Sin dall’epoca classica c’e stata l’esigenza di riservare a coloro che commettevano reati a causa di patologie e problemi mentali un trattamento differente - perche non responsabili dei loro atti - rispetto ai criminali “normali”. Parimenti era avvertita la necessita di tutelare la societa da questi soggetti, potenzialmente molto pericolosi. Per tali ragioni, in Italia, alla fine dell’Ottocento, con un certo ritardo rispetto ad altri Paesi, sono stati istituiti i manicomi criminali. La creazione e lo sviluppo di questi istituti e avvenuto adottando modelli e paradigmi provenienti dalla scienza psichiatrica e da quella giuridica. Nel 2012, con la storica Legge 9/2012, gli istituti manicomiali giudiziari sono stati abrogati. Hanno avuto circa 150 anni di vita nel corso dei quali sono stati accompagnati da intensi e continui dibattitti inerenti la loro necessita e la loro organizzazione. Attualmente, nonostante il superamento di queste strutture, i dibattiti e le polemiche sui motivi che hanno indotto alla loro istituzione non si sono placati.
{"title":"L'evoluzione dell'istituzione manicomiale giudiziaria in Italia tra paradigmi psichiatrici e giuspenalistici. Luci ed ombre all'esito dell'importante riforma del 2012","authors":"S. D'Auria","doi":"10.14664/rcvs/822","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/rcvs/822","url":null,"abstract":"Sin dall’epoca classica c’e stata l’esigenza di riservare a coloro che commettevano reati a causa di patologie e problemi mentali un trattamento differente - perche non responsabili dei loro atti - rispetto ai criminali “normali”. Parimenti era avvertita la necessita di tutelare la societa da questi soggetti, potenzialmente molto pericolosi. Per tali ragioni, in Italia, alla fine dell’Ottocento, con un certo ritardo rispetto ad altri Paesi, sono stati istituiti i manicomi criminali. La creazione e lo sviluppo di questi istituti e avvenuto adottando modelli e paradigmi provenienti dalla scienza psichiatrica e da quella giuridica. Nel 2012, con la storica Legge 9/2012, gli istituti manicomiali giudiziari sono stati abrogati. Hanno avuto circa 150 anni di vita nel corso dei quali sono stati accompagnati da intensi e continui dibattitti inerenti la loro necessita e la loro organizzazione. Attualmente, nonostante il superamento di queste strutture, i dibattiti e le polemiche sui motivi che hanno indotto alla loro istituzione non si sono placati.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45588999","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Negli ultimi anni il terrorismo di matrice islamica ha sferrato un attacco frontale al cuore dell'Europa. Pertanto, quest’analisi parte dall’interesse di comprendere le tecniche e le tematiche utilizzate dal nuovo gruppo terrorista a supporto dell’azione di propaganda della jihad, veicolata attraverso diversi strumenti comunicativi. L’articolo presenta un’analis diacronica dei magazine di propaganda del sedicente stato islamico: un primo esame ha interessato i magazine online Dābiq e Dār al-Islām editi da al-Ḥayāt Media Center e pubblicati – in lingua inglese e francese - da giugno 2014 (anno di proclamazione dello Stato Islamico) ad agosto 2016. Successivamente, lo stato islamico ha sostituito la pubblicazione di Dābiq e Dār al-Islām con il nuovo magazine online Rumiyha, pubblicato da settembre 2016. Quest’ultimo magazine in particolare suscita interesse soprattutto in Italia sia per il significato simbolico del nome attribuitogli (trad. Roma), sia per l’azione che, attraverso esso, il gruppo jihadista intende perseguire: la conquista di Roma. Questi tre magazine sono stati analizzati in momenti diversi, utilizzando le tecniche di content analysis, grazie alle quali e stata possibile una lettura multidimensionale e piu approfondita del corpus testuale che ha permesso di evidenziare nettamente i differenti obiettivi comunicativi delle testate – strettamente legati alle diverse lingue utilizzate - e i temi di cui si sono avvalsi i jihadisti al fine di ottenere il feedback desiderato, ossia proselitismo e induzione all’azione. L’elemento piu significativo, sorto dall’analisi di Dābiq e Dār al-Islām, e quello relativo alla propaganda veicolata nei confronti delle donne, mentre il magazine Rumiyah si identifica come una vera e propria “metodologia dell’attentato”. La content analysis si e dimostrata, cosi, un ottimo strumento di analisi e comprensione delle strategie comunicative adottate dal nuovo network jihadista, il quale cerca di porsi non piu come un gruppo terroristico, ma come un vero e proprio Stato, attraverso confini definiti e conio, promuovendo sistemi di welfare, assistenza e istituzioni giuridiche e scolastiche.
