{"title":"Insufficienza venosa cronica: epidemiologia, fisiopatologia e diagnosi","authors":"A. Cardinale, Francesco Paolo Calciano","doi":"10.17473/1971-6818-2021-1-6","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"La medicina dovrebbe essere un gioco di squadra, oggi sempre declamato ma poco realizzato. Andare al di là dell'individualismo, valido in ogni disciplina, lo è anche in ambito angiologico. La gestione della insufficienza venosa cronica (IVC) coinvolge diversi specialisti, dal medico di medicina generale (MMG), all’angiologo, al cardiologo, al nutrizionista, al ginecologo, al chirurgo vascolare per citarne alcuni. La prevalenza dell’IVC è elevata: un italiano su due è colpito da questa malattia. L’età media di chi la contrae è in genere sopra i 50 anni, e sono le donne a esserne maggiormente colpite. I segni clinici sono correlati alle alterazioni fisiopatologiche. Il quadro clinico della IVC è caratterizzato da sintomi e segni legati all’ipertensione venosa, con alterazioni strutturali o funzionali delle vene. Vengono richiamati i punti fondamentali della fisiopatologia della IVC: ipertensione venosa passiva, stasi, aumento della permeabilità, disfunzione endoteliale, attivazione infiammatoria. La diagnosi di trombosi venosa profonda (TVP) è sottostimata. Il gold-standard diagnostico è l’eco-color-Doppler con l’utilizzo della ultrasonografia per compressione semplificata (CUS). Nell’era della digitalizzazione è nata l’esigenza di realizzare un database condiviso da tutti, con dati uniformi, per cui da alcuni anni è stata messa a punto la MEVec (mappa venosa emodinamica). Infine viene sottolineata l’importanza della tempestività nell'iniziare la terapia medica seguendo le linee guide emanate dalle società scientifiche per ridurre morbilità e mortalità associate e contrastare l’incidenza di sequele a distanza.","PeriodicalId":9447,"journal":{"name":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","volume":"11 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0000,"publicationDate":"2021-05-30","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":"0","resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":null,"PeriodicalName":"CARDIOLOGIA AMBULATORIALE","FirstCategoryId":"1085","ListUrlMain":"https://doi.org/10.17473/1971-6818-2021-1-6","RegionNum":0,"RegionCategory":null,"ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":null,"EPubDate":"","PubModel":"","JCR":"","JCRName":"","Score":null,"Total":0}
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Abstract
La medicina dovrebbe essere un gioco di squadra, oggi sempre declamato ma poco realizzato. Andare al di là dell'individualismo, valido in ogni disciplina, lo è anche in ambito angiologico. La gestione della insufficienza venosa cronica (IVC) coinvolge diversi specialisti, dal medico di medicina generale (MMG), all’angiologo, al cardiologo, al nutrizionista, al ginecologo, al chirurgo vascolare per citarne alcuni. La prevalenza dell’IVC è elevata: un italiano su due è colpito da questa malattia. L’età media di chi la contrae è in genere sopra i 50 anni, e sono le donne a esserne maggiormente colpite. I segni clinici sono correlati alle alterazioni fisiopatologiche. Il quadro clinico della IVC è caratterizzato da sintomi e segni legati all’ipertensione venosa, con alterazioni strutturali o funzionali delle vene. Vengono richiamati i punti fondamentali della fisiopatologia della IVC: ipertensione venosa passiva, stasi, aumento della permeabilità, disfunzione endoteliale, attivazione infiammatoria. La diagnosi di trombosi venosa profonda (TVP) è sottostimata. Il gold-standard diagnostico è l’eco-color-Doppler con l’utilizzo della ultrasonografia per compressione semplificata (CUS). Nell’era della digitalizzazione è nata l’esigenza di realizzare un database condiviso da tutti, con dati uniformi, per cui da alcuni anni è stata messa a punto la MEVec (mappa venosa emodinamica). Infine viene sottolineata l’importanza della tempestività nell'iniziare la terapia medica seguendo le linee guide emanate dalle società scientifiche per ridurre morbilità e mortalità associate e contrastare l’incidenza di sequele a distanza.