Pub Date : 2024-03-04DOI: 10.35948/0557-1359/2024.2359
P. Nanni
Riassunto Venti anni fa veniva presentata a Roma, presso il Senato della Repubblica, la Storia dell’agricoltura italiana, opera in cinque volumi edita dall’Accademia dei Georgofili. Questo anniversario offre l’occasione per riconsiderare il significato storiografico di questa impresa editoriale ideata da Giovanni Cherubini e promossa da Franco Scaramuzzi. L’intento è quello di offrire qualche riflessione sulla storia dell’agricoltura nel quadro degli studi storici, oltre ad annotare qualche considerazione sulle interazioni tra storia e attualità. Altri approfondimenti e anche possibili comparazioni tra storie agrarie europee o extraeuropee potranno seguire, aggiungendo, integrando o discutendo queste prime note. Abstract Twenty years ago, in Rome, at the Senate of the Republic, the Storia dell’agricoltura italiana was presented, a five-volume work published by the Accademia dei Georgofili. This anniversary provides an opportunity to reconsider the historiographical significance of this editorial venture conceived by Giovanni Cherubini and promoted by Franco Scaramuzzi. The aim is to offer some reflections on the history of agriculture within the framework of historical studies, as well as to make some observations on the interactions between history and present-day affairs. Further investigations and even possible comparisons between European or non-European agricultural histories may follow, adding, supplementing, or discussing these initial remarks.
摘要二十年前,由 Accademia dei Georgofili 出版的五卷本《意大利农业史》在罗马共和国参议院亮相。这次周年纪念提供了一个机会,重新考虑由乔瓦尼-切鲁比尼(Giovanni Cherubini)构思并由佛朗哥-斯卡拉穆齐(Franco Scaramuzzi)推动的这一出版活动的历史意义。我们的目的是在历史研究的框架内对农业史进行一些思考,并对历史与时事之间的互动进行一些思考。随后可能会提出其他见解,甚至可能对欧洲或非欧洲农业史进行比较,对这些初步说明进行补充、整合或讨论。 摘要二十年前,在罗马共和国参议院,由 Accademia dei Georgofili 出版的五卷本著作《意大利农业史》问世。这次周年纪念提供了一个机会,重新考虑由乔瓦尼-切鲁比尼(Giovanni Cherubini)构思并由佛朗哥-斯卡拉穆齐(Franco Scaramuzzi)推动的这一编辑活动的历史意义。目的是在历史研究的框架内对农业史进行一些思考,并对历史与当今事务之间的互动提出一些看法。接下来可能会对欧洲或非欧洲农业史进行进一步调查,甚至可能进行比较,对这些初步意见进行补充、完善或讨论。
{"title":"La \"Storia dell’agricoltura italiana\", una storia europea. Prospettive comparative a vent’anni dalla pubblicazione della grande opera edita dall’Accademia dei Georgofili","authors":"P. Nanni","doi":"10.35948/0557-1359/2024.2359","DOIUrl":"https://doi.org/10.35948/0557-1359/2024.2359","url":null,"abstract":"Riassunto\u0000Venti anni fa veniva presentata a Roma, presso il Senato della Repubblica, la Storia dell’agricoltura italiana, opera in cinque volumi edita dall’Accademia dei Georgofili. Questo anniversario offre l’occasione per riconsiderare il significato storiografico di questa impresa editoriale ideata da Giovanni Cherubini e promossa da Franco Scaramuzzi. L’intento è quello di offrire qualche riflessione sulla storia dell’agricoltura nel quadro degli studi storici, oltre ad annotare qualche considerazione sulle interazioni tra storia e attualità. Altri approfondimenti e anche possibili comparazioni tra storie agrarie europee o extraeuropee potranno seguire, aggiungendo, integrando o discutendo queste prime note.\u0000Abstract\u0000Twenty years ago, in Rome, at the Senate of the Republic, the Storia dell’agricoltura italiana was presented, a five-volume work published by the Accademia dei Georgofili. This anniversary provides an opportunity to reconsider the historiographical significance of this editorial venture conceived by Giovanni Cherubini and promoted by Franco Scaramuzzi. The aim is to offer some reflections on the history of agriculture within the framework of historical studies, as well as to make some observations on the interactions between history and present-day affairs. Further investigations and even possible comparisons between European or non-European agricultural histories may follow, adding, supplementing, or discussing these initial remarks.","PeriodicalId":517788,"journal":{"name":"a. LXIII, n. 1, giugno 2023","volume":"79 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-03-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"140398259","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-03-04DOI: 10.35948/0557-1359/2024.2362
G. Piccinni
RiassuntoNella Lectio magistralis tenuta nell’ottobre 2021 Gabriella Piccinni affronta il tema del rapporto tra allievi e maestri nell’università italiana sotto molti aspetti: l’ambiguità delle parole maestro e scuola, il carattere artigianale della ricerca storica e del suo apprendimento, il cambiamento determinato nei rapporti di formazione dall’irrompere della presenza femminile. Vengono commentati alcuni insegnamenti lasciati da Giovanni Cherubini, alla cui memoria la Lectio è dedicata. AbstractIn the Lectio magistralis held on October 2021, Gabriella Piccinni addresses the theme of the relationship between students and teachers in the Italian university system from various perspectives: the ambiguity of the words ‘maestro’ and ‘school,’ the artisanal nature of historical research and its learning, and the change determined in educational relationships by the emergence of female presence. Some teachings left by Giovanni Cherubini, to whose memory the lecture is dedicated, are commented upon.
