La Veniexiana, un’opera teatrale di autore ignoto appartenente alla prima metà del XVI secolo, spicca nel panorama teatrale italiano, e specialmente veneziano, per la sua prospettiva volutamente realistica e per la minuziosa attenzione ai dettagli. Già dalla prima lettura della commedia si percepisce un’ampiezza temporale che, da una parte, permette di affermare che il dramma non aderisce, almeno da questo punto di vista, alle cosiddette regole aristoteliche e, dall’altra, motiva la necessità di una divisione strutturale propria. Nel presente contributo si pretende, studiando il rapporto fra il contenuto della commedia e la sua distribuzione, di cercare di fare un passo in avanti nel processo di scioglimento delle ambiguità che circondano la disposizione della commedia allo scopo di precisarne la struttura. In particolare, si rivolgerà l’attenzione alla sua struttura drammatica e alle funzioni delle liriche che accompagnano la commedia nell’unico manoscritto che la tramanda.
{"title":"La Veniexiana: struttura drammatica e momenti lirici","authors":"Paula Gregores Pereira","doi":"10.5209/cfit.84444","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.84444","url":null,"abstract":"La Veniexiana, un’opera teatrale di autore ignoto appartenente alla prima metà del XVI secolo, spicca nel panorama teatrale italiano, e specialmente veneziano, per la sua prospettiva volutamente realistica e per la minuziosa attenzione ai dettagli. Già dalla prima lettura della commedia si percepisce un’ampiezza temporale che, da una parte, permette di affermare che il dramma non aderisce, almeno da questo punto di vista, alle cosiddette regole aristoteliche e, dall’altra, motiva la necessità di una divisione strutturale propria. Nel presente contributo si pretende, studiando il rapporto fra il contenuto della commedia e la sua distribuzione, di cercare di fare un passo in avanti nel processo di scioglimento delle ambiguità che circondano la disposizione della commedia allo scopo di precisarne la struttura. In particolare, si rivolgerà l’attenzione alla sua struttura drammatica e alle funzioni delle liriche che accompagnano la commedia nell’unico manoscritto che la tramanda.","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"30 4","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136283278","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
L’articolo si propone di analizzare criticamente l’influenza di Il secolo dei lumi (Alejo Carpentier, 1962), nella traduzione di Maria Vasta Dazzi del 1964, su Il sorriso dell’ignoto marinaio (Vincenzo Consolo, 1976), entrambi romanzi storici. Fornendo spunti tematici e strumenti filologici, il suo obiettivo è approfondire questo legame controverso, oggetto di dibattito tra gli studiosi di Consolo.
{"title":"Tra spirali e disastri della storia: per un approccio critico all’influenza di Il secolo dei lumi, di Alejo Carpentier, su Il sorriso dell’ignoto marinaio, di Vincenzo Consolo","authors":"Alessandro Secomandi","doi":"10.5209/cfit.79274","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.79274","url":null,"abstract":"L’articolo si propone di analizzare criticamente l’influenza di Il secolo dei lumi (Alejo Carpentier, 1962), nella traduzione di Maria Vasta Dazzi del 1964, su Il sorriso dell’ignoto marinaio (Vincenzo Consolo, 1976), entrambi romanzi storici. Fornendo spunti tematici e strumenti filologici, il suo obiettivo è approfondire questo legame controverso, oggetto di dibattito tra gli studiosi di Consolo.","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"38 7","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136283454","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
En el presente artículo se analizan los mecanismos de recepción de la obra del escritor ferrarés en España durante el franquismo, acudiendo a un planteamiento metodológico híbrido, fundamentado en un estudio filológico-comparativo que cuenta con un sólido respaldo documental inédito procedente de diferentes archivos, nacionales e internacionales. Asimismo, enfocaremos el análisis sobre los procesos de transmisión textual, teniendo en cuenta la influencia de la censura como elemento específico de interferencia lingüística y cultural, con la intención de investigar en qué medida ha influido la lectura de Bassani en el contexto de referencia y en la época analizada. A partir de una mirada supranacional, llevaremos a cabo un análisis de la obra bassaniana paralelamente a un trabajo de reconstrucción del contexto político-cultural español, con la intención de apartar la operación literaria de Bassani de su contingencia nacional y enfocar nuestro estudio sobre aspectos de su poética capaces de transferirse y resignificarse dentro de un contexto cultural ajeno.
