I mostri celesti sono l’oggetto della trattazione sviluppata nell’ultimo capitolo del celebre volume Monstrorum Historia di Ulisse Aldrovandi, pubblicato nel 1642, a quasi quarant’anni dalla morte dello scienziato. Mostri celesti per antonomasia sono le comete, alle quali verrà dato particolare spazio nel presente articolo. L’analisi sviluppata permetterà di trarre conclusioni in merito al tema dell’illustrazione scientifica, introdotta nel testo aldrovandiano come strumento di valorizzazione dei testi antichi, greci e romani. Inoltre, un confronto tra alcuni passi della Monstrorum Historia e la celebre opera Sidereus Nuncius pubblicata da Galileo Galilei nel 1610, permetterà di evidenziare come ad appena nove anni dalla condanna di Galileo Galilei nel 1633, elementi simbolo della rivoluzione scientifica quali il cannocchiale, venivano integrati dai successori di Aldrovandi al fine di aggiornare costantemente l’opera. L’analisi che si propone mostra inoltre come nella prima metà del Seicento, il cielo – già trasformato in laboratorio di osservazione privilegiato nella transizione verso la scienza moderna da scienziati quali Copernico, Kepler e Galilei – poteva ancora essere scrutato con altri intenti, in cerca di fenomeni rari ed eccezionali, i mostri.
《尤利西斯·阿尔德旺迪著名著作《蒙斯特勒姆历史》(Monstrorum history of Ulisse Aldrovandi)的最后一章论述了天空中的怪物。彗星是典型的天象,这篇文章将特别强调彗星。所进行的分析将使我们能够对科学插图的主题作出结论,这一主题已列入阿尔德万德龙文本,作为利用古希腊和罗马文本的一种手段。此外,比较Monstrorum histora中的一些段落和著名的作品Sidereus Nuncius从伽利略在1610年出版,将使它能够作为一个仅强调九年1633年伽利略的判决中,科学革命的象征,如cannocchiale要素,都是由继任者综合Aldrovandi为了不断更新这项工作。分析报告还展示了它作为18世纪上半叶,天空—已经变成了特权观测实验室在过渡到现代科学的科学家如哥白尼、开普勒和伽利略—可能仍需与其他意向scrutato试图罕见的例外现象,怪物。
{"title":"Dal cielo delle regolarità al cielo dell’eccezionalità: i mostri celesti di Ulisse Aldrovandi","authors":"Eugenio Bertozzi","doi":"10.30682/aldro2301b","DOIUrl":"https://doi.org/10.30682/aldro2301b","url":null,"abstract":"I mostri celesti sono l’oggetto della trattazione sviluppata nell’ultimo capitolo del celebre volume Monstrorum Historia di Ulisse Aldrovandi, pubblicato nel 1642, a quasi quarant’anni dalla morte dello scienziato. Mostri celesti per antonomasia sono le comete, alle quali verrà dato particolare spazio nel presente articolo. L’analisi sviluppata permetterà di trarre conclusioni in merito al tema dell’illustrazione scientifica, introdotta nel testo aldrovandiano come strumento di valorizzazione dei testi antichi, greci e romani. Inoltre, un confronto tra alcuni passi della Monstrorum Historia e la celebre opera Sidereus Nuncius pubblicata da Galileo Galilei nel 1610, permetterà di evidenziare come ad appena nove anni dalla condanna di Galileo Galilei nel 1633, elementi simbolo della rivoluzione scientifica quali il cannocchiale, venivano integrati dai successori di Aldrovandi al fine di aggiornare costantemente l’opera. L’analisi che si propone mostra inoltre come nella prima metà del Seicento, il cielo – già trasformato in laboratorio di osservazione privilegiato nella transizione verso la scienza moderna da scienziati quali Copernico, Kepler e Galilei – poteva ancora essere scrutato con altri intenti, in cerca di fenomeni rari ed eccezionali, i mostri.","PeriodicalId":242947,"journal":{"name":"Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History","volume":"123 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-07-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"123999082","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Fabrizio Buldrini, A. Alessandrini, Umberto Mossetti, G. Pezzi, Juri Nascimbene
Essiccare le piante per scopo di studio, confronto e scambio fra studiosi era divenuto una prassi dalla prima metàdel XVI secolo grazie all’opera di Luca Ghini, fondatore degli orti botanici di Pisa e Firenze. Fra i pochi erbari rinascimentali oggi conosciuti, quello di Ulisse Aldrovandi occupa un posto di primo piano per quantità e varietà dei campioni, giacché proprio in esso si trova una delle primissime testimonianze a livello continentale – se non la prima in assoluto – di molte specie d’uso corrente in Europa, introdotte dal Nuovo Mondo, così come di varie altre oggi protette perché assai rare o a rischio d’estinzione. Nel presente contributo s’illustrano alcune specie contenute in questo erbario, scegliendole fra le più notevoli per ragioni storiche, geografiche e scientifiche.
