Pub Date : 2022-03-01DOI: 10.3280/rgioa1-2022oa13368
Domenico de Vincenzo
transizione energetica è un processo di trasformazione del mix di fonti primarie di energia, ma è anche un processo di cambiamento che implica una profonda trasformazione, che porti a una modificazione degli stili di vita e a una trasformazione dei processi economici, affinché si arrivi anche alla riduzione della domanda di energia. Messo da parte (almeno per il momento) il problema dell'esaurimento dei combustibili fossili, che per decenni ha occupato il dibattito sull'energia, vista la rinnovata vitalità nella produzione di petrolio, la transizione energetica è ora esclusivamente dedicata alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla mitigazione delle cause del cambiamento climatico. Il processo di sostituzione dei combustibili fossili con energia pulita e rinnovabile, però, non può non tener conto degli aspetti economici (prezzo, domanda e offerta) e tecnici (capacità ecostanza produttiva) che condizionano l'utilizzo delle diverse fonti di energia. Gli scenari della transizione, dunque, dovrebbero tenere conto degli aspetti economici, ma spesso sono completamente avulsi da essi. Il contesto economico globale pone una sfida alla transizione energetica perlomeno sotto due aspetti: 1) la riduzione del prezzo del petrolio e 2) l'abbondante offerta di petrolio. Il prezzo del petrolio, in calo dal 2014 (anche se in ripresa nel 2021) è stato profondamente colpito dal crollo della domanda di energia causata dalla pandemia Covid-19. Questo crollo del prezzo può rendere problematica la transizione energetica, in quanto le fonti rinnovabili potrebbero diventare meno convenienti dei combustibili fossili. La pandemia, peraltro, ha reso improvvisamente obsoleti tutti gli scenari elaborati in precedenza producendo incertezza sugli sviluppi futuri della transizione energetica. L'abbondante offerta di petrolio (causa essa stessa della crisi del suo prezzo), a sua volta, accresce tale incertezza. Infatti, se fino al primo decennio degli anni 2000 era l'esauribilità del petrolio a aprire la strada alla transizione energetica, ora è la sua ampia disponibilità a ostacolarla: è necessario affrontare la transizione non a causa dell'esauribilità del petrolio, ma nonostante l'abbondanza di esso, per contrastare l'effetto serra.
{"title":"La transizione energetica nell'attuale contesto globale","authors":"Domenico de Vincenzo","doi":"10.3280/rgioa1-2022oa13368","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13368","url":null,"abstract":"transizione energetica è un processo di trasformazione del mix di fonti primarie di energia, ma è anche un processo di cambiamento che implica una profonda trasformazione, che porti a una modificazione degli stili di vita e a una trasformazione dei processi economici, affinché si arrivi anche alla riduzione della domanda di energia. Messo da parte (almeno per il momento) il problema dell'esaurimento dei combustibili fossili, che per decenni ha occupato il dibattito sull'energia, vista la rinnovata vitalità nella produzione di petrolio, la transizione energetica è ora esclusivamente dedicata alla riduzione delle emissioni di gas serra e alla mitigazione delle cause del cambiamento climatico. Il processo di sostituzione dei combustibili fossili con energia pulita e rinnovabile, però, non può non tener conto degli aspetti economici (prezzo, domanda e offerta) e tecnici (capacità ecostanza produttiva) che condizionano l'utilizzo delle diverse fonti di energia. Gli scenari della transizione, dunque, dovrebbero tenere conto degli aspetti economici, ma spesso sono completamente avulsi da essi. Il contesto economico globale pone una sfida alla transizione energetica perlomeno sotto due aspetti: 1) la riduzione del prezzo del petrolio e 2) l'abbondante offerta di petrolio. Il prezzo del petrolio, in calo dal 2014 (anche se in ripresa nel 2021) è stato profondamente colpito dal crollo della domanda di energia causata dalla pandemia Covid-19. Questo crollo del prezzo può rendere problematica la transizione energetica, in quanto le fonti rinnovabili potrebbero diventare meno convenienti dei combustibili fossili. La pandemia, peraltro, ha reso improvvisamente obsoleti tutti gli scenari elaborati in precedenza producendo incertezza sugli sviluppi futuri della transizione energetica. L'abbondante offerta di petrolio (causa essa stessa della crisi del suo prezzo), a sua volta, accresce tale incertezza. Infatti, se fino al primo decennio degli anni 2000 era l'esauribilità del petrolio a aprire la strada alla transizione energetica, ora è la sua ampia disponibilità a ostacolarla: è necessario affrontare la transizione non a causa dell'esauribilità del petrolio, ma nonostante l'abbondanza di esso, per contrastare l'effetto serra.","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"44484039","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-01DOI: 10.3280/rgioa1-2022oa13366
