{"title":"引言","authors":"Maria Grazia Delle Donne, Raffaele De Caterina","doi":"10.17473/1971-6818-2023-2-1","DOIUrl":null,"url":null,"abstract":"Il trattamento medico delle neoplasie prevede l’utilizzo di varie classi di farmaci oncologici in base alla tipologia del tumore. Questi trattamenti hanno permesso di curare o migliorare il quadro oncologico; tuttavia, sono associati a effetti avversi a livello di diversi distretti, e tra questi sta assumendo sempre più rilevanza la tossicità cardiovascolare. La tossicità cardiovascolare da chemioterapici può manifestarsi con presentazioni cliniche multiple e proteiformi, tra cui: aritmie, miocarditi e miocardiopatie con conseguente disfunzione ventricolare sinistra e insufficienza cardiaca, accelerazione dell’aterosclerosi coronarica con ischemia miocardica e sindromi coronariche acute, versamenti pericardici e pericarditi, ipertensione arteriosa. È oggi chiaro che la diagnosi precoce di tali condizioni, prima che possano comparire segni e sintomi clinici, è fondamentale per evitare la progressione e la cronicizzazione del quadro patologico, per impedire che il danno determinato risulti irreversibile e per trattare la condizione cardiologica in maniera adeguata, evitando, quando possibile, di sospendere le terapie oncologiche. Le tecniche di imaging cardiaco sono al primo posto tra le metodiche per la rilevazione della cardiotossicità da chemioterapici, e ampiamente utilizzate nei pazienti da sottoporre o sottoposti a tali terapie. Tuttavia, i parametri più comunemente usati, come la frazione di eiezione ventricolare sinistra, sono marcatori tardivi, e quando compromessi denotano un danno miocardico già in fase discretamente avanzata. Per una diagnosi precoce è importante la conoscenza e l’implementazione di analisi più raffinate, emerse di recente. Per la diagnosi precoce di cardiotossicità da chemioterapici e il monitoraggio della terapia sono inoltre utili sia biomarcatori già noti, come la troponina e i peptidi natriuretici, o emergenti, che vanno conosciuti, ancora indagati, e poi valorizzati. 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È oggi chiaro che la diagnosi precoce di tali condizioni, prima che possano comparire segni e sintomi clinici, è fondamentale per evitare la progressione e la cronicizzazione del quadro patologico, per impedire che il danno determinato risulti irreversibile e per trattare la condizione cardiologica in maniera adeguata, evitando, quando possibile, di sospendere le terapie oncologiche. Le tecniche di imaging cardiaco sono al primo posto tra le metodiche per la rilevazione della cardiotossicità da chemioterapici, e ampiamente utilizzate nei pazienti da sottoporre o sottoposti a tali terapie. Tuttavia, i parametri più comunemente usati, come la frazione di eiezione ventricolare sinistra, sono marcatori tardivi, e quando compromessi denotano un danno miocardico già in fase discretamente avanzata. Per una diagnosi precoce è importante la conoscenza e l’implementazione di analisi più raffinate, emerse di recente. 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Il trattamento medico delle neoplasie prevede l’utilizzo di varie classi di farmaci oncologici in base alla tipologia del tumore. Questi trattamenti hanno permesso di curare o migliorare il quadro oncologico; tuttavia, sono associati a effetti avversi a livello di diversi distretti, e tra questi sta assumendo sempre più rilevanza la tossicità cardiovascolare. La tossicità cardiovascolare da chemioterapici può manifestarsi con presentazioni cliniche multiple e proteiformi, tra cui: aritmie, miocarditi e miocardiopatie con conseguente disfunzione ventricolare sinistra e insufficienza cardiaca, accelerazione dell’aterosclerosi coronarica con ischemia miocardica e sindromi coronariche acute, versamenti pericardici e pericarditi, ipertensione arteriosa. È oggi chiaro che la diagnosi precoce di tali condizioni, prima che possano comparire segni e sintomi clinici, è fondamentale per evitare la progressione e la cronicizzazione del quadro patologico, per impedire che il danno determinato risulti irreversibile e per trattare la condizione cardiologica in maniera adeguata, evitando, quando possibile, di sospendere le terapie oncologiche. Le tecniche di imaging cardiaco sono al primo posto tra le metodiche per la rilevazione della cardiotossicità da chemioterapici, e ampiamente utilizzate nei pazienti da sottoporre o sottoposti a tali terapie. Tuttavia, i parametri più comunemente usati, come la frazione di eiezione ventricolare sinistra, sono marcatori tardivi, e quando compromessi denotano un danno miocardico già in fase discretamente avanzata. Per una diagnosi precoce è importante la conoscenza e l’implementazione di analisi più raffinate, emerse di recente. Per la diagnosi precoce di cardiotossicità da chemioterapici e il monitoraggio della terapia sono inoltre utili sia biomarcatori già noti, come la troponina e i peptidi natriuretici, o emergenti, che vanno conosciuti, ancora indagati, e poi valorizzati. La valutazione dello stato funzionale riveste particolare importanza nel paziente anziano, allo scopo di garantire il migliore approccio diagnostico terapeutico e limitare il più possibile i danni derivanti da terapie eccessivamente invasive.