Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.4081/memoriesei.2023.55
M. Romano
Una lunga indagine bibliografica ha permesso di rintracciare, presso la Biblioteca Casanatense di Roma, un manoscritto sulle farfalle che si credeva perduto, realizzato intorno al 1715 da Saverio Scilla, pittore e naturalista messinese (1673-1735). La sua consultazione ha rivelato la presenza, all’interno dei tre volumi che lo compongono, di 211 farfalle dell’Italia centrale conservate fra due lamine di mica. Sono presenti oltre 100 specie di lepidotteri Ropaloceri ed Eteroceri appartenenti a 21 diverse Famiglie. Si tratta della prima raccolta italiana di lepidotteri conosciuta, realizzata fra il 1701 ed il 1714, e di una delle più antiche collezioni entomologiche pre-linneane al mondo, giunta quasi intatta fino ai nostri giorni. Il suo valore storico, documentale e scientifico è inestimabile. Costituisce un’importante testimonianza della fauna di lepidotteri diurni e notturni italiani degli inizi del XVIII secolo. Fornisce un’ampia visione su un metodo di conservazione dei lepidotteri, assai diffuso in Europa nei primi decenni del Settecento, che ne ha garantito, nel corso di tre secoli, la protezione da attacchi di parassiti e di altri agenti esterni. È infine un’opera unica nel suo genere, perché affianca in maniera originale alla collezione delle farfalle un testo illustrativo e più di 400 disegni acquerellati degli stadi preimaginali, realizzati con una precisione del tratto ed una corrispondenza scientifica al soggetto reale che non ha eguali nelle opere coeve. L’Autore del presente contributo fornisce prima alcuni cenni biografici su Saverio Scilla e sul padre Agostino, che ne influenzò significativamente la formazione artistica e naturalistica. Ripercorre poi le tappe che gli hanno consentito di ricostruire la storia del manoscritto e di accertare l’esistenza di due sue copie, realizzate da altre mani, con caratteristiche proprie e in cui le farfalle sono sostituite da disegni ad acquerello. Fornisce un’approfondita analisi della struttura esterna del manoscritto e del suo stato di conservazione. Passa infine ad esaminare separatamente le tre principali componenti dell’opera: collezione, disegni e testo illustrativo. Due appendici completano il lavoro. La prima contiene l’elenco di tutte le specie con esemplari preparati identificate all’interno della collezione. La seconda presenta l’indice sinottico del manoscritto, che include i titoli dei capitoli e le denominazioni originali assegnate da Scilla alle specie trattate, accompagnate dal binomio scientifico attuale.
{"title":"Il manoscritto-collezione del 1715 di Saverio Scilla: la prima raccolta di lepidotteri d’Italia e una delle più antiche collezioni entomologiche al mondo","authors":"M. Romano","doi":"10.4081/memoriesei.2023.55","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/memoriesei.2023.55","url":null,"abstract":"Una lunga indagine bibliografica ha permesso di rintracciare, presso la Biblioteca Casanatense di Roma, un manoscritto sulle farfalle che si credeva perduto, realizzato intorno al 1715 da Saverio Scilla, pittore e naturalista messinese (1673-1735). La sua consultazione ha rivelato la presenza, all’interno dei tre volumi che lo compongono, di 211 farfalle dell’Italia centrale conservate fra due lamine di mica. Sono presenti oltre 100 specie di lepidotteri Ropaloceri ed Eteroceri appartenenti a 21 diverse Famiglie. Si tratta della prima raccolta italiana di lepidotteri conosciuta, realizzata fra il 1701 ed il 1714, e di una delle più antiche collezioni entomologiche pre-linneane al mondo, giunta quasi intatta fino ai nostri giorni. Il suo valore storico, documentale e scientifico è inestimabile. Costituisce un’importante testimonianza della fauna di lepidotteri diurni e notturni italiani degli inizi del XVIII secolo. Fornisce un’ampia visione su un metodo di conservazione dei lepidotteri, assai diffuso in Europa nei primi decenni