L'autore affronta le ragioni strutturali di una guerra, attraverso un'angolazione geopolitica. Un conflitto presenta evoluzioni belliche anche per l'attrattiva del mestiere delle armi. Tra conflitto e guerra sono comunque possibili vie pacifiche di risoluzione.
{"title":"Perché la guerra","authors":"Massimo Merlino","doi":"10.3280/eds2022-038014","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038014","url":null,"abstract":"L'autore affronta le ragioni strutturali di una guerra, attraverso un'angolazione geopolitica. Un conflitto presenta evoluzioni belliche anche per l'attrattiva del mestiere delle armi. Tra conflitto e guerra sono comunque possibili vie pacifiche di risoluzione.","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"26 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"121260192","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
L'esistenza enigmatica del male per un verso coincide con il naturale decomporsi di ogni forma di esistenza; dall'altra è la risultanza del potere che gli esseri umani hanno verso la reciproca distruzione. Se nel primo caso il male è subito, al di fuori così della coppia colpa-punizione, nel secondo caso è frutto di un orienta-mento intenzionale e come tale da una parte è imputabile e dall'altra sarebbe evi-tabile. Uno dei vertici della capacità distruttiva umana è lo scenario della guer-ra. Se la violenza può avere natura reattiva, in sé istintuale, alle guerre tenden-zialmente ci si prepara, mutando così la prospettiva difensiva in una azione aggressiva. Una connotazione terribile della guerra è che essa genera vite perdute per sempre; un danno irrisarcibile e conseguentemente ogni guerra vinta è in sé, per l'umanità, sempre una sconfitta. Solo un impegno gratuito per il bene consen-te di immaginare un'esistenza umana senza guerre.
{"title":"Del male e delle guerre","authors":"S. Natoli","doi":"10.3280/eds2022-038003","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038003","url":null,"abstract":"L'esistenza enigmatica del male per un verso coincide con il naturale decomporsi di ogni forma di esistenza; dall'altra è la risultanza del potere che gli esseri umani hanno verso la reciproca distruzione. Se nel primo caso il male è subito, al di fuori così della coppia colpa-punizione, nel secondo caso è frutto di un orienta-mento intenzionale e come tale da una parte è imputabile e dall'altra sarebbe evi-tabile. Uno dei vertici della capacità distruttiva umana è lo scenario della guer-ra. Se la violenza può avere natura reattiva, in sé istintuale, alle guerre tenden-zialmente ci si prepara, mutando così la prospettiva difensiva in una azione aggressiva. Una connotazione terribile della guerra è che essa genera vite perdute per sempre; un danno irrisarcibile e conseguentemente ogni guerra vinta è in sé, per l'umanità, sempre una sconfitta. Solo un impegno gratuito per il bene consen-te di immaginare un'esistenza umana senza guerre.","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"58 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"126221228","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Siamo i nostri conflitti in quanto l'essere figli, generati, è una condizione che ci rende uguali e unici. Lo spazio dell'umano è uno spazio precario con il quale si instaura un'incessante negoziazione intrapsichica, interpsichica e interistituzio-nale. È uno spazio che si presenta nel suo costituirsi come una narrazione appesa a eventi imprevedibili, incerti e complessi, di fronte ai quali l'individuo, se in preda ad ansie, disagi, paure, angosce, agisce difensivamente costituendosi come potenziale aggressore o vittima o isolandosi nell'indifferenza e nell'anaffettività pervasiva di un neutro altrove. La pandemia le guerre, le violenze, l'erosione del legame sociale, le disuguaglianze le catastrofi climatiche e ambientali hanno ac-cumunato l'essere umano nella vulnerabilità, di fronte alla quale necessita un risveglio emotivo capace di incontrare l'alterità nel comune destino e di attivare la cura, la speranza, la responsabilità, l'immaginazione per creare una nuova forma del mondo.