{"title":"Applicazione delle tecniche di content analysis ai magazine di propaganda dello stato islamico: la chiamata alle armi di Rumiyah","authors":"Suania Acampa","doi":"10.14664/rcvs/825","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/rcvs/825","url":null,"abstract":"Negli ultimi anni il terrorismo di matrice islamica ha sferrato un attacco frontale al cuore dell'Europa. Pertanto, quest’analisi parte dall’interesse di comprendere le tecniche e le tematiche utilizzate dal nuovo gruppo terrorista a supporto dell’azione di propaganda della jihad, veicolata attraverso diversi strumenti comunicativi. \u0000L’articolo presenta un’analis diacronica dei magazine di propaganda del sedicente stato islamico: un primo esame ha interessato i magazine online Dābiq e Dār al-Islām editi da al-Ḥayāt Media Center e pubblicati – in lingua inglese e francese - da giugno 2014 (anno di proclamazione dello Stato Islamico) ad agosto 2016. Successivamente, lo stato islamico ha sostituito la pubblicazione di Dābiq e Dār al-Islām con il nuovo magazine online Rumiyha, pubblicato da settembre 2016. Quest’ultimo magazine in particolare suscita interesse soprattutto in Italia sia per il significato simbolico del nome attribuitogli (trad. Roma), sia per l’azione che, attraverso esso, il gruppo jihadista intende perseguire: la conquista di Roma. Questi tre magazine sono stati analizzati in momenti diversi, utilizzando le tecniche di content analysis, grazie alle quali e stata possibile una lettura multidimensionale e piu approfondita del corpus testuale che ha permesso di evidenziare nettamente i differenti obiettivi comunicativi delle testate – strettamente legati alle diverse lingue utilizzate - e i temi di cui si sono avvalsi i jihadisti al fine di ottenere il feedback desiderato, ossia proselitismo e induzione all’azione. L’elemento piu significativo, sorto dall’analisi di Dābiq e Dār al-Islām, e quello relativo alla propaganda veicolata nei confronti delle donne, mentre il magazine Rumiyah si identifica come una vera e propria “metodologia dell’attentato”. La content analysis si e dimostrata, cosi, un ottimo strumento di analisi e comprensione delle strategie comunicative adottate dal nuovo network jihadista, il quale cerca di porsi non piu come un gruppo terroristico, ma come un vero e proprio Stato, attraverso confini definiti e conio, promuovendo sistemi di welfare, assistenza e istituzioni giuridiche e scolastiche.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"48308445","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Il satanismo e una realta ad oggi ancora poco conosciuta e studiata, al contrario di quanto si creda. Nel pensiero comune e diffusa la convinzione che si tratti di un contesto inevitabilmente associato alla criminalita. Non e possibile escludere del tutto questa relazione, la quale tuttavia risulta circoscritta solo ad alcuni specifici ambienti e connessa alla presenza di determinati fattori contestuali. Nel tentativo di approfondire la conoscenza teorica sull'argomento e di rilevare questa eventuale correlazione, e stata condotta una ricerca che si e avvalsa degli strumenti metodologici del questionario e dell'intervista semi-strutturata e dalla quale e emersa una notevole differenza tra realta e percezione sociale del fenomeno. Il presente contributo si sviluppa con l'obiettivo di proporre un nuovo punto di vista sul tema, che possa favorire maggiore comprensione e consapevolezza.