del Settecento, che ne ha garantito, nel corso di tre secoli, la protezione da attacchi di parassiti e di altri agenti esterni. È infine un’opera unica nel suo genere, perché affianca in maniera originale alla collezione delle farfalle un testo illustrativo e più di 400 disegni acquerellati degli stadi preimaginali, realizzati con una precisione del tratto ed una corrispondenza scientifica al soggetto reale che non ha eguali nelle opere coeve. L’Autore del presente contributo fornisce prima alcuni cenni biografici su Saverio Scilla e sul padre Agostino, che ne influenzò significativamente la formazione artistica e naturalistica. Ripercorre poi le tappe che gli hanno consentito di ricostruire la storia del manoscritto e di accertare l’esistenza di due sue copie, realizzate da altre mani, con caratteristiche proprie e in cui le farfalle sono sostituite da disegni ad acquerello. Fornisce un’approfondita analisi della struttura esterna del manoscritto e del suo stato di conservazione. Passa infine ad esaminare separatamente le tre principali componenti dell’opera: collezione, disegni e testo illustrativo. Due appendici completano il lavoro. La prima contiene l’elenco di tutte le specie con esemplari preparati identificate all’interno della collezione. La seconda presenta l’indice sinottico del manoscritto, che include i titoli dei capitoli e le denominazioni originali assegnate da Scilla alle specie trattate, accompagnate dal binomio scientifico attuale.","PeriodicalId":333636,"journal":{"name":"Memorie della Società Entomologica Italiana","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139445589","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-01-08DOI: 10.4081/memoriesei.2023.123
R. Caldara, Michele Tedeschi, C. Giusto
Non disponibile.
不详。
{"title":"Ricordo di Luciano Diotti (1942–2023)","authors":"R. Caldara, Michele Tedeschi, C. Giusto","doi":"10.4081/memoriesei.2023.123","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/memoriesei.2023.123","url":null,"abstract":"Non disponibile.","PeriodicalId":333636,"journal":{"name":"Memorie della Società Entomologica Italiana","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-01-08","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"139446382","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-12DOI: 10.4081/memoriesei.2023.3
G. Liberti
The present study is limited to the species which live in the eastern Mediterranean region (Greece, Turkey, Cyprus, Syria, Lebanon, Israel and Jordan, Egypt and Libya). Genus Dasytidius is here very poorly known, and, within this region, large areas completely lack records and field research. 29 taxa (species and subspecies) have been, however, described from the mentioned countries, and it has been possible to assemble and study reasonable amounts of materials (over 1500 specimens) covering 25 taxa and including many types. Two new species have been described: D. daucifloris n. sp. from Aegean Turkey and D. majeri n. sp. from southern-central Turkey. Four new synonymies are proposed: D. indutus dalmatinus Majer, 1989 = D. indutus indutus Kiesenwetter, 1859; D. impar Majer, 1996 = D. indutus subsp. funebris Majer, 1989; D. insularis Majer, 1996 = D. prosperus Majer, 1989 and D. malkini Majer, 1996 = D. similis Schilsky, 1896. Two taxa have been moved from species to subspecies status: D. indutus subsp. funebris Majer, 1989 n. stat. and D. infinitus subsp. subnudus Majer, 1991 n. stat. One species has been resurrected: D. obscuripes (Pic, 1896), previously considered a junior synonym of D. nigripes (Pic, 1894). Four Dasytidius species remained unknown: they have been only shortly taken into account and not included in the determination key; the three Cypriot species, being endemic to the Island and recently fully discussed (Liberti 2021), have not been included as well in the key. The remaining 22 taxa have been thoroughly considered, and their anatomies have been described, compared and figured.