{"title":"«E trascinata tramandi / e irrigidita rattieni». Appunti di generazione e di genere su allievi e maestri nell'Università italiana","authors":"G. Piccinni","doi":"10.35948/0557-1359/2024.2362","DOIUrl":"https://doi.org/10.35948/0557-1359/2024.2362","url":null,"abstract":"RiassuntoNella Lectio magistralis tenuta nell’ottobre 2021 Gabriella Piccinni affronta il tema del rapporto tra allievi e maestri nell’università italiana sotto molti aspetti: l’ambiguità delle parole maestro e scuola, il carattere artigianale della ricerca storica e del suo apprendimento, il cambiamento determinato nei rapporti di formazione dall’irrompere della presenza femminile. Vengono commentati alcuni insegnamenti lasciati da Giovanni Cherubini, alla cui memoria la Lectio è dedicata.\u0000AbstractIn the Lectio magistralis held on October 2021, Gabriella Piccinni addresses the theme of the relationship between students and teachers in the Italian university system from various perspectives: the ambiguity of the words ‘maestro’ and ‘school,’ the artisanal nature of historical research and its learning, and the change determined in educational relationships by the emergence of female presence. Some teachings left by Giovanni Cherubini, to whose memory the lecture is dedicated, are commented upon.\u0000","PeriodicalId":517788,"journal":{"name":"a. LXIII, n. 1, giugno 2023","volume":"33 1","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-03-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"140398218","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-03-04DOI: 10.35948/0557-1359/2024.2361
V. Ricci
RiassuntoNel corso del Medioevo lo zafferano era una delle spezie più utilizzate in diversi campi e godeva di un notevole interesse nei commerci internazionali. L’Italia era uno dei principali produttori in Europa e la coltivazione era presente in diverse aree della Penisola: in Toscana e in Abruzzi si producevano le qualità più pregiate, ma la crococoltura era praticata anche in Lombardia, Umbria, Marche e Puglia. In quest’ultima regione, secondo centro nel Regno di Napoli, lo zafferano trovava spazio soprattutto nel Salento, ma era coltivato anche in Terra di Bari. Sebbene inferiore come qualità rispetto allo zima abruzzese, lo zima delle Puglie, tra XV e XVI secolo, aveva una sua collocazione sui mercati europei, essendo richiesto da mercanti tedeschi, veneziani e fiorentini. Nel presente contributo si vuole fornire una disanima della produzione e del commercio della spezia in Terra di Bari, argomento poco affrontato dalla ricerca storica, utilizzando fonti diverse, in particolare alcune pratiche della mercatura tedesche e veneziane del Cinquecento. Si presenteranno due casi di studio: Bitonto per la seconda metà del XV secolo e Bisceglie per il XVI, impiegando notizie tratte da fonti inedite. Da ultimo l’attenzione sarà posta sugli aspetti fiscali collegati allo zafferano e al suo commercio. AbstractProduction and Trade of Saffron in «Terra di Bari» between the 15th and 16th Century. During the Middle Ages, saffron was one of the most used spices in various fields and enjoyed considerable interest in international trade. Italy was one of the main producers in Europe and cultivation was present in several areas of the peninsula: the finest qualities were produced in Tuscany and Abruzzi, but crococulture was also practiced in Lombardy, Umbria, Marche and Apulia. In the latter region, the second center in the Kingdom of Naples, saffron found space above all in Salento, but it was also cultivated in Terra di Bari. Although inferior in quality to the Abruzzese zima, the Apulian zima, between the fifteenth and sixteenth centuries, had its place on European markets, being requested by German, Venetian and Florentine merchants. This paper aims to provide an overview about production and trade of the spice in Terra di Bari, a subject that has not been dealt with in historical research, using different sources, such us some German and Venetian trading practices (pratiche mercantili) of the sixteenth century. Two case studies will be presented with the towns of Bitonto, for the fifteenth century, and of Bisceglie, for the end of the sixteenth century, using information taken from unpublished notarial deeds. Finally, attention will be paid to the tax aspects related to saffron and its trade.