A. Pase, Federico Gianoli, Luca De Felice, M. Bertoncin, Michael Cherlet, Angela Kronenburg García
Il Sahel è un'area geografica che, nel tempo, è stato oggetto di molteplici definizioni, climatico-botaniche e politiche: i suoi limiti sono stati disegnati in modi molto diversi. Non mancano posizioni di aperta contestazione del senso stesso di questa denominazione e della relativa delimitazione. Il lavoro proposto prova a immaginare una cartografia capace di rappresentare il movimento incessante di condizioni, limiti e possibilità che caratterizza questa fascia posta fra il Sahara e le umide regioni sudanesi, rendendo la definizione areale del Sahel – allo stesso tempo – possibile e fluida. Si tratta però di ripensare dalle fondamenta, dal loro ‘dato per scontato', alcuni attrezzi usuali della rappresentazione cartografica, ad esempio il concetto di ‘isoieta' per identificare le aree climatiche o di ‘confine' per racchiudere giurisdizioni politiche. Conoscenze provenienti dal fieldwork e competenze nell'elaborazione di dati satellitari e georeferenziati convergono in questo percorso di analisi e di rappresentazione.
{"title":"Il respiro del Sahel. Rappresentazioni di uno spazio in movimento","authors":"A. Pase, Federico Gianoli, Luca De Felice, M. Bertoncin, Michael Cherlet, Angela Kronenburg García","doi":"10.3280/rgioa1-2022oa13366","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13366","url":null,"abstract":"Il Sahel è un'area geografica che, nel tempo, è stato oggetto di molteplici definizioni, climatico-botaniche e politiche: i suoi limiti sono stati disegnati in modi molto diversi. Non mancano posizioni di aperta contestazione del senso stesso di questa denominazione e della relativa delimitazione. Il lavoro proposto prova a immaginare una cartografia capace di rappresentare il movimento incessante di condizioni, limiti e possibilità che caratterizza questa fascia posta fra il Sahara e le umide regioni sudanesi, rendendo la definizione areale del Sahel – allo stesso tempo – possibile e fluida. Si tratta però di ripensare dalle fondamenta, dal loro ‘dato per scontato', alcuni attrezzi usuali della rappresentazione cartografica, ad esempio il concetto di ‘isoieta' per identificare le aree climatiche o di ‘confine' per racchiudere giurisdizioni politiche. Conoscenze provenienti dal fieldwork e competenze nell'elaborazione di dati satellitari e georeferenziati convergono in questo percorso di analisi e di rappresentazione.","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43814228","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-01DOI: 10.3280/rgioa1-2022oa13364
A. Valz Gris, C. Iacovone, A. Safina, A. Pollio, F. Governa
ultimi 20 anni, esperienze e pratiche di ricerca etnografica si sono progressivamente affermate nella ricerca geografica fino a diventarne una componente fondamentale. Eppure ‘fare etnografia' in geografia non è certo né scontato: richiede un adattamento alle esigenze e agli obiettivi della riflessione geografica, ma anche alla complessità del 'campo' della ricerca nelle scienze sociali contemporanee. In particolare, i tempi, i luoghi e le forme di un'etnografia thick (Geertz, 1973) sembrano inadatte a confrontarsi con le complessità spazio-temporali delle dinamiche socio-spaziali attuali, con le trasformazioni del campo di ricerca, del soggetto che fa ricerca e del contesto in cui si fa ricerca, ma anche, e più radicalmente, con i limiti derivanti dal retaggio coloniale della ricerca etnografica. Attraverso il riferimento a cinque radicalmente diverse esperienze di ricerca sul campo, l'articolo pone la questione del fare etnografia nella ricerca geografica ed esplora le possibilità di un suo ripensamento critico nella direzione di una positiva e necessaria sottigliezza e superficialità.