{"title":"Giorgio Bassani, autor «einaudito». Recepción y censura bajo el franquismo","authors":"Silvia Datteroni","doi":"10.5209/cfit.79259","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.79259","url":null,"abstract":"En el presente artículo se analizan los mecanismos de recepción de la obra del escritor ferrarés en España durante el franquismo, acudiendo a un planteamiento metodológico híbrido, fundamentado en un estudio filológico-comparativo que cuenta con un sólido respaldo documental inédito procedente de diferentes archivos, nacionales e internacionales. Asimismo, enfocaremos el análisis sobre los procesos de transmisión textual, teniendo en cuenta la influencia de la censura como elemento específico de interferencia lingüística y cultural, con la intención de investigar en qué medida ha influido la lectura de Bassani en el contexto de referencia y en la época analizada. A partir de una mirada supranacional, llevaremos a cabo un análisis de la obra bassaniana paralelamente a un trabajo de reconstrucción del contexto político-cultural español, con la intención de apartar la operación literaria de Bassani de su contingencia nacional y enfocar nuestro estudio sobre aspectos de su poética capaces de transferirse y resignificarse dentro de un contexto cultural ajeno.","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"28 6","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136283283","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Gualdo, Riccardo. Dialoghi tra parole e immagini. Il testo verbale e non verbale nella communicazione specialistica, Roma, Carocci editore, 2022, 135 pp.","authors":"Eladio Duque","doi":"10.5209/cfit.88334","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.88334","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"35 3","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136283259","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
In questo contributo descriverò i mezzi presenti in siciliano per esprimere le categorie dell’epistemicità e dell’evidenzialità. Pur riconoscendo le differenze sul piano concettuale e teorico, mostrerò che il siciliano presenta lo stesso processo di formazione di elementi epistemici ed evidenziali, un processo che ha origine nella fusione di un elemento lessicale (un verbo o un aggettivo) con il complementatore -ca: dicica, parica, penzica e capacica. Dal punto di vista morfologico e sintattico questi elementi si comportano da avverbi; semanticamente, offrono chiari esempi di distinzioni modali e funzionali, a volte anche sottili (per es. in relazione ad una scala epistemica). Data la ridotta autonomia degli avverbi evidenziali ed epistemici del siciliano, il processo che ha portato alla loro formazione è da considerarsi come un processo di grammaticalizzazione. Un’analisi approfondita degli avverbi evidenziali ci porta inoltre a concludere che essi svolgono le stesse funzioni degli evidenziali grammaticali in altre lingue, rendendo pertanto irrilevante la distinzione tra espressioni lessicali ed espressioni grammaticali spesso sottolineata nel dominio dell’evidenzialità.
{"title":"L’espressione dell’epistemicità e dell’evidenzialità in siciliano. Gli avverbi in -ca","authors":"Silvio Cruschina","doi":"10.5209/cfit.83704","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.83704","url":null,"abstract":"In questo contributo descriverò i mezzi presenti in siciliano per esprimere le categorie dell’epistemicità e dell’evidenzialità. Pur riconoscendo le differenze sul piano concettuale e teorico, mostrerò che il siciliano presenta lo stesso processo di formazione di elementi epistemici ed evidenziali, un processo che ha origine nella fusione di un elemento lessicale (un verbo o un aggettivo) con il complementatore -ca: dicica, parica, penzica e capacica. Dal punto di vista morfologico e sintattico questi elementi si comportano da avverbi; semanticamente, offrono chiari esempi di distinzioni modali e funzionali, a volte anche sottili (per es. in relazione ad una scala epistemica). Data la ridotta autonomia degli avverbi evidenziali ed epistemici del siciliano, il processo che ha portato alla loro formazione è da considerarsi come un processo di grammaticalizzazione. Un’analisi approfondita degli avverbi evidenziali ci porta inoltre a concludere che essi svolgono le stesse funzioni degli evidenziali grammaticali in altre lingue, rendendo pertanto irrilevante la distinzione tra espressioni lessicali ed espressioni grammaticali spesso sottolineata nel dominio dell’evidenzialità.","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"38 12","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136283450","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Annalena Bilsini, apparentemente il meno sardo dei romanzi di Grazia Deledda in quanto non ambientato in Sardegna, condivide con altre opere della scrittrice Premio Nobel diverse tematiche, in particolare la presenza di una protagonista femminile forte, risoluta, in grado di prendere le redini della famiglia dopo la scomparsa del coniuge. Il focus però verterà attorno alla possibilità di leggere l’opera alla luce dei recenti studi di ecologia letteraria: il rispetto per la terra, per i ritmi della Natura, per gli alberi, custodi e guardiani della casa, evidenziano, in anticipo sui tempi, la necessità di trovare sintonia tra i sentimenti umani e la Natura.
