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Abstract
L’alimentazione non corretta, il sovrappeso e l’obesità sono importanti fattori di rischio per l’insorgenza delle dislipidemie secondarie, che a loro volta rientrano tra le patologie responsabili delle prime cause di morte in Italia. Gli esperti della nutrizione hanno il compito di guidare i pazienti verso il raggiungimento del peso ideale e del miglioramento del profilo lipidico ed ematochimico in generale. Studi dimostrano come un dimagrimento di 5 Kg porta a una riduzione significativa dei livelli di colesterolemia e trigliceridemia con effetti positivi anche sul quadro ipertensivo. Inoltre, la scienza riporta costantemente studi che dimostrano l’efficacia puntuale dei singoli alimenti o gruppi di alimenti nel trattamento delle dislipidemie secondarie. L’aspetto nutrizionale dunque è oggi considerato facente parte del processo assistenziale dei pazienti e deve essere concretizzato attraverso decisioni chiare e obiettivi specifici. I piani nutrizionali devono essere bilanciati e allo stesso tempo si deve porre attenzione all’eventualità di raccomandare specifici gruppi alimentari o escluderne altri.