Il gusto è uno dei cinque sensi ed è essenziale per la vita. Infatti, la sua funzione è analizzare il contenuto degli alimenti per garantire l’omeostasi cellulare ed evitare l’ingestione di sostanze tossiche. È un fenomeno multisensoriale complesso, perché è molto intrecciato con l’olfatto e con gli altri sensi. La conoscenza dell’organizzazione anatomica e funzionale del gusto è fondamentale per poter comprendere i disturbi presentati dal paziente. Infatti, le alterazioni del gusto sono frequenti e colpiscono circa il 5% della popolazione generale, soprattutto considerando l’invecchiamento di questa popolazione. Le eziologie sono molteplici, con disturbi iatrogeni, nutrizionali, post-traumatici, farmacologici, neurologici, sistemici o fisiologici. È necessario effettuare una valutazione completa e sistematica per identificare al meglio l’eziologia e consentire un trattamento adeguato. Questo capitolo passa in rassegna la fisiologia sensoriale del gusto, le valutazioni da effettuare e le possibili eziologie, prima di proporre un algoritmo decisionale per un paziente che consulta un medico per un disturbo del gusto.
L’orecchio medio è una cavità aerea compresa tra i tre costituenti dell’osso temporale. La sua parte centrale, più comunemente chiamata cassa timpanica, contiene il sistema timpano-ossiculare, che trasporta l’onda sonora dal timpano all’orecchio interno. Lo studio anatomico deve rimanere la base dell’apprendimento per qualsiasi chirurgo. La conoscenza perfetta dell’architettura dell’osso temporale e dell’imaging endoscopico permette a qualsiasi oto-rino-laringoiatra di comprendere meglio l’ambiente dell’orecchio medio, requisite essenziale per la chirurgia otologica e otoneurologica.
I corpi estranei delle cavità nasali sono un motivo frequente di consultazione al Pronto Soccorso. Riguardano i bambini con un’età media di 3 anni e gli adulti con disturbi psichiatrici. Quelli più frequentemente ritrovati sono quelli non organici e il paziente è il più delle volte asintomatico. Nei bambini, qualsiasi rinorrea cronica unilaterale deve suggerire la presenza di un corpo estraneo nasale. L’esame obiettivo deve ricercare anche un corpo estraneo nella cavità nasale controlaterale e nei condotti uditivi esterni. Le pile rotonde e i magneti devono essere rimossi urgentemente, a causa dei danni nasali che potrebbero causare. La rinolitiasi è una complicanza tardiva di un corpo estraneo nasale non riconosciuto che si ricopre di sali minerali. Non è di solito necessario alcun esame di imaging. Le tecniche di estrazione sono molteplici e devono essere adattate alla natura, alla dimensione e alla forma del corpo estraneo nonché alla sua durata di permanenza nelle cavità nasali, alle attrezzature disponibili e alla compliance del bambino. I genitori devono essere informati sui rischi associati ai corpi estranei nasali, in particolare alle pile rotonde.
La poliposi nasosinusale (PNS) (o poliposi nasale detta primitiva) è una disfunzione rinosinusale cronica. Appartiene al gruppo delle rinosinusiti croniche diffuse e colpisce preferenzialmente le cavità etmoidali. Deve essere distinta dalle rinosinusiti croniche con polipi detti secondari appartenenti al gruppo delle rinosinusiti edematopurulente e per le quali esiste un’alterazione del drenaggio mucociliare (mucoviscidosi, discinesie ciliari). La PNS colpisce circa il 2% della popolazione generale. È spesso associata ad asma e può essere accompagnata da intolleranza ai farmaci antinfiammatori non steroidei (triade di Fernand Widal). I suoi sintomi sono dominati dall’ostruzione nasale e dalla perdita quantitativa dell’olfatto. È responsabile di un’alterazione significativa della qualità della vita, con una forte perturbazione del sonno, un cambiamento nelle performance lavorative e una riduzione delle attività. La fisiopatologia della PNS è attualmente ben conosciuta. Il più delle volte si tratta, nei paesi occidentali, di una risposta infiammatoria dipendente dai linfociti Th2 (risposta detta T2), con un reclutamento a livello mucoso dei granulociti eosinofili responsabili del rimodellamento tissutale.La terapia è sia medica che chirurgica, secondo un approccio graduale fondato sulla risposta alla corticoterapia. L’introduzione delle bioterapie nel 2021 ha modificato il paradigma di gestione e ha permesso di aprire nuove strade nella caratterizzazione della PNS, nella valutazione della sua gravità e nella definizione della risposta ai trattamenti.
Esistono 40 tipi di tumori differenti che possono colpire la ghiandola parotide, di cui i tre più frequenti sono l’adenoma pleomorfo, il tumore di Whartin e il cancro. L’orientamento diagnostico di fronte a un tumore della parotide è sia clinico che paraclinico, con gli esami più importanti che sono la risonanza magnetica (RM) e la citopuntura ecoguidata. Questi due esami consentono, nella maggior parte dei casi, di valutare con relativa precisione la natura del tumore parotideo prima del trattamento terapeutico. Il trattamento dei tumori della parotide è generalmente chirurgico, anche se, in certi casi molto particolari,si può prendere in considerazione un monitoraggio principalmente tramite RM. Il paziente deve essere informato di una possibile lesione del nervo faciale prima di qualsiasi intervento chirurgico alla parotide che potrebbe provocare una paralisi facciale postoperatoria, transitoria o permanente. L’intervento deve consentire la rimozione completa del tumore in zona sana ed essere quanto più conservativo possibile rispetto al nervo faciale. Alla parotidectomia è il più delle volte associato un esame istologico estemporaneo, il cui esito porterà a un adattamento della procedura chirurgica, in particolare alla realizzazione di un’asportazione cellulolinfonodale associata a una parotidectomia totale in caso di cancro. Il proseguimento della gestione di un tumore parotideo (monitoraggio, valutazione dell’estensione, terapie adiuvanti, ecc.) dipenderà dall’analisi anatomopatologica definitiva del pezzo chirurgico di escissione. In Francia, è auspicabile che i cancri parotidei siano dichiarati nel database Refcor (Rete di esperti francesi sui cancri ORL rari).