{"title":"Un'analisi socio-criminologica del satanismo tra percezione sociale e realtà","authors":"Sophia Siviero","doi":"10.14664/RCVS/824","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/RCVS/824","url":null,"abstract":"Il satanismo e una realta ad oggi ancora poco conosciuta e studiata, al contrario di quanto si creda. \u0000Nel pensiero comune e diffusa la convinzione che si tratti di un contesto inevitabilmente associato alla criminalita. Non e possibile escludere del tutto questa relazione, la quale tuttavia risulta circoscritta solo ad alcuni specifici ambienti e connessa alla presenza di determinati fattori contestuali. \u0000Nel tentativo di approfondire la conoscenza teorica sull'argomento e di rilevare questa eventuale correlazione, e stata condotta una ricerca che si e avvalsa degli strumenti metodologici del questionario e dell'intervista semi-strutturata e dalla quale e emersa una notevole differenza tra realta e percezione sociale del fenomeno. \u0000Il presente contributo si sviluppa con l'obiettivo di proporre un nuovo punto di vista sul tema, che possa favorire maggiore comprensione e consapevolezza.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45764849","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Obiettivo di questo studio, a partire dai dati in possesso della Polizia di Stato e dalle fonti istituzionali nel contesto del territorio italiano, e mettere in luce gli elementi che concorrono a porre in essere fenomeni di radicalizzazione e fondamentalismo religioso in immigrati di seconda e terza generazione, a volte fino a giungere alla scelta estrema di diventare foreign fighters. Verranno a tal fine presi in esame elementi sicuramente condizionanti quali quelli socio-economico-culturali, ma anche la valutazione di eventuali caratteristiche personali di tipo psico-patologico. Si fara riferimento a casi concreti attraverso esempi giunti alla ribalta delle cronache, con particolare attenzione alle proposte di policy ed alle forme di prevenzione del fenomeno.
{"title":"Fondamentalismo e radicalizzazione in immigrati di seconda e terza generazione in Italia e in Europa. Inquadramento psicopatologico e studio di casi","authors":"Giorgio Oliva, Lino Stefano Gabrieli, R. Gabrieli","doi":"10.14664/RCVS/821","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/RCVS/821","url":null,"abstract":"Obiettivo di questo studio, a partire dai dati in possesso della Polizia di Stato e dalle fonti istituzionali nel contesto del territorio italiano, e mettere in luce gli elementi che concorrono a porre in essere fenomeni di radicalizzazione e fondamentalismo religioso in immigrati di seconda e terza generazione, a volte fino a giungere alla scelta estrema di diventare foreign fighters. \u0000Verranno a tal fine presi in esame elementi sicuramente condizionanti quali quelli socio-economico-culturali, ma anche la valutazione di eventuali caratteristiche personali di tipo psico-patologico. \u0000Si fara riferimento a casi concreti attraverso esempi giunti alla ribalta delle cronache, con particolare attenzione alle proposte di policy ed alle forme di prevenzione del fenomeno.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-07-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43244055","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Emilia Ferone, S. Petroccia, A. Pitasi, Massimiliano Ruzzeddu, Sibylla Verdi
The aim of this paper is to present a functional model to fight terrorism from macro perspective through a “Strategic Policy Model” (SPM). The focus on legal order within the practices of Sociology of Law and Criminology is pivotal in order to reframe terrorism within a viable SPM. In “The Counterterrorism Handbook”, written by Bolz, Dudonis, and Schulz (2005), terrorism, at its very basic level, is defined as “an action that the urban guerrilla must execute with the greatest cold bloodedness, calmness and decision”. They further go on to provide a more scholarly definition: “the calculated use of violence to attain goals which are political, religious or ideological in nature. Terrorism involves a criminal act that is often symbolic in nature and intended to influence an audience beyond the immediate victims”.