{"title":"Il 'campo' geografico di un'etnografia sottile. Cinque esperimenti di fieldwork","authors":"A. Valz Gris, C. Iacovone, A. Safina, A. Pollio, F. Governa","doi":"10.3280/rgioa1-2022oa13364","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13364","url":null,"abstract":"ultimi 20 anni, esperienze e pratiche di ricerca etnografica si sono progressivamente affermate nella ricerca geografica fino a diventarne una componente fondamentale. Eppure ‘fare etnografia' in geografia non è certo né scontato: richiede un adattamento alle esigenze e agli obiettivi della riflessione geografica, ma anche alla complessità del 'campo' della ricerca nelle scienze sociali contemporanee. In particolare, i tempi, i luoghi e le forme di un'etnografia thick (Geertz, 1973) sembrano inadatte a confrontarsi con le complessità spazio-temporali delle dinamiche socio-spaziali attuali, con le trasformazioni del campo di ricerca, del soggetto che fa ricerca e del contesto in cui si fa ricerca, ma anche, e più radicalmente, con i limiti derivanti dal retaggio coloniale della ricerca etnografica. Attraverso il riferimento a cinque radicalmente diverse esperienze di ricerca sul campo, l'articolo pone la questione del fare etnografia nella ricerca geografica ed esplora le possibilità di un suo ripensamento critico nella direzione di una positiva e necessaria sottigliezza e superficialità.","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"44233212","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-01DOI: 10.3280/rgioa1-2022oa13369
Teresa Isenburg
Il 24 giugno 2001 moriva a San Paolo, Brasile, Milton Santos, geografo, studioso rigoroso, attento osservatore del mondo in cui gli era stato dato di vivere, intellettuale applicato in modo continuativo in una riflessione epistemologica relativa alla provincia del sapere in cui operava e al significato del debito o del compito che comportava il collocarsi come intellettuale. Mi permetto di organizzare alcune riflessioni che ne ricordano il contributo. Contributo che, a distanza di due decenni, pone domande che ancora ci accompagnano.
{"title":"\"È o sonho que obriga o homem a pensar\". Milton Santos (1926-2001)","authors":"Teresa Isenburg","doi":"10.3280/rgioa1-2022oa13369","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13369","url":null,"abstract":"Il 24 giugno 2001 moriva a San Paolo, Brasile, Milton Santos, geografo, studioso rigoroso, attento osservatore del mondo in cui gli era stato dato di vivere, intellettuale applicato in modo continuativo in una riflessione epistemologica relativa alla provincia del sapere in cui operava e al significato del debito o del compito che comportava il collocarsi come intellettuale. Mi permetto di organizzare alcune riflessioni che ne ricordano il contributo. Contributo che, a distanza di due decenni, pone domande che ancora ci accompagnano.","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"49255751","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-01DOI: 10.3280/rgioa1-2022oa13370
G. Scaramellini, L. Muscarà
5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo "Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.
2020年11月5日,享年91岁的Calogero muscarar教授因间隙性肺炎去世,尽管他已经从covi -19感染中恢复过来。他仍然以他一贯的激情和清醒的头脑,就他从一开始就致力于的主题进行工作:威尼斯、它的历史和现在;意大利的政治和行政制度及其与该国社会经济和文化发展的领土关系;自上世纪70年代以来,特大城市的概念及其在意大利的应用一直是一个主题。就在几周前,他发表了一篇题为《意大利政府的行政划分和意大利北部一个特大城市的形成过程》的文章,这是他发表的最后一篇文章,今年将以他自己的集体著作出版(Scaramellini,编辑,2022)。由于一场计算机事故,但最重要的是由于时间的压力,或许还有一种感觉,流行病正等着他。这篇文章已经有了大致的轮廓,但仍然没有标题,它回顾了自意大利地理开始以来他一直珍视的一个主题:历史制度秩序的变化之间的关系在一个又一个国家的统一和融合并不总是发展社会、文化、经济,简而言之,攻击意大利专员公署及其细分市场‘regionali’(皮埃特罗·大师的第二特征在1868年和其后基本上证实在政治、体制、社会、文化、经济、到天我们) 智慧的名誉教授,世界Ekistics协会主席、名誉会员societe de Géographie de Paris和意大利的罗马、Calogero Muscarà地理学会是本报告所述期间意大利的地理位置更新的主角‘economico’奇迹,在随后的几十年里面临着意大利的组织发生的深刻变化,分析自第二次世界大战结束和由此产生的环境问题、经济、区域法国地理在意大利的传播和法语世界对意大利地理的了解。