目前的研究仅限于生活在地中海东部地区(希腊、土耳其、塞浦路斯、叙利亚、黎巴嫩、以色列和约旦、埃及和利比亚)的物种。Dasytidius属在这里鲜为人知,而且,在这个地区,大片地区完全缺乏记录和实地研究。然而,从上述国家已经描述了29个分类群(种和亚种),并且已经有可能收集和研究合理数量的材料(超过1500个标本),涵盖25个分类群,包括许多类型。发现了两个新种:来自土耳其爱琴海的D. daucifloris n. sp和来自土耳其中南部的D. majeri n. sp。提出了四个新的同义词:D. indutus dalmatinus Majer, 1989 = D. indutus indutus Kiesenwetter, 1859;D. impar Majer, 1996 = D. indutus subsp。《葬礼》,1989;D. insularis Majer, 1996 = D. prosperus Majer, 1989和D. malkini Majer, 1996 = D. similis Schilsky, 1896。两个分类群已经从种状态转移到亚种状态:D. indutus subsp。[j] .中华人民共和国,1989。一个物种已经复活:D. obscuripes (Pic, 1896),以前被认为是D. nigripes的低级同义词(Pic, 1894)。四种Dasytidius物种仍然未知:它们只是被短暂地考虑过,没有包括在确定关键中;塞浦路斯的三个物种是岛上特有的,最近得到了充分的讨论(Liberti 2021),也没有被包括在关键中。剩下的22个分类群已经被彻底考虑过,它们的解剖结构已经被描述、比较和绘制。
{"title":"A contribution to the knowledge of genus Dasytidius Schilsky, 1896 in the eastern Mediterranean region","authors":"G. Liberti","doi":"10.4081/memoriesei.2023.3","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/memoriesei.2023.3","url":null,"abstract":"The present study is limited to the species which live in the eastern Mediterranean region (Greece, Turkey, Cyprus, Syria, Lebanon, Israel and Jordan, Egypt and Libya). Genus Dasytidius is here very poorly known, and, within this region, large areas completely lack records and field research. 29 taxa (species and subspecies) have been, however, described from the mentioned countries, and it has been possible to assemble and study reasonable amounts of materials (over 1500 specimens) covering 25 taxa and including many types. Two new species have been described: D. daucifloris n. sp. from Aegean Turkey and D. majeri n. sp. from southern-central Turkey. Four new synonymies are proposed: D. indutus dalmatinus Majer, 1989 = D. indutus indutus Kiesenwetter, 1859; D. impar Majer, 1996 = D. indutus subsp. funebris Majer, 1989; D. insularis Majer, 1996 = D. prosperus Majer, 1989 and D. malkini Majer, 1996 = D. similis Schilsky, 1896. Two taxa have been moved from species to subspecies status: D. indutus subsp. funebris Majer, 1989 n. stat. and D. infinitus subsp. subnudus Majer, 1991 n. stat. One species has been resurrected: D. obscuripes (Pic, 1896), previously considered a junior synonym of D. nigripes (Pic, 1894). Four Dasytidius species remained unknown: they have been only shortly taken into account and not included in the determination key; the three Cypriot species, being endemic to the Island and recently fully discussed (Liberti 2021), have not been included as well in the key. The remaining 22 taxa have been thoroughly considered, and their anatomies have been described, compared and figured.","PeriodicalId":333636,"journal":{"name":"Memorie della Società Entomologica Italiana","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-12","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"132031768","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2023-06-12DOI: 10.4081/memoriesei.2023.49
Rinaldo Nicoli Aldini
Non disponibile.
不可用。
{"title":"In ricordo di Valter Pizzaghi","authors":"Rinaldo Nicoli Aldini","doi":"10.4081/memoriesei.2023.49","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/memoriesei.2023.49","url":null,"abstract":"Non disponibile.","PeriodicalId":333636,"journal":{"name":"Memorie della Società Entomologica Italiana","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-06-12","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"127474439","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-12-16DOI: 10.4081/memoriesei.2022.230
A. Casale
Nato il 28 marzo 1950 e deceduto a Sassari il 12 giugno 2022, Giuseppe Grafitti ci ha lasciati in una calda giornata di una torrida estate, nelle condizioni climatiche che lui più detestava, come ben sanno tutti coloro che conoscevano la sua malattia che da numerosi anni lo costringeva ad una faticosa dialisi [...].