{"title":"Setting the agenda of a counter-terrorism strategic policy model","authors":"Emilia Ferone, S. Petroccia, A. Pitasi, Massimiliano Ruzzeddu, Sibylla Verdi","doi":"10.14664/RCVS/813","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/RCVS/813","url":null,"abstract":"The aim of this paper is to present a functional model to fight terrorism from macro perspective through a “Strategic Policy Model” (SPM). The focus on legal order within the practices of Sociology of Law and Criminology is pivotal in order to reframe terrorism within a viable SPM. In “The Counterterrorism Handbook”, written by Bolz, Dudonis, and Schulz (2005), terrorism, at its very basic level, is defined as “an action that the urban guerrilla must execute with the greatest cold bloodedness, calmness and decision”. They further go on to provide a more scholarly definition: “the calculated use of violence to attain goals which are political, religious or ideological in nature. Terrorism involves a criminal act that is often symbolic in nature and intended to influence an audience beyond the immediate victims”.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-03-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45194172","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Questo articolo si propone di analizzare le pratiche di sexting, termine che designa l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione per scambiare messaggi e contenuti di natura sessuale. Si tratta di un fenomeno sempre piu diffuso tra i “nativi digitali” e che solleva non pochi interrogativi riguardo ai potenziali rischi ad esso associati. Questi aspetti saranno affrontati a partire dai risultati di una ricerca svolta con 733 studenti (11-17 anni) di un dipartimento del sud-ovest della Francia. Si analizzeranno le caratteristiche, i contenuti e le percezioni del sexting, focalizzandosi in particolare sulle opinioni e i vissuti dei minori. Al di la della “esposizione mediale”, il presente articolo sottolinea l’importanza delle traiettorie soggettive e delle rappresentazioni delle pratiche digitali per la comprensione del fenomeno in esame. The aim of this article is to analyse the practices of sexting, a term that defines the use of digital devices to exchange messages and materials of a sexual nature. This practice continues to increase rapidly among “digital natives” and raises many questions regarding its potential risks. These aspects will be analysed through the results of a study surveying 733 students (11-17 years) from a department in the south-west of France. We will examine the characteristics, the contents and the perceptions of sexting, with particular attention to young people’s opinions and experiences. Beyond the digital uses, this article underlines the importance of subjective trajectories and representations of digital practices in order to understand this reality.
{"title":"Sexting e nativi digitali. Alcuni insegnamenti da una ricerca con studenti francesi","authors":"G. Macilotti","doi":"10.14664/rcvs/819","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/rcvs/819","url":null,"abstract":"Questo articolo si propone di analizzare le pratiche di sexting, termine che designa l’utilizzo delle tecnologie dell’informazione per scambiare messaggi e contenuti di natura sessuale. Si tratta di un fenomeno sempre piu diffuso tra i “nativi digitali” e che solleva non pochi interrogativi riguardo ai potenziali rischi ad esso associati. \u0000Questi aspetti saranno affrontati a partire dai risultati di una ricerca svolta con 733 studenti (11-17 anni) di un dipartimento del sud-ovest della Francia. Si analizzeranno le caratteristiche, i contenuti e le percezioni del sexting, focalizzandosi in particolare sulle opinioni e i vissuti dei minori. \u0000Al di la della “esposizione mediale”, il presente articolo sottolinea l’importanza delle traiettorie soggettive e delle rappresentazioni delle pratiche digitali per la comprensione del fenomeno in esame. \u0000 \u0000The aim of this article is to analyse the practices of sexting, a term that defines the use of digital devices to exchange messages and materials of a sexual nature. This practice continues to increase rapidly among “digital natives” and raises many questions regarding its potential risks. \u0000These aspects will be analysed through the results of a study surveying 733 students (11-17 years) from a department in the south-west of France. We will examine the characteristics, the contents and the perceptions of sexting, with particular attention to young people’s opinions and experiences. Beyond the digital uses, this article underlines the importance of subjective trajectories and representations of digital practices in order to understand this reality.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-03-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"41675322","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Victim Impact Statement (VIS) is a crucial aspect in the process of dispensation of justice. It reinforces the participatory model of criminal justice system, wherein both the accused and the victim are significant and interwined in justice delivery mechanism. VIS has received little support from pro-accused activists who assert that the acceptance of such statements would make way for emotional blackmail and consequent enhancement of quantum of sentence. The claim has, however, been assailed by victimologists the world over, who have hailed the same as a positive assertion of the rights of the victim in the sentencing process. Simply speaking, a victim impact statement is a written or verbal statement made as part of the judicial legal process, which allows a victim of crime the opportunity to speak during the sentencing of the accused. It offers an opportunity to the victim or his/her family members to elaborate the trauma and hardships faced as a result of the crime committed. The present status of the victim or family, including the inconveniences faced, also become clear to the judge and allows him to make a decision. While VIS has been considered as significant and included as part of the criminal justice process in several nations across the world, India has remained rather unmoved and untouched. Several victimological approaches have been included in recent years in the criminal procedure of the land, yet impact statements seem to have eluded the legislators. This is particularly of significance in light of Indian judgments where the courts have reiterated that punishment must respond to the “society’s cry for justice”.
