的问题-4。寻找将“外部”与同一雇主的公司员工进行比较视为不可行的理由-5。将正确的内部条款与公司员工进行比较-6。在很大程度上,与“宗教”信念的外在化相关的风险因素与与与“哲学”和“政治”信念的内在化相关的危险因素不可能完全相等-7。所谓的间接歧视方案对一个主题的适应性更强,该主题需要在不同的基本自由之间进行特定的构图,以适应公司的特点和工人所执行的任务-8。更优惠的国家条款的资格限制问题-9。结论性考虑。
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Ancora in tema di porto del velo islamico e discriminazione della lavoratrice nelle aziende private
Still about wearing the Islamic headscarf and employee discrimination in private undertakings ABSTRACT: This article analyses the development of the jurisprudence of Court of Justice of the European Union on the right to wear an Islamic headscarf at work. In the recent CJEU cases it has been reaffirmed that the employer’s rules do not constitute direct discrimination; however, it has been made clear that a policy of neutrality can justify objectively a difference of treatment indirectly based on religion or belief whether it meets a “genuine need” on the part of the undertaking. This test in most cases is not very different from the one concerning the presence of the “genuine occupational requirements”. The need to seek appropriate forms of composition between the freedom of the worker and the freedom of the company may make anti-discrimination protection under the ground of “religion” weaker than that under the other grounds covered by EU anti-discrimination law; but this is a consequence of the fact that the ground of discrimination constituted by “religion or belief” has been taken by the Court in close connection with the freedom protected by Article 10 EUCFR. SOMMARIO: 1. Premessa introduttiva - 2. Il quadro dei principi di diritto fissati dalla Corte di giustizia in tema di porto del velo islamico nei luoghi di lavoro privato - 3. Il problema dell’individuazione del parametro della “situazione analoga” nel giudizio di comparazione volto ad accertare una discriminazione diretta per motivi religiosi - 4. Alla ricerca delle ragioni in base alle quali si dà per scontata la non praticabilità di una comparazione “esterna” ai dipendenti aziendali di un medesimo datore di lavoro - 5. I termini di una corretta comparazione interna ai dipendenti dell’azienda - 6. L’improponibilità, sul piano sostanziale, di una piena equiparazione del fattore di rischio legato all’esternazione delle convinzioni “religiose” a quello legato all’esternazione di convinzioni “filosofiche” e “politiche” - 7. La presunta migliore adattabilità dello schema della discriminazione indiretta in rapporto a una materia che richiede una peculiare opera di composizione tra distinte libertà fondamentali adeguata alle caratteristiche dell’azienda e alle mansioni svolte dalla lavoratrice - 8. La questione dei limiti di ammissibilità di disposizioni nazionali più favorevoli - 9. Considerazioni conclusive.
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