描绘灵魂的撕裂:庞培利乌斯·盖尔语的文学原型

IF 0.1 N/A MEDIEVAL & RENAISSANCE STUDIES I Tatti Studies Pub Date : 2020-09-01 DOI:10.1086/710780
D. Gamberini
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Su tutti, quello fondativo di Rensselaer W. Lee, Ut pictura poesis: The Humanistic Theory of Painting, in “The Art Bulletin,” XXII, 1940, 197–269, che si concentra sull’influenza che la massima esercitò nei trattati composti fra la metà del sedicesimo e la metà del diciottesimo secolo. Dedicati al ruolo che l’Ars poetica aveva in precedenza avuto per le teorizzazioni circa la licenza inventiva concessa ad artisti e poeti sono il contributo di André Chastel, Le dictum Horatii “quidlibet audendi potestas” et les artistes (XIII –XVI siècle), in “Comptes rendus des séances de l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres,” CXXI, 1, 1977, 30–45, e, con attenzione alle ricadute in ambito figurativo all’altezza del quindicesimo secolo e al grado di autonomia mantenuto dagli artisti rispetto alle prescrizioni oraziane, Ulrich Pfisterer, Künstlerische potestas audendi und licentia im Quattrocento: Benozzo Gozzoli, Andrea Mantegna, Bertoldo di Giovanni, in “Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana,” XXXI, 1996, 107–48. Sul versante dell’italianistica, due importanti messe a punto dei più recenti orientamenti della critica in merito al rilievo dell’ut pictura poësis nel panorama culturale italiano della prima età moderna sono offerte da Stefano Jossa, La penna e il pennello: retoriche a confronto, in Officine del nuovo: sodalizi fra letterati, artisti ed editori nella cultura italiana fra Riforma e Controriforma, a cura di Harald Hendrix e Paolo Procaccioli, Manziana 2008, 245–56; e dal volume Letteratura e arti visive nel Rinascimento, a cura di Gianluca Genovese e Andrea Torre, Roma 2019. Molto utile è poi la disamina di alcuni luoghi testuali fortemente improntati dalla memoria dell’analogia oraziana in Émilie Passignat, Il Cinquecento. Le fonti per la storia dell’arte, Roma 2017, 76–78 e 273–78.","PeriodicalId":42173,"journal":{"name":"I Tatti Studies","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.1000,"publicationDate":"2020-09-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":"{\"title\":\"Rappresentare le lacerazioni dell’animo: Archetipi letterari dell’amphibolía di Pomponio Gaurico\",\"authors\":\"D. Gamberini\",\"doi\":\"10.1086/710780\",\"DOIUrl\":null,\"url\":null,\"abstract\":\"Contact Diletta Gamberini at the Zentralinstitut für Kunstgeschichte (d.gamberini@zikg.eu). Voglio ringraziare Michael Cole e Ulrich Pfisterer, che hanno letto una prima stesura del presente articolo e mi hanno fornito indicazioni decisive per approfondire la sua dimensione storico-artistica. 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摘要

直接联系Gamberini at the Zentralinstitut für Kunstgeschichte (d . gamberini@zikg . eu)。我要感谢迈克尔·科尔和乌尔里希·菲斯特尔,他们读了这篇文章的初稿,并为我进一步发展其历史艺术维度提供了决定性的指导。我也非常感谢这篇文章的两位匿名读者,简·泰洛斯、杰西卡·戈塔尔斯和亚历山德拉·蒙塔尔巴诺,我对他们的贡献提出了一些非常有用的建议,以改进这篇文章。非常感谢乔纳森·纳尔逊,我和他讨论了我们在这里讨论的许多问题,感谢弗朗西斯卡·范塔皮和克莱门蒂娜·马西科提供的宝贵文献建议,也感谢多米蒂拉·多诺弗里奥关于希腊文本的建议。1. 由于无法在此说明关于这一主题的大量文献,我只想提几项研究。其中最重要的是Rensselaer W. Lee, Ut pictura poesis:《艺术公报》第二十二、1940、197 - 269中关于绘画的人文理论,它集中于16世纪中期至18世纪中期组成的条约中最高权威的影响。