La chirurgia del rachide è sempre più frequente e comprende una vasta gamma di procedure, da atti minori che possono essere eseguiti ambulatorialmente (ernia del disco) a importanti interventi chirurgici a rischio di emorragia (chirurgia delle metastasi, osteosintesi). In ogni caso, i rischi legati alla postura sono in primo piano. Ciò richiede, al momento della visita, di individuare i limiti di escursione articolare che possono interferire con la postura, in particolare di valutare la rigidità o la deformazione del rachide cervicale e le condizioni di intubazione. La chirurgia mini-invasiva (MIS) sta subendo un rapido sviluppo che consente strategie di recupero migliorato dopo chirurgia (RMDC). Qualunque sia la procedura, il dolore postoperatorio è una costante e giustifica una strategia di analgesia che dipende dal tipo di chirurgia e dai pazienti, con un’alta frequenza di pazienti con dolore cronico difficili da trattare. Le complicanze sono frequenti dopo le chirurgie maggiori. Durante l’intervento, il rischio di lesioni nervose o midollari è sempre presente. Per la chirurgia della scoliosi è stato dimostrato l’interesse del monitoraggio dei potenziali evocati somatosensoriali (PES) e motori (PEM). Esso richiede un’abitudine e una buona collaborazione dell’equipe medicochirurgica per trarne beneficio. Nel postoperatorio, la complicanza più temuta è l’infezione. L’infezione dei tessuti molli deve essere individuata e trattata rapidamente per evitare il passaggio alla spondilodiscite, che spesso impone una revisione chirurgica e una terapia antibiotica prolungata. La molteplicità delle procedure, la rapida evoluzione delle tecniche chirurgiche, lo sviluppo della chirurgia TC-guidata e le frequenti comorbilità di pazienti spesso anziani richiedono, in questa chirurgia, una stretta collaborazione tra le equipe di anestesia e chirurgia.