{"title":"Siamo i nostri conflitti","authors":"Silvana Tacchio","doi":"10.3280/eds2022-038011","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038011","url":null,"abstract":"Siamo i nostri conflitti in quanto l'essere figli, generati, è una condizione che ci rende uguali e unici. Lo spazio dell'umano è uno spazio precario con il quale si instaura un'incessante negoziazione intrapsichica, interpsichica e interistituzio-nale. È uno spazio che si presenta nel suo costituirsi come una narrazione appesa a eventi imprevedibili, incerti e complessi, di fronte ai quali l'individuo, se in preda ad ansie, disagi, paure, angosce, agisce difensivamente costituendosi come potenziale aggressore o vittima o isolandosi nell'indifferenza e nell'anaffettività pervasiva di un neutro altrove. La pandemia le guerre, le violenze, l'erosione del legame sociale, le disuguaglianze le catastrofi climatiche e ambientali hanno ac-cumunato l'essere umano nella vulnerabilità, di fronte alla quale necessita un risveglio emotivo capace di incontrare l'alterità nel comune destino e di attivare la cura, la speranza, la responsabilità, l'immaginazione per creare una nuova forma del mondo.","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"57 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"114910181","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Il decisivo passo avanti compiuto, nella ricerca psicoanalitica sulla guerra, la distruttività umana e il conflitto, da Franco Fornari e Luigi Pagliarani, deve essere riconsiderato alla luce della ridefinizione del significato stesso di essere umano che anche la psicoanalisi ha fatto propria, portando avanti un profondo cambiamento del proprio paradigma. Da una centratura su individuo e mondo interno, un individuo che si autodetermina ed è padrone illuministicamente di se stesso o con l'analisi lo deve diventare, l'affermazione dell'intersoggettività e la rilevanza corporea ed emozionale mostrano che siamo assoggettati e soggetti al-lo stesso tempo, non del tutto padroni di noi stessi, disposti all'adattamento a qualsiasi cosa, dipendenti dall'immanenza, ma anche generativi e poetici. Un esame di realtà, allora, si rende necessario per riconoscere la complessità della guerra e della distruttività. Rilevanza assume il ruolo delle istituzioni della vita quotidiana, da quelle dell'educazione, a quelle della cura a quelle del lavoro, e della loro capacità o incapacità di contenere e sostenere relazioni capaci di ela-borazione efficace e non distruttiva dei conflitti. Sono le istituzioni a contenere le possibilità della cooperazione vicendevole e le potenzialità mortifere. Se in esse depositiamo le micro-distruttività, ci educhiamo a ottenere la guerra. Si tratta di porre al centro un istituente che sostenga e favorisca l'elaborazione vicendevole del conflitto, contenendo l'antagonismo. Parlando di istituzioni ad ogni livello, parliamo in fondo della democrazia nelle sue più alte manifestazioni, simbolo materno da estendere, contenitore nel quale i nostri oggetti d'amore possano vi-vere.
{"title":"Psicosocioanalisi della distruttività e della guerra. Può la ragion poetica realizzare la speranza?","authors":"Carla Weber, U. Morelli","doi":"10.3280/eds2022-038006","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038006","url":null,"abstract":"Il decisivo passo avanti compiuto, nella ricerca psicoanalitica sulla guerra, la distruttività umana e il conflitto, da Franco Fornari e Luigi Pagliarani, deve essere riconsiderato alla luce della ridefinizione del significato stesso di essere umano che anche la psicoanalisi ha fatto propria, portando avanti un profondo cambiamento del proprio paradigma. Da una centratura su individuo e mondo interno, un individuo che si autodetermina ed è padrone illuministicamente di se stesso o con l'analisi lo deve diventare, l'affermazione dell'intersoggettività e la rilevanza corporea ed emozionale mostrano che siamo assoggettati e soggetti al-lo stesso tempo, non del tutto padroni di noi stessi, disposti all'adattamento a qualsiasi cosa, dipendenti dall'immanenza, ma anche generativi e poetici. Un esame di realtà, allora, si rende necessario per riconoscere la complessità della guerra e della distruttività. Rilevanza assume il ruolo delle istituzioni della vita quotidiana, da quelle dell'educazione, a quelle della cura a quelle del lavoro, e della loro capacità o incapacità di contenere e sostenere relazioni capaci di ela-borazione efficace e non distruttiva dei conflitti. Sono le istituzioni a contenere le possibilità della cooperazione vicendevole e le potenzialità mortifere. Se in esse depositiamo le micro-distruttività, ci educhiamo a ottenere la guerra. Si tratta di porre al centro un istituente che sostenga e favorisca l'elaborazione vicendevole del conflitto, contenendo l'antagonismo. Parlando di istituzioni ad ogni livello, parliamo in fondo della democrazia nelle sue più alte manifestazioni, simbolo materno da estendere, contenitore nel quale i nostri oggetti d'amore possano vi-vere.","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"39 1 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"130401762","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Si descrive la Matrice del Soldato quale sviluppo delle risposte della società alle minacce all'esistenza o alla gloria potenziale. La storia delle comunità ebraiche in Europa, la società Israeliana e quella Tedesca, la Matrice dell'Anti-Soldato, sono qui utilizzate per spiegare l'insicurezza relazionale e l'identificazione con leader violenti. I processi potenziali di transizione dal conflitto alla guerra, che danno forma ad una Matrice del Soldato, sono discussi insieme con la possibilità di allontanarsi da una qualche forma di Matrice del Soldato