报道的作用,以前的诗歌有发明授予许可证的很少艺术家和诗人安德烈·查斯特尔的贡献,是dictum Horatii“quidlibet audendi potestas”et les(十三—XVI siècle)培训课程,在“Comptes rendus des séances de科学院des管理et Belles-Lettres,”CXXI、1、1977年、30—45、领域的影响和仔细,能够胜任15世纪的形象和保持独立艺术家oraziane要求相比,乌尔里希·Pfisterer, Künstlerische potestas audendi und licentia im四百:Benozzo Gozzoli, (Andrea Mantegna Bertoldo,乔凡尼在“Römisches Jahrbuch der Bibliotheca构成,”三十一,1996年,107—48。dell’italianistica,两个重要的方面的批评秘书处相关的最新指导方针pictura opësis意大利文化景观中早期现代的斯特凡诺·Jossa提供,也有一些修辞、钢笔和画笔:之间,相比之下,新工场:文人、艺术家和出版商之间的意大利文化和反改革,由Harald Hendrix和保罗Procaccioli 2008年Manziana 245—56;《文艺复兴时期的文学与视觉艺术》,作者:Gianluca Genovese和Andrea Torre,罗马2019。对某些文本地点的研究也非常有用,这些地点的特点是对1950年埃米利·帕斯格纳特(emmilie Passignat)的奥拉齐类比的记忆。艺术史的来源,罗马2017,76 - 78和273 - 78。
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Contact Diletta Gamberini at the Zentralinstitut für Kunstgeschichte (d.gamberini@zikg.eu). Voglio ringraziare Michael Cole e Ulrich Pfisterer, che hanno letto una prima stesura del presente articolo e mi hanno fornito indicazioni decisive per approfondire la sua dimensione storico-artistica. Sono altrettanto grata ai due lettori anonimi del contributo, a Jane Tylus, Jessica Goethals e Alessandra Montalbano, cui devo suggerimenti molto utili a migliorare il testo. Un sentito grazie va poi a Jonathan Nelson, con cui ho discusso diverse delle questioni qui affrontate, a Francesca Fantappiè e Clementina Marsico per la gentile consulenza bibliografica, e a Domitilla d’Onofrio per quella sui testi greci. 1. Nell’impossibilità di rendere conto in questa sede della vasta bibliografia esistente sul tema, mi limito a ricordare solo un manipolo di studi. Su tutti, quello fondativo di Rensselaer W. Lee, Ut pictura poesis: The Humanistic Theory of Painting, in “The Art Bulletin,” XXII, 1940, 197–269, che si concentra sull’influenza che la massima esercitò nei trattati composti fra la metà del sedicesimo e la metà del diciottesimo secolo. Dedicati al ruolo che l’Ars poetica aveva in precedenza avuto per le teorizzazioni circa la licenza inventiva concessa ad artisti e poeti sono il contributo di André Chastel, Le dictum Horatii “quidlibet audendi potestas” et les artistes (XIII –XVI siècle), in “Comptes rendus des séances de l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres,” CXXI, 1, 1977, 30–45, e, con attenzione alle ricadute in ambito figurativo all’altezza del quindicesimo secolo e al grado di autonomia mantenuto dagli artisti rispetto alle prescrizioni oraziane, Ulrich Pfisterer, Künstlerische potestas audendi und licentia im Quattrocento: Benozzo Gozzoli, Andrea Mantegna, Bertoldo di Giovanni, in “Römisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana,” XXXI, 1996, 107–48. Sul versante dell’italianistica, due importanti messe a punto dei più recenti orientamenti della critica in merito al rilievo dell’ut pictura poësis nel panorama culturale italiano della prima età moderna sono offerte da Stefano Jossa, La penna e il pennello: retoriche a confronto, in Officine del nuovo: sodalizi fra letterati, artisti ed editori nella cultura italiana fra Riforma e Controriforma, a cura di Harald Hendrix e Paolo Procaccioli, Manziana 2008, 245–56; e dal volume Letteratura e arti visive nel Rinascimento, a cura di Gianluca Genovese e Andrea Torre, Roma 2019. Molto utile è poi la disamina di alcuni luoghi testuali fortemente improntati dalla memoria dell’analogia oraziana in Émilie Passignat, Il Cinquecento. Le fonti per la storia dell’arte, Roma 2017, 76–78 e 273–78.
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