摘要在中世纪,藏红花是各种领域中使用最广泛的香料之一,在国际贸易中也享有相当大的利益。意大利是欧洲的主要生产国之一,在半岛的不同地区都有种植:托斯卡纳和阿布鲁齐出产最优质的藏红花,但伦巴第、翁布里亚、马尔凯和阿普利亚也有种植。在那不勒斯王国的第二中心地区,藏红花主要种植在萨兰托,但在巴里地区也有种植。虽然与阿布鲁齐产区的藏红花相比质量较差,但在 15 世纪至 16 世纪期间,阿普利亚的藏红花在欧洲市场上占有一席之地,受到德国、威尼斯和佛罗伦萨商人的青睐。本文旨在概述巴里地区的香料生产和贸易情况,历史研究很少涉及这一主题,本文将利用不同的资料来源,特别是一些 16 世纪德国和威尼斯商人的做法。将介绍两个案例研究:比通托(15 世纪下半叶)和比斯切利(16 世纪),使用的资料来自未出版的资料。最后,还将关注与藏红花及其贸易有关的财政问题。 摘要 15 至 16 世纪 "巴里岛 "的藏红花生产和贸易。在中世纪,藏红花是各个领域中最常用的香料之一,在国际贸易中享有很高的地位。意大利是欧洲的主要生产国之一,在半岛的多个地区都有种植:托斯卡纳和阿布鲁齐生产的藏红花品质最好,但伦巴第、翁布里亚、马尔凯和阿普利亚也有种植。阿普利亚是那不勒斯王国的第二大中心,在该地区,藏红花主要产自萨兰托(Salento),但在特拉迪巴里(Terra di Bari)也有种植。虽然阿普利亚藏红花的质量不如阿布鲁兹藏红花,但在十五至十六世纪期间,它在欧洲市场上占有一席之地,受到德国、威尼斯和佛罗伦萨商人的青睐。本文旨在利用不同的资料来源,如十六世纪德国和威尼斯的一些贸易惯例(pratiche mercantili),概述 Terra di Bari 的香料生产和贸易情况。将利用未出版的公证契约中的信息,对十五世纪的比通托镇和十六世纪末的比斯切利镇进行两个案例研究。最后,还将关注与藏红花及其贸易有关的税收问题。
{"title":"Produzione e commercio dello zafferano in Terra di Bari tra XV e XVI secolo","authors":"V. Ricci","doi":"10.35948/0557-1359/2024.2361","DOIUrl":"https://doi.org/10.35948/0557-1359/2024.2361","url":null,"abstract":"RiassuntoNel corso del Medioevo lo zafferano era una delle spezie più utilizzate in diversi campi e godeva di un notevole interesse nei commerci internazionali. L’Italia era uno dei principali produttori in Europa e la coltivazione era presente in diverse aree della Penisola: in Toscana e in Abruzzi si producevano le qualità più pregiate, ma la crococoltura era praticata anche in Lombardia, Umbria, Marche e Puglia. In quest’ultima regione, secondo centro nel Regno di Napoli, lo zafferano trovava spazio soprattutto nel Salento, ma era coltivato anche in Terra di Bari. Sebbene inferiore come qualità rispetto allo zima abruzzese, lo zima delle Puglie, tra XV e XVI secolo, aveva una sua collocazione sui mercati europei, essendo richiesto da mercanti tedeschi, veneziani e fiorentini. Nel presente contributo si vuole fornire una disanima della produzione e del commercio della spezia in Terra di Bari, argomento poco affrontato dalla ricerca storica, utilizzando fonti diverse, in particolare alcune pratiche della mercatura tedesche e veneziane del Cinquecento. Si presenteranno due casi di studio: Bitonto per la seconda metà del XV secolo e Bisceglie per il XVI, impiegando notizie tratte da fonti inedite. Da ultimo l’attenzione sarà posta sugli aspetti fiscali collegati allo zafferano e al suo commercio.\u0000AbstractProduction and Trade of Saffron in «Terra di Bari» between the 15th and 16th Century. During the Middle Ages, saffron was one of the most used spices in various fields and enjoyed considerable interest in international trade. Italy was one of the main producers in Europe and cultivation was present in several areas of the peninsula: the finest qualities were produced in Tuscany and Abruzzi, but crococulture was also practiced in Lombardy, Umbria, Marche and Apulia. In the latter region, the second center in the Kingdom of Naples, saffron found space above all in Salento, but it was also cultivated in Terra di Bari. Although inferior in quality to the Abruzzese zima, the Apulian zima, between the fifteenth and sixteenth centuries, had its place on European markets, being requested by German, Venetian and Florentine merchants. This paper aims to provide an overview about production and trade of the spice in Terra di Bari, a subject that has not been dealt with in historical research, using different sources, such us some German and Venetian trading practices (pratiche mercantili) of the sixteenth century. Two case studies will be presented with the towns of Bitonto, for the fifteenth century, and of Bisceglie, for the end of the sixteenth century, using information taken from unpublished notarial deeds. Finally, attention will be paid to the tax aspects related to saffron and its trade.","PeriodicalId":517788,"journal":{"name":"a. LXIII, n. 1, giugno 2023","volume":"26 5","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-03-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"140285656","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2024-03-04DOI: 10.35948/0557-1359/2024.2360
