A. Charpiot (Professeur d’Université, praticien hospitalier) , L. Fath (Chef de clinique des Universités, assistant des Hôpitaux) , J. Perruisseau-Carrier (Chef de clinique des Universités, assistant des Hôpitaux) , S. Griess (Kinésithérapeute spécialisé en rééducation vestibulaire) , G. Schaffner (Kinésithérapeute spécialisé en rééducation vestibulaire)
{"title":"Rieducazione vestibolare","authors":"A. Charpiot (Professeur d’Université, praticien hospitalier) , L. Fath (Chef de clinique des Universités, assistant des Hôpitaux) , J. Perruisseau-Carrier (Chef de clinique des Universités, assistant des Hôpitaux) , S. Griess (Kinésithérapeute spécialisé en rééducation vestibulaire) , G. Schaffner (Kinésithérapeute spécialisé en rééducation vestibulaire)","doi":"10.1016/S1639-870X(22)47237-0","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>La rieducazione vestibolare è ampiamente utilizzata nel trattamento delle vertigini croniche. Ha due specificità ben distinte: da un lato, le manovre posizionali nella vertigine parossistica posizionale benigna, che presenteremo come trattamento fisico anche se, a rigor di termini, non si tratta di rieducazione: si è dimostrata l’efficacia del gesto terapeutico in queste situazioni che richiedono tuttavia una grande vigilanza in sede di esame clinico a causa delle diagnosi differenziali, in particolare centrali; dall’altro, le tecniche di rieducazione vestibolare volte a favorire nuove strategie di equilibrio dopo un deficit vestibolare. I dati fisiologici riguardanti la plasticità cerebrale, le strategie di equilibrio, il sistema vestibolare, la compensazione e i suoi fattori peggiorativi, nonché la valutazione dei risultati della rieducazione vestibolare ne hanno permesso lo sviluppo in indicazioni più ampie (cinetosi, presbivestibulia, intolleranza al movimento, dipendenza visiva, ecc.). L’accesso a nuovi strumenti ludici come la realtà virtuale facilita l’adesione del paziente a esercizi volti a promuovere input sensoriali (sopprimendo o distorcendo gli altri) o a indurre un’assuefazione (riduzione della reattività a uno specifico stimolo). Il loro utilizzo richiede la padronanza delle conseguenze fisiologiche delle situazioni create: l’impostazione di un programma di rieducazione vestibolare deve fare seguito a una diagnosi medica quanto più precisa possibile che determini gli obiettivi mirati adattati a ciascun paziente (rinforzo propriocettivo, vestibolare, sostituzione, assuefazione, ecc.). La rieducazione vestibolare prevede quindi una buona collaborazione tra l’oto-rino-laringoiatra (ORL) e il fisioterapista, con una situazione di partenza e obiettivi precisati dall’ORL e un programma rieducativo stabilito dal fisioterapista che indica in cambio le modificazioni ottenute, che portano a valutare un’eventuale indicazione di ripetizione della rieducazione (dopo il programma iniziale di 2-3 mesi) se sono ancora possibili dei progressi.</p></div>","PeriodicalId":100439,"journal":{"name":"EMC - Otorinolaringoiatria","volume":"21 4","pages":"Pages 1-6"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2022-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Otorinolaringoiatria","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1639870X22472370","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
La rieducazione vestibolare è ampiamente utilizzata nel trattamento delle vertigini croniche. Ha due specificità ben distinte: da un lato, le manovre posizionali nella vertigine parossistica posizionale benigna, che presenteremo come trattamento fisico anche se, a rigor di termini, non si tratta di rieducazione: si è dimostrata l’efficacia del gesto terapeutico in queste situazioni che richiedono tuttavia una grande vigilanza in sede di esame clinico a causa delle diagnosi differenziali, in particolare centrali; dall’altro, le tecniche di rieducazione vestibolare volte a favorire nuove strategie di equilibrio dopo un deficit vestibolare. I dati fisiologici riguardanti la plasticità cerebrale, le strategie di equilibrio, il sistema vestibolare, la compensazione e i suoi fattori peggiorativi, nonché la valutazione dei risultati della rieducazione vestibolare ne hanno permesso lo sviluppo in indicazioni più ampie (cinetosi, presbivestibulia, intolleranza al movimento, dipendenza visiva, ecc.). L’accesso a nuovi strumenti ludici come la realtà virtuale facilita l’adesione del paziente a esercizi volti a promuovere input sensoriali (sopprimendo o distorcendo gli altri) o a indurre un’assuefazione (riduzione della reattività a uno specifico stimolo). Il loro utilizzo richiede la padronanza delle conseguenze fisiologiche delle situazioni create: l’impostazione di un programma di rieducazione vestibolare deve fare seguito a una diagnosi medica quanto più precisa possibile che determini gli obiettivi mirati adattati a ciascun paziente (rinforzo propriocettivo, vestibolare, sostituzione, assuefazione, ecc.). La rieducazione vestibolare prevede quindi una buona collaborazione tra l’oto-rino-laringoiatra (ORL) e il fisioterapista, con una situazione di partenza e obiettivi precisati dall’ORL e un programma rieducativo stabilito dal fisioterapista che indica in cambio le modificazioni ottenute, che portano a valutare un’eventuale indicazione di ripetizione della rieducazione (dopo il programma iniziale di 2-3 mesi) se sono ancora possibili dei progressi.