{"title":"«Le foglie […] parevano piccole mani imploranti protezione dagli uomini». Segnali ecologici in Annalena Bilsini di Grazia Deledda","authors":"Silvia Zangrandi","doi":"10.5209/cfit.83778","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.83778","url":null,"abstract":"Annalena Bilsini, apparentemente il meno sardo dei romanzi di Grazia Deledda in quanto non ambientato in Sardegna, condivide con altre opere della scrittrice Premio Nobel diverse tematiche, in particolare la presenza di una protagonista femminile forte, risoluta, in grado di prendere le redini della famiglia dopo la scomparsa del coniuge. Il focus però verterà attorno alla possibilità di leggere l’opera alla luce dei recenti studi di ecologia letteraria: il rispetto per la terra, per i ritmi della Natura, per gli alberi, custodi e guardiani della casa, evidenziano, in anticipo sui tempi, la necessità di trovare sintonia tra i sentimenti umani e la Natura.","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"42 5","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136283631","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Nel presente contributo, avvalendosi di dati dialettologici di prima mano, si intende studiare le proprietà semantiche e strutturali delle clausole introdotte dal complementatore mi in siciliano nordorientale (Rohlfs 1972, De Angelis 2016, 2017, Ganfi 2021). In particolare, viene dato risalto alla costruzionalizzazione (Traugott / Trousdale 2014) delle proposizioni indipendenti precedute da mi. Attraverso il processo di insubordinazione, che prevede la reinterpretazione delle strutture frasali subordinate come clausole indipendenti (cfr. Evans 2007, Lombardi Vallauri 2007, Cristofaro 2016), mi ha guadagnato, nel siciliano contemporaneo, nuovi ambiti di impiego e, al contempo, nuove funzioni. Come mostrato in studi tipologici condotti su campioni rappresentativi di lingue (Mauri / Sansò 2011, 2016), l’insubordinazione permette la rianalisi di valori modali. I dati siciliani confermano questa tendenza, in quanto documentano la presenza di due tipi diversi di insubordinate modali costruite con mi. Le due costruzioni designano, infatti, rispettivamente significato deontico ed epistemico: Iddu è amicu soi, mi cià fa a catastazioni (Lui è suo amico, glielo faccia lui l’atto di catastazione) Non mi cadiu n’terra (Forse è caduto a terra)
本文利用第一手的辩证数据,研究了互补条款在西西里东北部引入的语义和结构特性(Rohlfs 1972, De Angelis 2016, 2017, Ganfi 2021)。特别强调了ml之前独立语句的构建(Traugott / Trousdale 2014),通过不服从的过程,将下属语句结构重新解释为独立语句(cf。埃文斯2007年,伦巴第瓦拉乌里2007年,克里斯托法罗2016年)为我在当代西西里创造了新的就业领域,同时也为我创造了新的功能。正如在具有代表性的语言样本的类型学研究(Mauri / sanso 2011, 2016)中所示,不服从允许对模态值进行重新分析。西西里的数据证实了这一趋势,因为记录了模态的存在两种不同类型的他,因为这两项建筑。指定建造,分别为deontico意义,epistemico: Iddu catastazioni amicu soi,我的前(他是他的朋友,他让他catastazione法》)我不cadiu n’terra(也许是在地球的)
{"title":"Mi è modali?Costruzioni insubordinate con mi in siciliano nordorientale","authors":"Vittorio Ganfi","doi":"10.5209/cfit.83794","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.83794","url":null,"abstract":"Nel presente contributo, avvalendosi di dati dialettologici di prima mano, si intende studiare le proprietà semantiche e strutturali delle clausole introdotte dal complementatore mi in siciliano nordorientale (Rohlfs 1972, De Angelis 2016, 2017, Ganfi 2021). In particolare, viene dato risalto alla costruzionalizzazione (Traugott / Trousdale 2014) delle proposizioni indipendenti precedute da mi. Attraverso il processo di insubordinazione, che prevede la reinterpretazione delle strutture frasali subordinate come clausole indipendenti (cfr. Evans 2007, Lombardi Vallauri 2007, Cristofaro 2016), mi ha guadagnato, nel siciliano contemporaneo, nuovi ambiti di impiego e, al contempo, nuove funzioni. Come mostrato in studi tipologici condotti su campioni rappresentativi di lingue (Mauri / Sansò 2011, 2016), l’insubordinazione permette la rianalisi di valori modali. I dati siciliani confermano questa tendenza, in quanto documentano la presenza di due tipi diversi di insubordinate modali costruite con mi. Le due costruzioni designano, infatti, rispettivamente significato deontico ed epistemico: Iddu è amicu soi, mi cià fa a catastazioni (Lui è suo amico, glielo faccia lui l’atto di catastazione) Non mi cadiu n’terra (Forse è caduto a terra)","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"13 5","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136282702","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