{"title":"Giuseppe Grafitti (1950-2022)","authors":"A. Casale","doi":"10.4081/memoriesei.2022.230","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/memoriesei.2022.230","url":null,"abstract":"Nato il 28 marzo 1950 e deceduto a Sassari il 12 giugno 2022, Giuseppe Grafitti ci ha lasciati in una calda giornata di una torrida estate, nelle condizioni climatiche che lui più detestava, come ben sanno tutti coloro che conoscevano la sua malattia che da numerosi anni lo costringeva ad una faticosa dialisi [...].","PeriodicalId":333636,"journal":{"name":"Memorie della Società Entomologica Italiana","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-12-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"126241022","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-12-16DOI: 10.4081/memoriesei.2022.81
Luigi Bisio, G. Allegro
Viene riportata una sintesi dei risultati delle ricerche carabidologiche condotte sino a oggi nella Regione Valle d’Aosta. Dopo avere illustrato i principali caratteri geologici, climatici e vegetazionali della Valle, vengono elencate le 309 specie di Carabidae e Cicindelidae attualmente note, di cui vengono indicati il corotipo, le preferenze ecologiche e la distribuzione nelle diverse valli che compongono il territorio della Regione. Viene inoltre messa a confronto la diversità delle valli per quanto riguarda ricchezza specifica e ricchezza di endemismi alpini. Infine, vengono descritte le principali cenosi presenti e sono messi in evidenza i più importanti biotopi umidi meritevoli di protezione.
{"title":"I Coleotteri Carabidi e Cicindelidi della Valle d’Aosta (Italia nord-occidentale)","authors":"Luigi Bisio, G. Allegro","doi":"10.4081/memoriesei.2022.81","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/memoriesei.2022.81","url":null,"abstract":"Viene riportata una sintesi dei risultati delle ricerche carabidologiche condotte sino a oggi nella Regione Valle d’Aosta. Dopo avere illustrato i principali caratteri geologici, climatici e vegetazionali della Valle, vengono elencate le 309 specie di Carabidae e Cicindelidae attualmente note, di cui vengono indicati il corotipo, le preferenze ecologiche e la distribuzione nelle diverse valli che compongono il territorio della Regione. Viene inoltre messa a confronto la diversità delle valli per quanto riguarda ricchezza specifica e ricchezza di endemismi alpini. Infine, vengono descritte le principali cenosi presenti e sono messi in evidenza i più importanti biotopi umidi meritevoli di protezione.","PeriodicalId":333636,"journal":{"name":"Memorie della Società Entomologica Italiana","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-12-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"116468529","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-12-16DOI: 10.4081/memoriesei.2022.123
L. Favilli, Sandro Piazzini
Vengono sintetizzate le conoscenze sulla fauna a Ropaloceri della provincia di Grosseto (Toscana meridionale) sulla base di quanto fino ad oggi pubblicato nella letteratura e nella sitografia e sulla base di materiale inedito. Per la provincia sono riportate 115 specie (Papilionidae: 3; Hesperiidae: 18; Pieridae: 13; Riodinidae: 1; Lycaenidae: 34; Nymphalidae: 46). Le specie più interessanti dal piunto di vista conservazionistico e biogeografico sono Carcharodus baeticus (Rambur, 1839), Iolana iolas (Ochsenheimer, 1816), Lysandra hispana (Herrich-Schäffer, 1851), Hipparchia aristaeus (Bonelli, 1826) e Coenonympha corinna (Staudinger, 1901). Gegenes nostrodamus (Fabricius, 1793), Carcharodus lavatherae (Esper, 1783), Pyrgus sidae (Esper, 1784), Lycaena thersamon (Esper, 1784), Thecla betulae (Linnaeus, 1758) e Satyrium w-album (Knoch, 1782) rivestono un certo interesse in quanto considerate in declino nella Lista Rossa italiana.
