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NOCA (Ischemia with Non-Obstructive Coronary Arteries) e MINOCA (Myocardial Infarction with Non-Obstructive Coronary Arteries) Il ruolo della risonanza magnetica cardiaca
Una percentuale non trascurabile di pazienti sottoposti a studio coronarografico, sia in condizioni elettive che in regime di urgenza, dimostrano coronarie normali o assenza di coronaropatia ostruttiva. Questo riscontro ha portato negli ultimi anni al riconoscimento di due condizioni: l’ischemia in assenza di malattia ostruttiva coronarica (INOCA), che trova una base patogenetica nella disfunzione coronarica microvascolare o nell’angina vasospastica; e l’infarto miocardico a coronarie indenni (MINOCA), una diagnosi operativa che include molteplici possibili meccanismi patogenetici. Le attuali linee guida indicano l’importanza di una corretta identificazione di queste due entità spesso trascurate, tramite un approccio standardizzato che include l’imaging multimodale, portando a chiarire l’eziologia sottostante e quindi il corretto trattamento. In questo contesto il ruolo della risonanza magnetica cardiaca (RMC) appare cruciale ed è indicata in tutti i pazienti con MINOCA, in assenza di una evidente causa sottostante. La RMC riveste un ruolo primario nella conferma diagnostica e nella diagnosi differenziale: è difatti in grado di identificare la causa sottostante nell’87% dei pazienti con MINOCA grazie alla caratterizzazione tissutale tramite late gadolinium enhancement (LGE). Anche nei pazienti con INOCA la RM cardiaca è molto utile in quanto permette di valutare la presenza di ischemia miocardica e disfunzione coronarica microvascolare.