{"title":"L’erbario di Ulisse Aldrovandi: attualità di una collezione rinascimentale di piante secche","authors":"Fabrizio Buldrini, A. Alessandrini, Umberto Mossetti, G. Pezzi, Juri Nascimbene","doi":"10.30682/aldro2301a","DOIUrl":"https://doi.org/10.30682/aldro2301a","url":null,"abstract":"Essiccare le piante per scopo di studio, confronto e scambio fra studiosi era divenuto una prassi dalla prima metàdel XVI secolo grazie all’opera di Luca Ghini, fondatore degli orti botanici di Pisa e Firenze. Fra i pochi erbari rinascimentali oggi conosciuti, quello di Ulisse Aldrovandi occupa un posto di primo piano per quantità e varietà dei campioni, giacché proprio in esso si trova una delle primissime testimonianze a livello continentale – se non la prima in assoluto – di molte specie d’uso corrente in Europa, introdotte dal Nuovo Mondo, così come di varie altre oggi protette perché assai rare o a rischio d’estinzione. Nel presente contributo s’illustrano alcune specie contenute in questo erbario, scegliendole fra le più notevoli per ragioni storiche, geografiche e scientifiche.","PeriodicalId":242947,"journal":{"name":"Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History","volume":"57 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-07-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"126270346","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Nel corso del Cinquecento la necessità di mettere in ordine un sapere farmaceutico in rapida evoluzione portò alla pubblicazione di numerose farmacopee approvate dalle autorità. Tra gli antidotari più apprezzati e longevi vi è l’Antidotarium Bononiense, fortemente voluto dal bolognese Ulisse Aldrovandi, testo che rimase in uso in alcuni Stati italiani preunitari sino all’inizio dell’Ottocento e che ispirò molte delle farmacopee successive. Il presente saggio analizza i contenuti di alcune delle più apprezzate farmacopee italiane e ne suggerisce la rilettura, in quanto esse hanno in realtà un grande valore sia storico che prospettico per ricostruire l’evoluzione delle scienze farmaceutiche e per analizzare il complesso (e ancora irrisolto) rapporto che intercorre tra politica e scienza quando devono essere definite le politiche sanitarie di uno Stato.
{"title":"Dall’«Antidotarium Bononiense» di Ulisse Aldrovandi alla farmacopea nazionale postunitaria: la lunga storia di un difficile rapporto tra scienza e politica","authors":"Mauro Mandrioli","doi":"10.30682/aldro2301c","DOIUrl":"https://doi.org/10.30682/aldro2301c","url":null,"abstract":"Nel corso del Cinquecento la necessità di mettere in ordine un sapere farmaceutico in rapida evoluzione portò alla pubblicazione di numerose farmacopee approvate dalle autorità. Tra gli antidotari più apprezzati e longevi vi è l’Antidotarium Bononiense, fortemente voluto dal bolognese Ulisse Aldrovandi, testo che rimase in uso in alcuni Stati italiani preunitari sino all’inizio dell’Ottocento e che ispirò molte delle farmacopee successive. Il presente saggio analizza i contenuti di alcune delle più apprezzate farmacopee italiane e ne suggerisce la rilettura, in quanto esse hanno in realtà un grande valore sia storico che prospettico per ricostruire l’evoluzione delle scienze farmaceutiche e per analizzare il complesso (e ancora irrisolto) rapporto che intercorre tra politica e scienza quando devono essere definite le politiche sanitarie di uno Stato.","PeriodicalId":242947,"journal":{"name":"Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History","volume":"77 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-07-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"123837634","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
{"title":"Aldrovandi e la curiosità. Da Bayle a Buffon","authors":"Krzysztof Pomian","doi":"10.30682/aldro2301d","DOIUrl":"https://doi.org/10.30682/aldro2301d","url":null,"abstract":"","PeriodicalId":242947,"journal":{"name":"Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History","volume":"37 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2023-07-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"116795290","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Nell’estate del 2022 sono iniziati alcuni interventi di controllo dello stato di conservazione, pulizia e restauro di una parte della collezione naturalistica di Ulisse Aldrovandi. Durante questi interventi è stato possibile analizzare le tecniche utilizzate per la preparazione e conservazione dei reperti zoologici. Tra questi ci sono tre “basilischi” che risultano particolarmente interessanti: la Centrina vera Aristotelis, il Bufo caudatus et dentatus e il Bufo caudatus sine dentibus. Tra i reperti è stato scoperto anche un Boa constrictor che non fa parte della collezione dello studioso bolognese.