{"title":"La matrice del soldato, l'Ucraina e l'anti-matrice del soldato","authors":"Robi Friedman","doi":"10.3280/eds2022-038007","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038007","url":null,"abstract":"Si descrive la Matrice del Soldato quale sviluppo delle risposte della società alle minacce all'esistenza o alla gloria potenziale. La storia delle comunità ebraiche in Europa, la società Israeliana e quella Tedesca, la Matrice dell'Anti-Soldato, sono qui utilizzate per spiegare l'insicurezza relazionale e l'identificazione con leader violenti. I processi potenziali di transizione dal conflitto alla guerra, che danno forma ad una Matrice del Soldato, sono discussi insieme con la possibilità di allontanarsi da una qualche forma di Matrice del Soldato","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"30 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"130071800","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
La guerra si propone di cancellare il pluralismo dell'esistenza individuale e col-lettiva, la differenza, l'alterità. La guerra, alimentata dalla razionalità utilitaria della modernità, rende gli individui perfettamente anonimi e, pertanto, esclusi-vamente funzionali ad una macchina di insensata distruzione. In una società evo-lutiva e inclusiva, ovvero basata sulla generazione di cittadinanze attive, il con-flitto è invece parte integrante nei processi di emancipazione. Si tratta però di restituire alla politica il suo ruolo di telos civile e sociale non con un generico richiamo alla partecipazione, bensì con la condivisione della necessità di un pensiero critico, l'unico che possa fondare comunità etiche basate sulla solida-rietà. Il conflitto si colloca in esse non come elemento dilacerante bensì come fat-tore generativo di appartenenze non esclusiviste.
{"title":"Pace-guerra-conflitto: le risposte di uno storico","authors":"C. Vercelli","doi":"10.3280/eds2022-038013","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038013","url":null,"abstract":"La guerra si propone di cancellare il pluralismo dell'esistenza individuale e col-lettiva, la differenza, l'alterità. La guerra, alimentata dalla razionalità utilitaria della modernità, rende gli individui perfettamente anonimi e, pertanto, esclusi-vamente funzionali ad una macchina di insensata distruzione. In una società evo-lutiva e inclusiva, ovvero basata sulla generazione di cittadinanze attive, il con-flitto è invece parte integrante nei processi di emancipazione. Si tratta però di restituire alla politica il suo ruolo di telos civile e sociale non con un generico richiamo alla partecipazione, bensì con la condivisione della necessità di un pensiero critico, l'unico che possa fondare comunità etiche basate sulla solida-rietà. Il conflitto si colloca in esse non come elemento dilacerante bensì come fat-tore generativo di appartenenze non esclusiviste.","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"119 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"122096594","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Vengono esaminate da un punto di vista storico, filosofico, le cause della guerra, integrando fattori demografico-ambientali, sociologici, etologici, antropologico-culturali, con riferimenti alla teoria dei giochi strategici e alla psicologia indivi-duale e di massa. Da queste prospettive quindi si esaminano le alternative tra di-verse forme di conflitto.
{"title":"Considerazioni sulla guerra","authors":"Giulio Gasca","doi":"10.3280/eds2022-038008","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038008","url":null,"abstract":"Vengono esaminate da un punto di vista storico, filosofico, le cause della guerra, integrando fattori demografico-ambientali, sociologici, etologici, antropologico-culturali, con riferimenti alla teoria dei giochi strategici e alla psicologia indivi-duale e di massa. Da queste prospettive quindi si esaminano le alternative tra di-verse forme di conflitto.","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"19 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"126662274","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
In una visione trans disciplinare l'atteggiamento bellicoso, attraverso l'evento guerra, generalmente attribuito alla specie umana, non ha solo un'origine cultu-rale, ma anche paleontologica, connessa al ciclo evolutivo peculiare della nostra specie. La ricerca antropologica accanto a quella paleontologica ha individuato casi di convivenza umana lontani da ogni esperienza di guerra. Si rileva in ogni caso che la tendenza anche contemporanea della nostra specie è la conferma del transito per Sapiens del divenire da "prede a predatori" fino ad un "sentirsi dei"; in altre parole esseri esentati da ogni controllo esterno.
