{"title":"Ipotermia accidentale","authors":"D. Savary , F. Morin , A. Drouet , A. Renard","doi":"10.1016/S1286-9341(22)46865-7","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"<div><p>L’ipotermia accidentale è definita come una temperatura interna inferiore a 35<!--> <!-->°C e di comparsa involontaria. Questo calo di temperatura influisce su tutte le funzioni dell’organismo. Va ricercata anche quando le circostanze sono poco suggestive, specialmente nel politraumatizzato. In presenza di un’attività circolatoria, la diminuzione del metabolismo tissutale protegge il paziente nonostante un rallentamento emodinamico che va rispettato. Se il paziente trema, può essere riscaldato con metodi non invasivi. Sotto i 32<!--> <!-->°C, la vittima corre un rischio vitale. La mobilizzazione del paziente deve quindi essere cauta. È opportuno evitare ogni procedura terapeutica che potrebbe provocare una fibrillazione ventricolare. Se questi metodi di riscaldamento esterno non sono efficaci, soprattutto quando la temperatura interna è inferiore ai 28<!--> <!-->°C, i pazienti dovrebbero essere trasportati in un centro in grado di instaurare un ECLS (<em>extracorporeal life support</em>). Questi centri devono accogliere anche i pazienti in arresto cardiaco, che possono essere trasportati con dispositivi di massaggio cardiaco automatizzati. In ospedale, algoritmi decisionali basati su criteri semplici come la kaliemia e il punteggio HOPE (<em>hypothermia outcome prediction after ECLS</em>) consentono di evitare tentativi di ECLS di riscaldamento su pazienti deceduti.</p></div>","PeriodicalId":100461,"journal":{"name":"EMC - Urgenze","volume":"26 3","pages":"Pages 1-10"},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2022-08-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"EMC - Urgenze","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1286934122468657","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
L’ipotermia accidentale è definita come una temperatura interna inferiore a 35 °C e di comparsa involontaria. Questo calo di temperatura influisce su tutte le funzioni dell’organismo. Va ricercata anche quando le circostanze sono poco suggestive, specialmente nel politraumatizzato. In presenza di un’attività circolatoria, la diminuzione del metabolismo tissutale protegge il paziente nonostante un rallentamento emodinamico che va rispettato. Se il paziente trema, può essere riscaldato con metodi non invasivi. Sotto i 32 °C, la vittima corre un rischio vitale. La mobilizzazione del paziente deve quindi essere cauta. È opportuno evitare ogni procedura terapeutica che potrebbe provocare una fibrillazione ventricolare. Se questi metodi di riscaldamento esterno non sono efficaci, soprattutto quando la temperatura interna è inferiore ai 28 °C, i pazienti dovrebbero essere trasportati in un centro in grado di instaurare un ECLS (extracorporeal life support). Questi centri devono accogliere anche i pazienti in arresto cardiaco, che possono essere trasportati con dispositivi di massaggio cardiaco automatizzati. In ospedale, algoritmi decisionali basati su criteri semplici come la kaliemia e il punteggio HOPE (hypothermia outcome prediction after ECLS) consentono di evitare tentativi di ECLS di riscaldamento su pazienti deceduti.