{"title":"I preparati zoologici di Ulisse Aldrovandi","authors":"P. Reggiani","doi":"10.30682/aldro2202a","DOIUrl":"https://doi.org/10.30682/aldro2202a","url":null,"abstract":"Nell’estate del 2022 sono iniziati alcuni interventi di controllo dello stato di conservazione, pulizia e restauro di una parte della collezione naturalistica di Ulisse Aldrovandi. Durante questi interventi è stato possibile analizzare le tecniche utilizzate per la preparazione e conservazione dei reperti zoologici. Tra questi ci sono tre “basilischi” che risultano particolarmente interessanti: la Centrina vera Aristotelis, il Bufo caudatus et dentatus e il Bufo caudatus sine dentibus. Tra i reperti è stato scoperto anche un Boa constrictor che non fa parte della collezione dello studioso bolognese.","PeriodicalId":242947,"journal":{"name":"Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History","volume":"19 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-12-20","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"123107500","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Two handwritten notes found in a small volume published in 1564 – an older one relating to the first owner bearing the name of Ulisse Aldrovandi placed at the top of the title page, and the second one bearing the location on the tail of the book – have aroused great interest in the possibility that it could belong to the famous naturalist’s library in Bologna. A third note, placed on the doublure of front cover, refers to an unknown later owner whose identity will be sought out, based on the little information reported. Starting from these handwritten notes, the journey of the book is reconstructed in space – from Aldrovandi’s library in Bologna to the Historical Library of the Orazio Comes Botanical Museum kept at the MUSA Museum Centre in Portici – and in time – from the sixteenth to the nineteenth century.
{"title":"The journey of a book from the sixteenth to the twentieth century","authors":"A. Monaco, G. Chianese","doi":"10.30682/aldro2202b","DOIUrl":"https://doi.org/10.30682/aldro2202b","url":null,"abstract":"Two handwritten notes found in a small volume published in 1564 – an older one relating to the first owner bearing the name of Ulisse Aldrovandi placed at the top of the title page, and the second one bearing the location on the tail of the book – have aroused great interest in the possibility that it could belong to the famous naturalist’s library in Bologna. A third note, placed on the doublure of front cover, refers to an unknown later owner whose identity will be sought out, based on the little information reported. Starting from these handwritten notes, the journey of the book is reconstructed in space – from Aldrovandi’s library in Bologna to the Historical Library of the Orazio Comes Botanical Museum kept at the MUSA Museum Centre in Portici – and in time – from the sixteenth to the nineteenth century.","PeriodicalId":242947,"journal":{"name":"Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History","volume":"22 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-12-20","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"134153298","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Il presente contributo intende offrire uno strumento per orientarsi all’interno della vasta e quasi totalmente inedita corrispondenza di Ulisse Aldrovandi (1522–1605). Il corpus di oltre duemila lettere in italiano e in latino copre l’intero arco temporale delle attività intellettuali e istituzionali di Aldrovandi (1534–1604) e rappresenta uno degli esempi più significativi di mediazione tra diversi contesti socio-culturali nel XVI secolo. Oltre alla maggior parte delle lettere conservate presso la Biblioteca Universitaria di Bologna, si considerano anche altri nuclei preservati presso altre biblioteche e archivi italiani ed europei. Questo contributo presenta il primo censimento del carteggio di Aldrovandi in ordine cronologico, seguito da un elenco alfabetico dei suoi corrispondenti.
{"title":"Censimento preliminare della corrispondenza di Ulisse Aldrovandi","authors":"Noemi Di Tommaso","doi":"10.30682/aldro2202c","DOIUrl":"https://doi.org/10.30682/aldro2202c","url":null,"abstract":"Il presente contributo intende offrire uno strumento per orientarsi all’interno della vasta e quasi totalmente inedita corrispondenza di Ulisse Aldrovandi (1522–1605). Il corpus di oltre duemila lettere in italiano e in latino copre l’intero arco temporale delle attività intellettuali e istituzionali di Aldrovandi (1534–1604) e rappresenta uno degli esempi più significativi di mediazione tra diversi contesti socio-culturali nel XVI secolo. Oltre alla maggior parte delle lettere conservate presso la Biblioteca Universitaria di Bologna, si considerano anche altri nuclei preservati presso altre biblioteche e archivi italiani ed europei. Questo contributo presenta il primo censimento del carteggio di Aldrovandi in ordine cronologico, seguito da un elenco alfabetico dei suoi corrispondenti.","PeriodicalId":242947,"journal":{"name":"Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History","volume":"29 6","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-12-20","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"114086382","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Nel ms. 99 di Ulisse Aldrovandi (qui per la prima volta trascritto e pubblicato) – conservato presso la Biblioteca Universitaria di Bologna – lo scienziato registra il programma iconografico che aveva progettatoper la sua villa di campagna. Il manoscritto è articolato in più parti: la prima, più consistente, riguarda la decorazione della prima stanza con l’Odissea, la seconda – quella su cui qui si fermerà maggiormente l’attenzione – è relativa ai tre ambienti dove, in fregio, erano dipinti emblemi, in molti casi affiancati da figure animali che trovano nelle tavole acquerellate fatte realizzare da Aldrovandi per illustrare la sua opera scritta, un puntuale riscontro.
