L’insorgenza di un faringostoma costituisce un rischio significativo nella chirurgia faringolaringea, con un’incidenza che varia dal 3% al 65%. Ciò comporta un ritardo nella ripresa dell’alimentazione, medicazioni complesse, un’alterazione della qualità di vita del paziente, nonché un aumento della durata del ricovero e del costo ospedaliero. Il suo trattamento è relativamente lungo e complesso, combinando cure locali giornaliere o anche plurigiornaliere, protezione delle vie aeree inferiori, nutrizione ottimale e adeguata terapia antibiotica. Può rivelarsi necessario un trattamento chirurgico, in assenza di un miglioramento dopo trattamento conservativo o in caso di segni di gravità (rischio vascolare). Viene discusso in anticipo dall’equipe chirurgica. Questo trattamento pesante e complesso implica la necessità di dare un posto importante alla prevenzione del faringostoma. Infatti, limitando i fattori di rischio per l’insorgenza del faringostoma, in particolare il fumo e la denutrizione nel periodo perioperatorio, si potrebbe ridurre la sua incidenza. Infine, la ricostruzione chirurgica iniziale viene adattata alla procedura e alle condizioni locali (radioterapia, asportazione significativa della mucosa, ecc.). Le tecniche di ricostruzione sono diverse e vanno dalla sutura mucosa semplice ai lembi liberi, passando per il gastric pull. A volte possono esservi associate altre tecniche complementari (tubo salivare, colla biologica, patch di collagene, ecc.), che possono aiutare la cicatrizzazione. Queste ricostruzioni dipendono dalle abitudini locali, dall’equipe chirurgica, dall’abilità e dalla piattaforma tecnica disponibile.