{"title":"Muffled voices. Making way for impact statements in criminal justice system in India","authors":"Dipa Dube","doi":"10.14664/RCVS/812","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/RCVS/812","url":null,"abstract":"Victim Impact Statement (VIS) is a crucial aspect in the process of dispensation of justice. It reinforces the participatory model of criminal justice system, wherein both the accused and the victim are significant and interwined in justice delivery mechanism. VIS has received little support from pro-accused activists who assert that the acceptance of such statements would make way for emotional blackmail and consequent enhancement of quantum of sentence. The claim has, however, been assailed by victimologists the world over, who have hailed the same as a positive assertion of the rights of the victim in the sentencing process. \u0000Simply speaking, a victim impact statement is a written or verbal statement made as part of the judicial legal process, which allows a victim of crime the opportunity to speak during the sentencing of the accused. It offers an opportunity to the victim or his/her family members to elaborate the trauma and hardships faced as a result of the crime committed. The present status of the victim or family, including the inconveniences faced, also become clear to the judge and allows him to make a decision. \u0000While VIS has been considered as significant and included as part of the criminal justice process in several nations across the world, India has remained rather unmoved and untouched. Several victimological approaches have been included in recent years in the criminal procedure of the land, yet impact statements seem to have eluded the legislators. This is particularly of significance in light of Indian judgments where the courts have reiterated that punishment must respond to the “society’s cry for justice”.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":"1 1","pages":"26-40"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-03-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"45007562","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
This article aims to analyse the reality in the Italian prison system over the last decade, with particular reference to the phenomena of overcrowding, recidivism, and the effectiveness of alternative measures to detention. The analysed statistical data show that implementation of such alternative measures to detention is completely effective in preventing convicted criminals from re-offending during the period of execution and is suitable for ensuring adequate social protection. Then, this article focused on examining a rehabilitation project aimed at prisoners conducted in non-prison detention centres. It has become apparent that there is a need to further promote the use of alternative measures to detention through the identification of good practices to progressively reduce the risk of these rights becoming "privileges" for a selected population.
{"title":"Prison, recidivism, and alternative measures to detention in Italy over the past ten years","authors":"R. Sette","doi":"10.14664/rcvs/815","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/rcvs/815","url":null,"abstract":"This article aims to analyse the reality in the Italian prison system over the last decade, with particular reference to the phenomena of overcrowding, recidivism, and the effectiveness of alternative measures to detention. The analysed statistical data show that implementation of such alternative measures to detention is completely effective in preventing convicted criminals from re-offending during the period of execution and is suitable for ensuring adequate social protection. \u0000Then, this article focused on examining a rehabilitation project aimed at prisoners conducted in non-prison detention centres. It has become apparent that there is a need to further promote the use of alternative measures to detention through the identification of good practices to progressively reduce the risk of these rights becoming \"privileges\" for a selected population.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-03-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"48528270","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
L’articolo presenta un problema sociale non ancora adeguatamente affrontato dalla letteratura italiana: l’abuso verso i genitori da parte dei figli adolescenti. Questa forma di maltrattamento, che presenta aspetti di somiglianza con la violenza domestica, puo avere manifestazioni di tipo diverso e palesarsi sotto forma di abuso fisico, psicologico, verbale ed economico. L’abuso parentale pertanto puo essere definito come qualsiasi comportamento messo in atto da un giovane adolescente che intende cagionare danni fisici, psicologici o finanziari al fine di esercitare controllo e potere su un genitore. La riflessione quindi intende soffermarsi su tale specifica forma di maltrattamento intrafamiliare per definirne le caratteristiche e valutare le possibilita di prevenzione, tutela ed intervento a favore delle vittime. This article analyses a social problem which Italian literature has not adequately addressed yet. This is the abuse of parents by their teenage children. This form of maltreatment, which in some ways is similar to domestic violence, has different manifestations: physical, psychological, verbal or economic abuse. Therefore, the maltreatment of parents can be defined as any act committed by a teenager with the aim of causing physical, psychological or financial harm in order to submit one of their parents to their control and power. It is thus necessary to reflect on this specific type of maltreatment inside the family in order to define its characteristics and evaluate the provision of prevention, support, and intervention measures for the victims.
