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L’ “identità costituzionale” italiana nella costituzione composita europea
Il concetto di “identità costituzionale” non è una elaborazione originaria del costituzionalismo italiano. Anzi, il suo recente utilizzo nel corso della c.d. vicenda Taricco testimonia come l’interazione tra ordinamento costituzionale italiano e Unione europea comporti non soltanto una progressiva integrazione giuridica, ma anche una osmosi tra le categorie concettuali fondamentali. Prima dell’entrata in vigore del Trattato di Lisbona (ossia del momento in cui a livello di Unione europea si afferma il concetto di identità costituzionale degli Stati membri) la giurisprudenza della Corte costituzionale italiana aveva sì utilizzato il concetto di “identità costituzionale”, ma in contesti completamente diversi e con significati del tutto “interni” (v. sentt. nn. 203/1989 e 262/2009). L’utilizzo fattone invece nella ord. n. 24/2017 pone il nuovo contenuto dell’art. 4 (2) TUE in piena continuità con la dottrina dei controlimiti, secondo una visione che appare maggiormente cooperativa rispetto a ulteriori approcci seguiti dalle Corti costituzionali di ulteriori Stati Membri. Da ultimo, è stata proposta una interpretazione del contributo della Corte costituzionale italiana alla difesa della identità costituzionale nazionale in chiave “seduttiva”, enfatizzandone la natura relazionale e il contributo alla elaborazione del di “apertura” dell’ordinamento quale parte integrante della identità costituzionale italiana.