{"title":"La parola dialettale nell’opera di Leonardo Sciascia: il caso di taddema","authors":"R. Sottile","doi":"10.35948/2532-9006/2020.5440","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"el bel volume dal titolo Leonardo Sciascia trent’anni dopo (numero monogra co de “Il Giannone” dedicato alla gura e all’opera dello scrittore siciliano, cfr. Motta 2018), il curatore osserva che \"Sciascia è uno degli scrittori italiani più studiati sul piano storico-letterario (negli ultimi dieci anni sono usciti una trentina di libri su di lui), ma poco esplorato dal punto di vista linguistico\" (Motta 2018: 13). Eppure, negli anni, i lavori di taglio linguistico non sono mancati. Sgroi (2020) opera un riordino degli studi linguistici dedicati all’autore siciliano e nella sua tipologizzazione giunge a individuare ben 6 speci che categorie di contributi, sulla base dei rispettivi approcci: lologico, linguistico, variazionistico, sociolinguistico, lessicologico, stilistico. Ovviamente, l’indagine in prospettiva linguistica nisce per coincidere molto spesso con \"un’analisi descrittiva, storica, etimologica e contrastiva riguardo a parole diverse\" (ivi: 250). Questa prospettiva, utilissima per la \"comprensione in genere della parole letteraria sciasciana\" (ivi: 259), solo in pochi casi ha però riguardato le parole del dialetto, che tanta parte hanno avuto nella costruzione letteraria dell’autore di Racalmuto. Per contribuire ad arricchire il côté dialettale degli studi linguistici su Sciascia, si propone qui l’analisi della voce taddema (Il giorno della civetta) che presenta, tra gli altri, un elemento di grande interesse: essa si costituisce come hapax sia nell’opera sciasciana (dove invece, molto spesso, le parole dialettali presentano una certa ricorsività tanto all’interno della stessa opera quanto all’interno di opere diverse) sia, in generale, nel corpus di opere dovute agli altri autori plurilingui isolani (nei quali è altrimenti individuabile uno “zoccolo” di parole dialettali, che rimbalzano da un libro all’altro – ricorrendo nei lavori di Sciascia come in quelli di molti altri scrittori – costituendosi come un bagaglio lessicale comune che fonda una sorta di “plurilinguese siciliano”, cfr. Sottile 2018: 272).","PeriodicalId":137928,"journal":{"name":"XV, 2020/4 (ottobre-dicembre)","volume":"33 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2020-12-31","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"XV, 2020/4 (ottobre-dicembre)","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.35948/2532-9006/2020.5440","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
el bel volume dal titolo Leonardo Sciascia trent’anni dopo (numero monogra co de “Il Giannone” dedicato alla gura e all’opera dello scrittore siciliano, cfr. Motta 2018), il curatore osserva che "Sciascia è uno degli scrittori italiani più studiati sul piano storico-letterario (negli ultimi dieci anni sono usciti una trentina di libri su di lui), ma poco esplorato dal punto di vista linguistico" (Motta 2018: 13). Eppure, negli anni, i lavori di taglio linguistico non sono mancati. Sgroi (2020) opera un riordino degli studi linguistici dedicati all’autore siciliano e nella sua tipologizzazione giunge a individuare ben 6 speci che categorie di contributi, sulla base dei rispettivi approcci: lologico, linguistico, variazionistico, sociolinguistico, lessicologico, stilistico. Ovviamente, l’indagine in prospettiva linguistica nisce per coincidere molto spesso con "un’analisi descrittiva, storica, etimologica e contrastiva riguardo a parole diverse" (ivi: 250). Questa prospettiva, utilissima per la "comprensione in genere della parole letteraria sciasciana" (ivi: 259), solo in pochi casi ha però riguardato le parole del dialetto, che tanta parte hanno avuto nella costruzione letteraria dell’autore di Racalmuto. Per contribuire ad arricchire il côté dialettale degli studi linguistici su Sciascia, si propone qui l’analisi della voce taddema (Il giorno della civetta) che presenta, tra gli altri, un elemento di grande interesse: essa si costituisce come hapax sia nell’opera sciasciana (dove invece, molto spesso, le parole dialettali presentano una certa ricorsività tanto all’interno della stessa opera quanto all’interno di opere diverse) sia, in generale, nel corpus di opere dovute agli altri autori plurilingui isolani (nei quali è altrimenti individuabile uno “zoccolo” di parole dialettali, che rimbalzano da un libro all’altro – ricorrendo nei lavori di Sciascia come in quelli di molti altri scrittori – costituendosi come un bagaglio lessicale comune che fonda una sorta di “plurilinguese siciliano”, cfr. Sottile 2018: 272).