Paulino Iradiel
Resumen La gestión de los espacios naturales de montaña en una amplia región desde Cataluña a Castilla oriental produjo un sistema económico determinado por la ganadería e impulsado por la monarquía, los señores y las comunidades rurales. La Gran Crisis no creó la oveja merina pero favoreció la compleja transición de un régimen de cultivos intensivos cerealistas a un régimen extensivo de componente ganadero. La consecuencia fue la creación de un modelo de producción e intercambio, con fuerte participación de mercaderes italianos, que fueron dos de las creaciones más originales de estas sociedades medievales ibéricas. Abstract The management of natural mountain areas in a vast region spanning from Catalonia to eastern Castile led to the development of an economic system determined by livestock farming and driven by the monarchy, the lords, and the rural communities. The Great Crisis did not give rise to the Merino sheep, but it favoured the complex transition from a regime of intensive cereal crops to an extensive regime with a livestock component. The consequence was the creation of a unique model of production and exchange, with the strong participation of Italian merchants, two of the most original creations of these medieval Iberian societies.
{"title":"De “hija de la pestilencia” a “Oro blanco” de la economía. Ganadería, lana y especialización regional en el espacio nororiental ibérico (siglos XIV-XV)","authors":"Paulino Iradiel","doi":"10.35948/0557-1359/2024.2360","DOIUrl":"https://doi.org/10.35948/0557-1359/2024.2360","url":null,"abstract":"Resumen\u0000La gestión de los espacios naturales de montaña en una amplia región desde Cataluña a Castilla oriental produjo un sistema económico determinado por la ganadería e impulsado por la monarquía, los señores y las comunidades rurales. La Gran Crisis no creó la oveja merina pero favoreció la compleja transición de un régimen de cultivos intensivos cerealistas a un régimen extensivo de componente ganadero. La consecuencia fue la creación de un modelo de producción e intercambio, con fuerte participación de mercaderes italianos, que fueron dos de las creaciones más originales de estas sociedades medievales ibéricas.\u0000Abstract\u0000The management of natural mountain areas in a vast region spanning from Catalonia to eastern Castile led to the development of an economic system determined by livestock farming and driven by the monarchy, the lords, and the rural communities. The Great Crisis did not give rise to the Merino sheep, but it favoured the complex transition from a regime of intensive cereal crops to an extensive regime with a livestock component. The consequence was the creation of a unique model of production and exchange, with the strong participation of Italian merchants, two of the most original creations of these medieval Iberian societies.","PeriodicalId":517788,"journal":{"name":"a. LXIII, n. 1, giugno 2023","volume":"24 1‐2","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2024-03-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"140398042","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}