{"title":"Il manoscritto 99 di Ulisse Aldrovandi. Il programma iconografico della residenza di campagna","authors":"L. Corrain","doi":"10.30682/aldro2201c","DOIUrl":"https://doi.org/10.30682/aldro2201c","url":null,"abstract":"Nel ms. 99 di Ulisse Aldrovandi (qui per la prima volta trascritto e pubblicato) – conservato presso la Biblioteca Universitaria di Bologna – lo scienziato registra il programma iconografico che aveva progettatoper la sua villa di campagna. Il manoscritto è articolato in più parti: la prima, più consistente, riguarda la decorazione della prima stanza con l’Odissea, la seconda – quella su cui qui si fermerà maggiormente l’attenzione – è relativa ai tre ambienti dove, in fregio, erano dipinti emblemi, in molti casi affiancati da figure animali che trovano nelle tavole acquerellate fatte realizzare da Aldrovandi per illustrare la sua opera scritta, un puntuale riscontro.","PeriodicalId":242947,"journal":{"name":"Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History","volume":"82 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-07-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"126007092","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
I meloni sono stati tra i frutti più desiderati e pericolosi nell’Europa della prima età moderna. Sognati da René Descartes in uno dei sogni più celebri della cultura europea, i meloni derivavano da complicati processi che avve-nivano sotto la superficie del suolo coltivato. Presenti in tutti i principali testi di dietetica, i meloni erano visti con sospetto a causa della loro umidità, che si credeva potesse causare putrefazione nello stomaco; questi, però, erano anche oggetto di un’attenta estetica della tavola e una merce di valore. I meloni erano oggetto di speciali tecniche di coltivazione che consistevano in complesse procedure “artificiali” che prevedevano l’uso di letame e fango. Concentrandosi sui testi di agronomia del sedicesimo e diciassettesimo secolo, sull’interpretazione dei sogni, sui decreti e i consulti di salute pubblica, sulla magia naturale e sulla maniera in cui Ulisse Aldrovandi raccoglieva informazioni, questo articolo afferma che i meloni erano al centro sia della simbologia cosmologica che della sperimentazione pratica, una combinazione che è stata centrale negli sviluppi della “rivoluzione scientifica”.
{"title":"Melons and Modernity: Dreams, Science, and Manure","authors":"Paolo Savoia","doi":"10.30682/aldro2201b","DOIUrl":"https://doi.org/10.30682/aldro2201b","url":null,"abstract":"I meloni sono stati tra i frutti più desiderati e pericolosi nell’Europa della prima età moderna. Sognati da René Descartes in uno dei sogni più celebri della cultura europea, i meloni derivavano da complicati processi che avve-nivano sotto la superficie del suolo coltivato. Presenti in tutti i principali testi di dietetica, i meloni erano visti con sospetto a causa della loro umidità, che si credeva potesse causare putrefazione nello stomaco; questi, però, erano anche oggetto di un’attenta estetica della tavola e una merce di valore. I meloni erano oggetto di speciali tecniche di coltivazione che consistevano in complesse procedure “artificiali” che prevedevano l’uso di letame e fango. Concentrandosi sui testi di agronomia del sedicesimo e diciassettesimo secolo, sull’interpretazione dei sogni, sui decreti e i consulti di salute pubblica, sulla magia naturale e sulla maniera in cui Ulisse Aldrovandi raccoglieva informazioni, questo articolo afferma che i meloni erano al centro sia della simbologia cosmologica che della sperimentazione pratica, una combinazione che è stata centrale negli sviluppi della “rivoluzione scientifica”.","PeriodicalId":242947,"journal":{"name":"Aldrovandiana. Historical Studies in Natural History","volume":"24 8 1","pages":"0"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-07-04","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"130684480","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}