L’alternanza tra forme dittongate e non dittongate nei paradigmi verbali italoromanzi riflette lo sviluppo delle vocali radicali ŏ ed ĕ, a seconda della posizione dell’accento, con forme rizotoniche che presentano sviluppi dittongati, di contro a forme arizotoniche prive di dittongazione (Rohlfs 1968: § 538; Maiden 2004, 2018). In nicosiano, tuttavia, l’alternanza si manifesta anche nelle forme rizotoniche dell’indicativo presente di due specifici verbi,
völë̀
‘volere’ e
pödë̀
‘potere’, cosìcché una stessa forma rizotonica ricorre sia con dittongo che con monottongo:
vuoghjö/voghjö
‘voglio’,
vuoë/voë
‘vuoi’,
vuò/vò
‘vuole’,
vuonö/vonö
‘vogliono’;
puozzö/pozzö
‘posso’,
puoë/poë
‘puoi’,
può/pò
‘può’ e
puonö/ponö
‘possono’. Le forme senza dittongo ricorrono quando
völë̀
e
pödë̀
sono seguiti da un infinito; le forme con dittongo ricorrono in tutti gli altri contesti. Tale quadro è spiegato ipotizzando una sequenza di processi (morfo)fonologici in azione in stadi diacronici distinti: una regola di dittongazione legata alla prominenza di sintagma fonologico (Nespor 1993: §8.5; Kager / Zonneveld 1999) è attiva solo in un primo stadio; il nuovo statuto acquisito da ‘volere’ e ‘potere’ nella configurazione con infinito è connesso poi all’immagazzinamento nel lessico mentale di temi verbali non dittongati, distinti da quelli dittongati associati alle strutture che non presentano l’infinito.
{"title":"L’alternanza dittongo/monottongo nei verbi völë̀ (‘volere’) e pödë̀ (‘potere’) in testi novecenteschi nel dialetto galloitalico di Nicosia","authors":"Salvatore Menza","doi":"10.5209/cfit.83803","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.83803","url":null,"abstract":"L’alternanza tra forme dittongate e non dittongate nei paradigmi verbali italoromanzi riflette lo sviluppo delle vocali radicali ŏ ed ĕ, a seconda della posizione dell’accento, con forme rizotoniche che presentano sviluppi dittongati, di contro a forme arizotoniche prive di dittongazione (Rohlfs 1968: § 538; Maiden 2004, 2018). In nicosiano, tuttavia, l’alternanza si manifesta anche nelle forme rizotoniche dell’indicativo presente di due specifici verbi,
 völë̀ 
 ‘volere’ e
 pödë̀
 ‘potere’, cosìcché una stessa forma rizotonica ricorre sia con dittongo che con monottongo:
 vuoghjö/voghjö
 ‘voglio’,
 vuoë/voë
 ‘vuoi’,
 vuò/vò
 ‘vuole’,
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 ‘vogliono’;
 puozzö/pozzö
 ‘posso’,
 puoë/poë
 ‘puoi’,
 può/pò
 ‘può’ e
 puonö/ponö
 ‘possono’. Le forme senza dittongo ricorrono quando
 völë̀ 
 e
 pödë̀
 sono seguiti da un infinito; le forme con dittongo ricorrono in tutti gli altri contesti. Tale quadro è spiegato ipotizzando una sequenza di processi (morfo)fonologici in azione in stadi diacronici distinti: una regola di dittongazione legata alla prominenza di sintagma fonologico (Nespor 1993: §8.5; Kager / Zonneveld 1999) è attiva solo in un primo stadio; il nuovo statuto acquisito da ‘volere’ e ‘potere’ nella configurazione con infinito è connesso poi all’immagazzinamento nel lessico mentale di temi verbali non dittongati, distinti da quelli dittongati associati alle strutture che non presentano l’infinito.","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"27 5","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136283084","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Scopo del contributo è esaminare alcune forme del siciliano contemporaneo composte da verbo/aggettivo + complementatore, dicica, parica, penzica/penzuca e capacica (letteralmente ‘dice-che’, ‘pare-che’, ‘pensi-che’, ‘penso-che’, ‘capace-che’), classificate come avverbi in Cruschina e Remberger (2008) e