{"title":"Calogero Muscarà (1929-2020)","authors":"G. Scaramellini, L. Muscarà","doi":"10.3280/rgioa1-2022oa13370","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13370","url":null,"abstract":"5 novembre 2020, a novantun'anni, il professor Calogero Muscarà è mancato per una polmonite interstiziale, nonostante avesse superato l'infezione da Covid-19. Egli stava ancora lavorando, con la passione e la lucidità che Gli erano sempre state proprie, sui temi ai quali si era dedicato fin dai primi anni di studio: Venezia, la sua storia e il suo presente; il sistema politico-amministrativo italiano dall'Unità a oggi e i suoi rapporti con l'evoluzione socio-economica-culturale del Paese in chiave territoriale; il concetto di megalopoli e la sua possibile applicazione all'Italia, tema cui era dedito dagli anni Settanta. Solo poche settimane prima aveva infatti licenziato l'articolo \"Compartimentazione amministrativa dello Stato italiano e processi di formazione di una megalopoli nel Nord Italia\", l'ultimo che abbia dato alle stampe e che uscirà quest'anno in un volume collettaneo a lui dedicato (Scaramellini, a cura di, 2022). Non Gli è stato possibile invece completare un altro saggio, più approfondito e articolato, sul medesimo tema e in gestazione da lungo tempo, a causa di un incidente informatico, ma soprattutto per l'incalzare del tempo e forse il presentimento che la pandemia lo attendesse al varco. Tale saggio, già steso a grandi linee ma ancora senza titolo, ripercorreva un tema sempre a Lui caro, fin dal suo esordio nella Geografia italiana: la storia dei rapporti intercorsi fra il mutare dell'ordinamento politico-amministrativo del Paese dopo l'Unità e il non sempre convergente sviluppo sociale, culturale, economico, in una parola, civico del sistema-Paese Italia e delle sue partizioni ‘regionali' (secondo i tratti delineati da Pietro Maestri nel 1868 e sostanzialmente confermate nelle successive vicende politiche, istituzionali, sociali, culturali, economiche, fino ai giorni nostri). Professore emerito della Sapienza, presidente della World Society for Ekistics, membro onorario della Société de Géographie de Paris e della Società geografica italiana di Roma, Calogero Muscarà è stato protagonista del rinnovamento della geografia italiana nel periodo del ‘miracolo economico', affrontando nei decenni successivi l'analisi dei profondi cambiamenti avvenuti nell'organizzazione del territorio italiano dalla fine della seconda guerra mondiale e le conseguenti problematiche ambientali, economiche, regionali, urbane e culturali, e contribuendo alla diffusione della geografia francese in Italia e alla conoscenza della geografia italiananel mondo francofono.","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47716233","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2022-03-01DOI: 10.3280/rgioa1-2022oa13367
E. Tolusso, Andrea Marini, L. Bonardi
Contemporaneamente all'emersione di progetti di recupero del suo patrimonio storicoculturale, il paesaggio terrazzato della Media Valtellina di Tirano (Alpi centrali, Lombardia) ha negli ultimi anni guadagnato una posizione centrale nel discorso pubblico, sia a livello regionale che a quello, transfrontaliero e internazionale, della macroregione alpina. Tali progetti si focalizzano soprattutto sul restauro del patrimonio rurale, permettendone un nuovo impiego come substrato per la conduzione di attività agricole e turistiche, spesso integrate. Avvalendosi di interviste narrative con una serie di informatori chiave, sviluppate nell'ambito del progetto "Emblematici", l'articolo esplora, tramite un approccio qualitativo, la cultura contemporanea del terrazzamento in una regione fortemente contrassegnata dalla sua presenza. Questioni legate alla dimensione simbolica e culturale del terrazzamento si accompagnano a interrogativi riguardo al lavoro quotidiano, alle prospettive future di sviluppo dell'agricoltura locale e al ruolo dell'abbandono nella formazione del paesaggio culturale.
