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Sul «fantastico» italiano: tra la lessicografia e la storia di letteratura
La riflessione sul fantastico nella letteratura è nata nella cultura europea durante il Romanticismo. La nascita del termine, il processo della formazione delle varie accezioni del suo significato e gli inizi del dibattito attorno al tema del fantastico prendono forma proprio in quell’epoca.L’argomento del fantastico nella letteratura è stato discusso in modo approfondito sia dagli scrittori stessi che dai critici letterari in quasi tutti i paesi occidentali. Per questo motivo, qualsiasi nuovo studio sul tema può suscitare il sospetto di rielaborare le idee già esistenti. Però, il semplice fatto che dai primi commenti su Hoffmann fino ad oggi siano state scritte tante opere contrassegnate con il marchio del fantastico così diverse tra di loro rende legittima la necessità di una definizione dettagliata e minuziosa fornita con somma diligenza e scrupolosità. Pertanto, lo scopo di quest’articolo è di affrontare una questione a cui non è stata data una risposta adeguata nelle ricerche precedenti in questo campo di studio, cioè l’analisi profonda degli inizi del fantastico. Però si intendono qui non gli inizi letterari, poiché quelli sono già stati descritti in modo dettagliato nella letteratura critica, ma le origini linguistiche ed il principio cognitivo da cui deriva il lemma fantastico. Pertanto, per colmare questo gap di ricerca, prenderò libertà di occuparmi al primo posto della definizione lessicografica fornita dai dizionari moderni, poi traccerò le trasformazioni storiche del significato di fantastico nella lingua italiana fin dalle origini dell’italiano come lingua nazionale.