Cruschina (2010, 2011, 2015); le prime due hanno valore evidenziale, le altre epistemico. Grande attenzione verrà riservata all’analisi del loro comportamento sintattico per stabilire se ca operi ancora come complementatore. Ai fini della nostra indagine verranno considerati non solo dati di scritto digitato (corpora itWaC e itTenTen16) e di parlato, ma anche i risultati di un questionario volto a raccogliere giudizi di accettabilità, somministrato ad un campione costruito tendendo conto delle principali variabili socio-demografiche. L’analisi dei dati consentirà di verificare se le forme dicica, parica, penzica/penzuca e capacica testimonino un processo di grammaticalizzazione e se sia possibile annoverarle tra gli avverbi.
{"title":"Sui marcatori modali siciliani formati con il complementatore ca","authors":"Maria Laura Restivo","doi":"10.5209/cfit.84005","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.84005","url":null,"abstract":"Scopo del contributo è esaminare alcune forme del siciliano contemporaneo composte da verbo/aggettivo + complementatore, dicica, parica, penzica/penzuca e capacica (letteralmente ‘dice-che’, ‘pare-che’, ‘pensi-che’, ‘penso-che’, ‘capace-che’), classificate come avverbi in Cruschina e Remberger (2008) e Cruschina (2010, 2011, 2015); le prime due hanno valore evidenziale, le altre epistemico. Grande attenzione verrà riservata all’analisi del loro comportamento sintattico per stabilire se ca operi ancora come complementatore. Ai fini della nostra indagine verranno considerati non solo dati di scritto digitato (corpora itWaC e itTenTen16) e di parlato, ma anche i risultati di un questionario volto a raccogliere giudizi di accettabilità, somministrato ad un campione costruito tendendo conto delle principali variabili socio-demografiche. L’analisi dei dati consentirà di verificare se le forme dicica, parica, penzica/penzuca e capacica testimonino un processo di grammaticalizzazione e se sia possibile annoverarle tra gli avverbi.","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"33 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136283271","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Il contributo propone una rassegna di studi sulla modalità e sulla codifica modale in siciliano che tiene conto sia dei lavori di ambito dialettologico, sia di quelli che si sono occupati di indagare, in maniera approfondita e teoricamente orientata, alcuni settori specifici del dominio modale. Si introduce, inoltre, qui, una raccolta di saggi dedicati ai ‘dintorni’ della modalità, all’interno della quale si esplorano le periferie della categoria, la contiguità con altri domini nozionali e se ne indagano le interazioni con una varietà di ambiti pragmatici, prendendo in considerazione gli studi degli ultimi decenni che a questi argomenti hanno dedicato una attenzione crescente.
{"title":"Modalità e dintorni in siciliano: status quaestionis e prospettive di ricerca.","authors":"Luisa Amenta, Luisa Brucale, Egle Mocciaro","doi":"10.5209/cfit.83956","DOIUrl":"https://doi.org/10.5209/cfit.83956","url":null,"abstract":"Il contributo propone una rassegna di studi sulla modalità e sulla codifica modale in siciliano che tiene conto sia dei lavori di ambito dialettologico, sia di quelli che si sono occupati di indagare, in maniera approfondita e teoricamente orientata, alcuni settori specifici del dominio modale. Si introduce, inoltre, qui, una raccolta di saggi dedicati ai ‘dintorni’ della modalità, all’interno della quale si esplorano le periferie della categoria, la contiguità con altri domini nozionali e se ne indagano le interazioni con una varietà di ambiti pragmatici, prendendo in considerazione gli studi degli ultimi decenni che a questi argomenti hanno dedicato una attenzione crescente.
","PeriodicalId":427907,"journal":{"name":"Cuadernos de Filología Italiana","volume":"27 4","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-11-13","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"136283289","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}