{"title":"Dal racconto al paesaggio. La narrazione come strumento progettuale nel recupero degli spazi agricoli di versante (Valtellina, Alpi centrali)","authors":"E. Tolusso, Andrea Marini, L. Bonardi","doi":"10.3280/rgioa1-2022oa13367","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa1-2022oa13367","url":null,"abstract":"Contemporaneamente all'emersione di progetti di recupero del suo patrimonio storicoculturale, il paesaggio terrazzato della Media Valtellina di Tirano (Alpi centrali, Lombardia) ha negli ultimi anni guadagnato una posizione centrale nel discorso pubblico, sia a livello regionale che a quello, transfrontaliero e internazionale, della macroregione alpina. Tali progetti si focalizzano soprattutto sul restauro del patrimonio rurale, permettendone un nuovo impiego come substrato per la conduzione di attività agricole e turistiche, spesso integrate. Avvalendosi di interviste narrative con una serie di informatori chiave, sviluppate nell'ambito del progetto \"Emblematici\", l'articolo esplora, tramite un approccio qualitativo, la cultura contemporanea del terrazzamento in una regione fortemente contrassegnata dalla sua presenza. Questioni legate alla dimensione simbolica e culturale del terrazzamento si accompagnano a interrogativi riguardo al lavoro quotidiano, alle prospettive future di sviluppo dell'agricoltura locale e al ruolo dell'abbandono nella formazione del paesaggio culturale.","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2022-03-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"43433741","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-12-01DOI: 10.3280/rgioa4-2021oa12960
FrancoAngeli Journals
Il contributo affronta un tema rilevante per la geografia dei trasporti: l'intermodalità portuale. L'obiettivo dell'articolo è quello di verificare in particolare l'importanza dell'intermodalità ferroviaria nei porti gateway. Il caso esaminato (La Spezia) dimostra come i collegamenti intermodali ferroviari possano influenzare positivamente lo sviluppo portuale generando un aumento della movimentazione dei container marittimi e un ampliamento del retroterra servito e incidendo quindi sulla competitività dello scalo e dei territori connessi. La metodologia di analisi utilizzata per il caso di La Spezia può essere applicabile anche ad altri porti gateway dotati di connessione ferroviaria, al fine di ottenere elementi utili per l'elaborazione di politiche territoriali strategiche.
{"title":"Intermodalità ferroviaria e assetto territoriale dei porti gateway: il caso di La","authors":"FrancoAngeli Journals","doi":"10.3280/rgioa4-2021oa12960","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12960","url":null,"abstract":"Il contributo affronta un tema rilevante per la geografia dei trasporti: l'intermodalità portuale. L'obiettivo dell'articolo è quello di verificare in particolare l'importanza dell'intermodalità ferroviaria nei porti gateway. Il caso esaminato (La Spezia) dimostra come i collegamenti intermodali ferroviari possano influenzare positivamente lo sviluppo portuale generando un aumento della movimentazione dei container marittimi e un ampliamento del retroterra servito e incidendo quindi sulla competitività dello scalo e dei territori connessi. La metodologia di analisi utilizzata per il caso di La Spezia può essere applicabile anche ad altri porti gateway dotati di connessione ferroviaria, al fine di ottenere elementi utili per l'elaborazione di politiche territoriali strategiche.","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"48582392","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-12-01DOI: 10.3280/rgioa4-2021oa12962
FrancoAngeli Journals, P. Giaccaria, Cristiano Giorda, C. Giubilaro, V. Guarrasi, Michele Lancione, Sara Luchetta, A. Pase