{"title":"Maltrattamenti invisibili: genitori vittime di figli violenti","authors":"Sandra Sicurella","doi":"10.14664/RCVS/816","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/RCVS/816","url":null,"abstract":"L’articolo presenta un problema sociale non ancora adeguatamente affrontato dalla letteratura italiana: l’abuso verso i genitori da parte dei figli adolescenti. Questa forma di maltrattamento, che presenta aspetti di somiglianza con la violenza domestica, puo avere manifestazioni di tipo diverso e palesarsi sotto forma di abuso fisico, psicologico, verbale ed economico. \u0000L’abuso parentale pertanto puo essere definito come qualsiasi comportamento messo in atto da un giovane adolescente che intende cagionare danni fisici, psicologici o finanziari al fine di esercitare controllo e potere su un genitore.\u2028 \u0000La riflessione quindi intende soffermarsi su tale specifica forma di maltrattamento intrafamiliare per definirne le caratteristiche e valutare le possibilita di prevenzione, tutela ed intervento a favore delle vittime. \u0000 \u0000This article analyses a social problem which Italian literature has not adequately addressed yet. This is the abuse of parents by their teenage children. This form of maltreatment, which in some ways is similar to domestic violence, has different manifestations: physical, psychological, verbal or economic abuse. \u0000Therefore, the maltreatment of parents can be defined as any act committed by a teenager with the aim of causing physical, psychological or financial harm in order to submit one of their parents to their control and power. \u0000It is thus necessary to reflect on this specific type of maltreatment inside the family in order to define its characteristics and evaluate the provision of prevention, support, and intervention measures for the victims.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":"1 1","pages":"92-103"},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-03-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"66798108","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Il presente articolo affronta una tematica a molti sconosciuta come quella della vittimizzazione interna agli istituti penitenziari soffermandosi in particolar modo su una porzione di popolazione carceraria ben precisa e cioe quella dei transessuali. Definendo dapprima gli elementi in gioco nel rapporto difficile tra transessualismo e istituti detentivi (pena, carcere e persona transessuale), portando come esempio uno studio neozelandese del 2016, si tratteggiano le possibili prospettive di sviluppo nell'affrontare una problematica cosi poco conosciuta. Lo si fa anche portando come spunti di riflessione le parole di tre esperti della realta carceraria riminese che vede nella “sezione Vega” una delle poche sezioni carcerarie italiane adibite all'alloggio esclusivo delle persone transessuali. This article deals with an important topic, that of victimisation in prisons, paying particular attention to a group of prisoners composed of transsexuals. First of all, the author discusses the elements composing the difficult relationship between transsexualism and prisons. Thereafter, thanks to a 2016 New Zealand study, she analyses the possible perspectives for solving this extremely complex problem. The author also reports on a qualitative research in the “Vega section” of an Italian prison: this is one of the few prison sections where only transsexual people are detained.
{"title":"Transessualismo e carcere: un binomio imperfetto","authors":"Mariapia Cellarosi","doi":"10.14664/rcvs/817","DOIUrl":"https://doi.org/10.14664/rcvs/817","url":null,"abstract":"Il presente articolo affronta una tematica a molti sconosciuta come quella della vittimizzazione interna agli istituti penitenziari soffermandosi in particolar modo su una porzione di popolazione carceraria ben precisa e cioe quella dei transessuali. Definendo dapprima gli elementi in gioco nel rapporto difficile tra transessualismo e istituti detentivi (pena, carcere e persona transessuale), portando come esempio uno studio neozelandese del 2016, si tratteggiano le possibili prospettive di sviluppo nell'affrontare una problematica cosi poco conosciuta. Lo si fa anche portando come spunti di riflessione le parole di tre esperti della realta carceraria riminese che vede nella “sezione Vega” una delle poche sezioni carcerarie italiane adibite all'alloggio esclusivo delle persone transessuali. \u0000 \u0000This article deals with an important topic, that of victimisation in prisons, paying particular attention to a group of prisoners composed of transsexuals. \u0000First of all, the author discusses the elements composing the difficult relationship between transsexualism and prisons. Thereafter, thanks to a 2016 New Zealand study, she analyses the possible perspectives for solving this extremely complex problem. \u0000The author also reports on a qualitative research in the “Vega section” of an Italian prison: this is one of the few prison sections where only transsexual people are detained.","PeriodicalId":30035,"journal":{"name":"Rivista di Criminologia Vittimologia e Sicurezza","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2018-03-14","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"46406155","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}