{"title":"Catalogo dei Ropaloceri della Provincia di Grosseto (Toscana meridionale)","authors":"L. Favilli, Sandro Piazzini","doi":"10.4081/memoriesei.2022.123","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/memoriesei.2022.123","url":null,"abstract":"Vengono sintetizzate le conoscenze sulla fauna a Ropaloceri della provincia di Grosseto (Toscana meridionale) sulla base di quanto fino ad oggi pubblicato nella letteratura e nella sitografia e sulla base di materiale inedito. Per la provincia sono riportate 115 specie (Papilionidae: 3; Hesperiidae: 18; Pieridae: 13; Riodinidae: 1; Lycaenidae: 34; Nymphalidae: 46). Le specie più interessanti dal piunto di vista conservazionistico e biogeografico sono Carcharodus baeticus (Rambur, 1839), Iolana iolas (Ochsenheimer, 1816), Lysandra hispana (Herrich-Schäffer, 1851), Hipparchia aristaeus (Bonelli, 1826) e Coenonympha corinna (Staudinger, 1901). Gegenes nostrodamus (Fabricius, 1793), Carcharodus lavatherae (Esper, 1783), Pyrgus sidae (Esper, 1784), Lycaena thersamon (Esper, 1784), Thecla betulae (Linnaeus, 1758) e Satyrium w-album (Knoch, 1782) rivestono un certo interesse in quanto considerate in declino nella Lista Rossa italiana.","PeriodicalId":333636,"journal":{"name":"Memorie della Società Entomologica Italiana","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-12-16","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"115502678","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-06-14DOI: 10.4081/memoriesei.2022.63
S. Rocchi, L. Bartolozzi
Fernando Angelini nasce a Terni il 26 agosto 1948 da padre umbro e madre pugliese; all’età di cinque anni si trasferisce con i genitori da Terni a Francavilla Fontana ove andrà a vivere in campagna.
{"title":"IN MEMORIA DI FERNANDO ANGELINI","authors":"S. Rocchi, L. Bartolozzi","doi":"10.4081/memoriesei.2022.63","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/memoriesei.2022.63","url":null,"abstract":"Fernando Angelini nasce a Terni il 26 agosto 1948 da padre umbro e madre pugliese; all’età di cinque anni si trasferisce con i genitori da Terni a Francavilla Fontana ove andrà a vivere in campagna.","PeriodicalId":333636,"journal":{"name":"Memorie della Società Entomologica Italiana","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-06-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"128339610","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-06-14DOI: 10.4081/memoriesei.2022.3
Lorenzo Zanella, M. Uliana
Gli ambienti lagunari ospitano specie alofile e alobionti di grande interesse ecologico, caratterizzate da adattamenti a questi ambienti estremi a cui sono spesso legate in modo esclusivo. Lo studio e la protezione di tali habitat costieri sono quindi prioritari per la conservazione della biodiversità. La laguna di Venezia rappresenta un caso biogeografico di grande interesse sia per l’estensione che essa occupa, sia per il contesto geografico in cui si colloca. La biodiversità di Cicindelidi e Carabidi, dei quali è consolidato l’uso come indicatori ambientali, è stata documentata da un catalogo, pubblicato 36 anni fa, che elencava 228 specie. L’analisi corologica di questa lista di specie evidenziava, come già rilevato dallo studio di altri gruppi floro-faunistici, che l’area veneziana era caratterizzata da un’attenuazione dei tratti biogeografici propri del clima mediterraneo, che invece divenivano ben consolidati a sud del Po. La laguna di Venezia rappresenta quindi un territorio di transizione tra gli ambienti caldi mediterranei e quelli continentali più freschi tipicamente centroeuropei. Tale condizione di confine, sia geografico che biologico-climatico, rende l’area particolarmente sensibile alle variazioni climatiche in corso, che modificano il delicato equilibrio tra le specie rappresentative delle due aree climatiche che qui si incontrano. Il presente contributo aggiorna il catalogo alla data attuale, elencando 62 specie nuove. Considerando gli aggiornamenti tassonomici intercorsi per le specie già segnalate e l’esclusione di alcune che riteniamo derivanti da trasporto passivo, l’elenco aggiornato conta oggi 281 specie. Per Harpalus froelichii, H. melancholicus e Agonum hypocrita si è reso necessario aggiornare la distribuzione italiana per discuterne la presenza nella laguna veneta in un quadro geonemico più ampio. Fra le specie di nuova segnalazione, cinque sono nuove anche per il Veneto e di particolare interesse biogeografico: Clivina ypsilon, Ophonus subsinuatus, Oedesis caucasicus, Carterus fulvipes e Masoreus wetterhallii. Una consistente parte delle nuove