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Sui marcatori modali siciliani formati con il complementatore ca
Scopo del contributo è esaminare alcune forme del siciliano contemporaneo composte da verbo/aggettivo + complementatore, dicica, parica, penzica/penzuca e capacica (letteralmente ‘dice-che’, ‘pare-che’, ‘pensi-che’, ‘penso-che’, ‘capace-che’), classificate come avverbi in Cruschina e Remberger (2008) e Cruschina (2010, 2011, 2015); le prime due hanno valore evidenziale, le altre epistemico. Grande attenzione verrà riservata all’analisi del loro comportamento sintattico per stabilire se ca operi ancora come complementatore. Ai fini della nostra indagine verranno considerati non solo dati di scritto digitato (corpora itWaC e itTenTen16) e di parlato, ma anche i risultati di un questionario volto a raccogliere giudizi di accettabilità, somministrato ad un campione costruito tendendo conto delle principali variabili socio-demografiche. L’analisi dei dati consentirà di verificare se le forme dicica, parica, penzica/penzuca e capacica testimonino un processo di grammaticalizzazione e se sia possibile annoverarle tra gli avverbi.