In occasione della pubblicazione del volume di Giuseppe Dematteis La geografia come immaginazione. Tra piacere della scoperta e ricerca di futuri possibili (Donzelli, 2021), la Rivista ha deciso di ospitare un forum di approfondimento invitando studiose e studiosi di diversa estrazione a riflettere sui contenuti del libro e sull'itinerario personale dell'autore.Il volume raccoglie alcuni articoli di Dematteis, pubblicati tra il 1986 e il 2009, sull'ambiguità della geografia come sguardo in parte scientifico e in parte poetico, conoscenza di ciò che è e immaginazione di ciò che potrebbe essere, disciplina al tempo stesso moderna, pre-moderna e post-moderna, invitando a leggere la terra come un insieme di relazioni. Queste riflessioni interrogano la natura stessa del sapere geografico e chiamano in causa questioni relative al posizionamento e alla ‘utilità' della disciplina nel dibattito scientifico e pubblico. L'occasione è stata inoltre ritenuta utile per riflettere su come è cambiata la geografia italiana in questi anni, dal punto di vista del percorso di ricerca di uno dei suoi massimi esponenti, il quale ha dedicato a questi temi pagine straordinarie sulle quali si sono formate generazioni di studiosi, geografi e non. Partire, quindi, da ciò che la geografia è, per provare a immaginare quello che potrebbe, dovrebbe o vorrebbe essere.Le studiose e gli studiosi invitati hanno all'unanimità aderito alla richiesta, e quelli che seguono sono i loro interventi
{"title":"Giuseppe Dematteis e Geografia come immaginazione. Tra piacere della scoperta e ricerca di futuri possibili (2021)","authors":"FrancoAngeli Journals, P. Giaccaria, Cristiano Giorda, C. Giubilaro, V. Guarrasi, Michele Lancione, Sara Luchetta, A. Pase","doi":"10.3280/rgioa4-2021oa12962","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12962","url":null,"abstract":"In occasione della pubblicazione del volume di Giuseppe Dematteis La geografia come immaginazione. Tra piacere della scoperta e ricerca di futuri possibili (Donzelli, 2021), la Rivista ha deciso di ospitare un forum di approfondimento invitando studiose e studiosi di diversa estrazione a riflettere sui contenuti del libro e sull'itinerario personale dell'autore.Il volume raccoglie alcuni articoli di Dematteis, pubblicati tra il 1986 e il 2009, sull'ambiguità della geografia come sguardo in parte scientifico e in parte poetico, conoscenza di ciò che è e immaginazione di ciò che potrebbe essere, disciplina al tempo stesso moderna, pre-moderna e post-moderna, invitando a leggere la terra come un insieme di relazioni. Queste riflessioni interrogano la natura stessa del sapere geografico e chiamano in causa questioni relative al posizionamento e alla ‘utilità' della disciplina nel dibattito scientifico e pubblico. L'occasione è stata inoltre ritenuta utile per riflettere su come è cambiata la geografia italiana in questi anni, dal punto di vista del percorso di ricerca di uno dei suoi massimi esponenti, il quale ha dedicato a questi temi pagine straordinarie sulle quali si sono formate generazioni di studiosi, geografi e non. Partire, quindi, da ciò che la geografia è, per provare a immaginare quello che potrebbe, dovrebbe o vorrebbe essere.Le studiose e gli studiosi invitati hanno all'unanimità aderito alla richiesta, e quelli che seguono sono i loro interventi","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"42669043","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-12-01DOI: 10.3280/rgioa4-2021oa12956
FrancoAngeli Journals
In assenza di vaccini e in una situazione di emergenza generata dalla rapida diffusione della pandemia, la strategia adottata per contrastare la diffusione del COVID-19 è stata quella del distanziamento sociale e del lockdown che hanno fortemente influenzato la mobilità degli individui. In tale contesto il presente studio si pone l'obiettivo di misurare gli effetti spaziali dei provvedimenti restrittivi alla mobilità individuale in due momenti - durante e nel post-lockdown italiano - e per funzioni (residenza, luoghi di lavoro, svago, trasporti) e a scale differenti. A tal fine, il contributo analizza i dati resi ineditamentedisponibili dalle piattaforme digitali Google e Facebook attraverso i programmi Google Mobility Report e Facebook Data for Good. I risultati da un lato mostrano le aree attrattive e repulsive di popolazione insistente in (near) real-time per macro e micro area, dall'altro permettono di effettuare una riflessione sul ruolo dei ‘dati delle piattaforme' in uno scenario di crescente infrastrutturazione delle piattaforme digitali nella società.
