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Dissezione coronarica spontanea, quanto conta la familiarità?
La dissezione coronarica spontanea (SCAD) rappresenta una causa importante di sindrome coronarica acuta (SCA) nelle giovani donne senza classici fattori di rischio cardiovascolare. La coronarografia non sempre riesce a riconoscere le diverse tipologie di dissezioni coronariche spontanee dovendo pertanto ricorrere all’imaging intracoronarico per poterla diagnosticare. Il trattamento prevede l’approccio non invasivo con terapia farmacologica ricorrendo all’angioplastica coronarica solo nelle forme instabili. Viene descritto il caso di una donna di 55 anni, ipertesa in buon controllo farmacologico e senza altri fattori di rischio cardiovascolare che durante angioplastica coronarica su arteria interventricolare anteriore va incontro a dissezione retrograda dell’arteria interventricolare anteriore prossimale e del tronco comune trattata con approccio multistent. La modalità con cui si è verificata la dissezione retrograda, il sesso, l’età della paziente, la rivalutazione dell’angioplastica primaria praticata due mesi prima sull’asse arteria circonflessa-ramo marginale ottuso e l’anamnesi familiare hanno indotto a prendere in considerazione la SCAD come diagnosi più probabile ed il fenomeno dello “squeezing” come causa della dissezione retrograda a seguito della pre-dilatazionedella lesione coronarica. L’imaging intracoronarico sarebbe stata l’unica metodica in grado di diagnosticare la SCAD consentendo quindi di ricorrere all’approccio farmacologico piuttosto che l’angioplastica coronarica.