segnalazioni è dovuta a indagini condotte negli ambienti fluviali e paludosi di pertinenza dell’area di studio, per lo più abitati da elementi mesotermi a corologia europea o ad ampia distribuzione paleartica. Tuttavia, vi sono comprese anche 10 specie europee a gravitazione meridionale o mediterranea e 12 specie strettamente mediterranee, più o meno termofile. Rispetto alla fauna documentata in precedenza, l’incidenza percentuale delle specie termofile presenti tra i Cicindelidi e Carabidi della laguna di Venezia è aumentata dello 0,8%, arrivando a 32,7%, mentre quella delle specie mesoterme è diminuita dell’1,1%, scendendo a 66,9%. Se invece si considerano solo le 62 specie di nuova segnalazione, 22 sono quelle termofile, per un’incidenza relativa del 35,5%. Questa evoluzione faunistica viene discussa alla luce delle variazioni climatiche registrate tra il 1986 e il 2020: un’a
{"title":"Catalogo dei Cicindelidi e dei Carabidi della laguna di Venezia. Aggiornamento faunistico e impatto del cambiamento climatico","authors":"Lorenzo Zanella, M. Uliana","doi":"10.4081/memoriesei.2022.3","DOIUrl":"https://doi.org/10.4081/memoriesei.2022.3","url":null,"abstract":"Gli ambienti lagunari ospitano specie alofile e alobionti di grande interesse ecologico, caratterizzate da adattamenti a questi ambienti estremi a cui sono spesso legate in modo esclusivo. Lo studio e la protezione di tali habitat costieri sono quindi prioritari per la conservazione della biodiversità. La laguna di Venezia rappresenta un caso biogeografico di grande interesse sia per l’estensione che essa occupa, sia per il contesto geografico in cui si colloca. La biodiversità di Cicindelidi e Carabidi, dei quali è consolidato l’uso come indicatori ambientali, è stata documentata da un catalogo, pubblicato 36 anni fa, che elencava 228 specie. L’analisi corologica di questa lista di specie evidenziava, come già rilevato dallo studio di altri gruppi floro-faunistici, che l’area veneziana era caratterizzata da un’attenuazione dei tratti biogeografici propri del clima mediterraneo, che invece divenivano ben consolidati a sud del Po. La laguna di Venezia rappresenta quindi un territorio di transizione tra gli ambienti caldi mediterranei e quelli continentali più freschi tipicamente centroeuropei. Tale condizione di confine, sia geografico che biologico-climatico, rende l’area particolarmente sensibile alle variazioni climatiche in corso, che modificano il delicato equilibrio tra le specie rappresentative delle due aree climatiche che qui si incontrano. Il presente contributo aggiorna il catalogo alla data attuale, elencando 62 specie nuove. Considerando gli aggiornamenti tassonomici intercorsi per le specie già segnalate e l’esclusione di alcune che riteniamo derivanti da trasporto passivo, l’elenco aggiornato conta oggi 281 specie. Per Harpalus froelichii, H. melancholicus e Agonum hypocrita si è reso necessario aggiornare la distribuzione italiana per discuterne la presenza nella laguna veneta in un quadro geonemico più ampio. Fra le specie di nuova segnalazione, cinque sono nuove anche per il Veneto e di particolare interesse biogeografico: Clivina ypsilon, Ophonus subsinuatus, Oedesis caucasicus, Carterus fulvipes e Masoreus wetterhallii. Una consistente parte delle nuove segnalazioni è dovuta a indagini condotte negli ambienti fluviali e paludosi di pertinenza dell’area di studio, per lo più abitati da elementi mesotermi a corologia europea o ad ampia distribuzione paleartica. Tuttavia, vi sono comprese anche 10 specie europee a gravitazione meridionale o mediterranea e 12 specie strettamente mediterranee, più o meno termofile. Rispetto alla fauna documentata in precedenza, l’incidenza percentuale delle specie termofile presenti tra i Cicindelidi e Carabidi della laguna di Venezia è aumentata dello 0,8%, arrivando a 32,7%, mentre quella delle specie mesoterme è diminuita dell’1,1%, scendendo a 66,9%. Se invece si considerano solo le 62 specie di nuova segnalazione, 22 sono quelle termofile, per un’incidenza relativa del 35,5%. Questa evoluzione faunistica viene discussa alla luce delle variazioni climatiche registrate tra il 1986 e il 2020: un’a","PeriodicalId":333636,"journal":{"name":"Memorie della Società Entomologica Italiana","volume":null,"pages":null},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-06-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"116823945","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2019-11-12DOI: 10.4081/memoriesei.2018.111
G. Allegro
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