{"title":"Guerra: perché sì, perché no","authors":"F. Remotti","doi":"10.3280/eds2022-038012","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038012","url":null,"abstract":"In una visione trans disciplinare l'atteggiamento bellicoso, attraverso l'evento guerra, generalmente attribuito alla specie umana, non ha solo un'origine cultu-rale, ma anche paleontologica, connessa al ciclo evolutivo peculiare della nostra specie. La ricerca antropologica accanto a quella paleontologica ha individuato casi di convivenza umana lontani da ogni esperienza di guerra. Si rileva in ogni caso che la tendenza anche contemporanea della nostra specie è la conferma del transito per Sapiens del divenire da \"prede a predatori\" fino ad un \"sentirsi dei\"; in altre parole esseri esentati da ogni controllo esterno.","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"44 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"115648446","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Il confronto a cui chiama questo contributo è un'ipotesi sulla distruttività e la guerra che le consideri come una possibilità umana, una possibilità di soglia, dalla quale una delle direzioni che può scaturirne è l'attrazione desiderante e giocosa del piacere che deriva dalla sofferenza e dall'annientamento dell'altro. Qualora dal livello di coppia si passi a quello di gruppo o collettivo, i rinforzi derivanti dalla molteplicità condivisa possono produrre, e producono, macchine di distruzione basate sul principio del piacere, fino all'appagamento e alla lunga elaborazione della colpa. Una simile ipotesi implica la necessità di accogliere l'inconscio come forza generativa più che come difesa. Sembra importante privi-legiare una lettura psicoanalitica dei fenomeni intesa come esperienza radicale di apertura, volta a comprendere anche uno dei fenomeni più perturbanti della nostra vita collettiva, come la guerra. Prima ancora che una terapeutica, solo una comprensione derivante da un adeguato esame di realtà potrà aprire a qual-che possibilità di intervento per prevenire la distruttività umana. Per ora, siamo ben lontani da una comprensione attendibile, e il moralismo non aiuta.
{"title":"Abitare la soglia. Il piacere della guerra e la ricerca della non distruttività","authors":"U. Morelli","doi":"10.3280/eds2022-038010","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038010","url":null,"abstract":"Il confronto a cui chiama questo contributo è un'ipotesi sulla distruttività e la guerra che le consideri come una possibilità umana, una possibilità di soglia, dalla quale una delle direzioni che può scaturirne è l'attrazione desiderante e giocosa del piacere che deriva dalla sofferenza e dall'annientamento dell'altro. Qualora dal livello di coppia si passi a quello di gruppo o collettivo, i rinforzi derivanti dalla molteplicità condivisa possono produrre, e producono, macchine di distruzione basate sul principio del piacere, fino all'appagamento e alla lunga elaborazione della colpa. Una simile ipotesi implica la necessità di accogliere l'inconscio come forza generativa più che come difesa. Sembra importante privi-legiare una lettura psicoanalitica dei fenomeni intesa come esperienza radicale di apertura, volta a comprendere anche uno dei fenomeni più perturbanti della nostra vita collettiva, come la guerra. Prima ancora che una terapeutica, solo una comprensione derivante da un adeguato esame di realtà potrà aprire a qual-che possibilità di intervento per prevenire la distruttività umana. Per ora, siamo ben lontani da una comprensione attendibile, e il moralismo non aiuta.","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"12 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"122423358","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
L'articolo, inizialmente, prende in esame il significato psicologico dell'idea di pace e ne analizza le complesse dinamiche intrapsichiche caratterizzate da processi di integrazione armoniosa tra tutte le parti del Sé. Riassume poi gli studi più importanti sulle cause della guerra, approfondendo in particolare gli studi di Franco Fornari e Luigi Pagliarani su questo tema. Nella seconda parte, l'autore propone una lettura socioanalitica della cultura affettiva prevalente oggi in Europa, potenzialmente avviata verso una cultura di pace, ma molto impoverita da agenti patogeni narcisistici che svuotano e impoveriscono queste sue potenzialità positive sullo scenario internazionale. Nel finale l'autore propone alcune idee su come poter sviluppare una cultura di pace.
{"title":"Semiosi affettiva e cultura di pace: studi psicoanalitici sui conflitti","authors":"D. Miscioscia","doi":"10.3280/eds2022-038005","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/eds2022-038005","url":null,"abstract":"L'articolo, inizialmente, prende in esame il significato psicologico dell'idea di pace e ne analizza le complesse dinamiche intrapsichiche caratterizzate da processi di integrazione armoniosa tra tutte le parti del Sé. Riassume poi gli studi più importanti sulle cause della guerra, approfondendo in particolare gli studi di Franco Fornari e Luigi Pagliarani su questo tema. Nella seconda parte, l'autore propone una lettura socioanalitica della cultura affettiva prevalente oggi in Europa, potenzialmente avviata verso una cultura di pace, ma molto impoverita da agenti patogeni narcisistici che svuotano e impoveriscono queste sue potenzialità positive sullo scenario internazionale. Nel finale l'autore propone alcune idee su come poter sviluppare una cultura di pace.","PeriodicalId":197812,"journal":{"name":"EDUCAZIONE SENTIMENTALE","volume":"104 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-04-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"115472912","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}