{"title":"Pandemia e (im)mobilità: gli effetti spaziali del lockdown attraverso i Big Data delle piattaforme d","authors":"FrancoAngeli Journals","doi":"10.3280/rgioa4-2021oa12956","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12956","url":null,"abstract":"In assenza di vaccini e in una situazione di emergenza generata dalla rapida diffusione della pandemia, la strategia adottata per contrastare la diffusione del COVID-19 è stata quella del distanziamento sociale e del lockdown che hanno fortemente influenzato la mobilità degli individui. In tale contesto il presente studio si pone l'obiettivo di misurare gli effetti spaziali dei provvedimenti restrittivi alla mobilità individuale in due momenti - durante e nel post-lockdown italiano - e per funzioni (residenza, luoghi di lavoro, svago, trasporti) e a scale differenti. A tal fine, il contributo analizza i dati resi ineditamentedisponibili dalle piattaforme digitali Google e Facebook attraverso i programmi Google Mobility Report e Facebook Data for Good. I risultati da un lato mostrano le aree attrattive e repulsive di popolazione insistente in (near) real-time per macro e micro area, dall'altro permettono di effettuare una riflessione sul ruolo dei ‘dati delle piattaforme' in uno scenario di crescente infrastrutturazione delle piattaforme digitali nella società.","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47789200","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}
Pub Date : 2021-12-01DOI: 10.3280/rgioa4-2021oa12957
FrancoAngeli Journals
Questo lavoro si propone di indagare criticamente il ruolo che le aspirazioni urbane, vale a dire la capacità collettiva di immaginare spazi alternativi per le proprie città, hanno nella costruzione delle geografie quotidiane delle bambine e dei bambini. In linea con i presupposti della Political Geography of Children, bambine e bambini vengono qui consideraticome attori socio-spaziali capaci di rinegoziare pratiche e rappresentazioni imposte dagli adulti. Muovendo da queste considerazioni teoriche e dai principi metodologici della ricerca-azione partecipativa, analizzeremo il percorso laboratoriale organizzato con le ragazze e i ragazzi dell'Associazione San Giovanni Apostolo del CEP di Palermo, uno dei quartieri più marginalizzati della città. In particolare, prenderemo in considerazione le attività di photo-walk e di mappatura collettiva condotte nel quartiere e i tentativi di trasformare il campo abbandonato di via Calandrucci da zona di ‘disimmaginazione' a luogo di desideri e rivendicazioni per i suoi abitanti più piccoli.
{"title":"Il diritto ad aspirare nelle geografie dei bambini. Una ricerca-azione partecipativa nel quartiere CEP di Palermo","authors":"FrancoAngeli Journals","doi":"10.3280/rgioa4-2021oa12957","DOIUrl":"https://doi.org/10.3280/rgioa4-2021oa12957","url":null,"abstract":"Questo lavoro si propone di indagare criticamente il ruolo che le aspirazioni urbane, vale a dire la capacità collettiva di immaginare spazi alternativi per le proprie città, hanno nella costruzione delle geografie quotidiane delle bambine e dei bambini. In linea con i presupposti della Political Geography of Children, bambine e bambini vengono qui consideraticome attori socio-spaziali capaci di rinegoziare pratiche e rappresentazioni imposte dagli adulti. Muovendo da queste considerazioni teoriche e dai principi metodologici della ricerca-azione partecipativa, analizzeremo il percorso laboratoriale organizzato con le ragazze e i ragazzi dell'Associazione San Giovanni Apostolo del CEP di Palermo, uno dei quartieri più marginalizzati della città. In particolare, prenderemo in considerazione le attività di photo-walk e di mappatura collettiva condotte nel quartiere e i tentativi di trasformare il campo abbandonato di via Calandrucci da zona di ‘disimmaginazione' a luogo di desideri e rivendicazioni per i suoi abitanti più piccoli.","PeriodicalId":39926,"journal":{"name":"Rivista Geographica Italiana","volume":" ","pages":""},"PeriodicalIF":0.0,"publicationDate":"2021-12-01","publicationTypes":"Journal Article","fieldsOfStudy":null,"isOpenAccess":false,"openAccessPdf":"","citationCount":null,"resultStr":null,"platform":"Semanticscholar","paperid":"47778273","PeriodicalName":null,"FirstCategoryId":null,"ListUrlMain":null,"RegionNum":0,"RegionCategory":"","ArticlePicture":[],"TitleCN":null,"AbstractTextCN":null,"PMCID":"","EPubDate":null,"PubModel":null,"JCR":null,"JCRName":null,"Score":null,"Total":0}