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Abstract
Nonostante la significativa riduzione della mortalità globale tra le persone con HIV nell'era della terapia antiretrovirale combinata (cART), l'infezione cronica da HIV rimane associata a un'ampia gamma di disturbi neurocognitivi. Tale correlazione è attribuibile al marcato neurotropismo del virus, il quale infetta il sistema nervoso centrale (SNC) sin dalle prime fasi dell'infezione primaria. Tuttavia, altri fattori contribuenti includono comorbidità, invecchiamento precoce, vari tipi di demenza, disturbi psichiatrici ed il viral escape a livello del SNC. Quest’ultimo, caratterizzato da livelli rilevabili di HIV-RNA nel liquido cerebrospinale nonostante livelli non rilevabili o più bassi nel plasma, costituisce una sfida significativa nella gestione dell'HIV.Nel presente caso clinico, descriviamo il quadro di un uomo con infezione da HIV la cui aderenza alla terapia era subottimale. Il paziente è giunto all’attenzione medica manifestando compromissione cognitiva, riconducibile infine a un caso di viral escape. La gestione si è rilevata particolarmente difficile a causa della necessità di selezionare un regime cART con maggiore penetrazione nel liquido cerebrospinale, considerando la sua storia di molteplici fallimenti virologici, mutazioni associate alla resistenza precedentemente rilevate e scarsa aderenza al trattamento.